L’introduzione in Serie C delle liste con 22 giocatori, al massimo, per squadra, non è andata giù all’Assocalciatori. TuttoC.com ha intervistato Danilo Coppola, consigliere e rappresentante dell’AIC.
Come giudicate la lista chiusa?
“Molto negativamente. È un grande passo indietro rispetto al passato. Questo modus operandi appartiene a quei club che vogliono migliorare la propria competitività abbassando quella altrui. Non capisco perché un club che vuole investire massicciamente sulla propria rosa non possa farlo. Inutile parlare di appeal quando, con queste regole, si abbassa il livello dell’intera Serie C. Solo per dare la possibilità, a chi realisticamente non potrebbe averla, di giocarsi il bersaglio grosso”.
Rispetto alla stagione attuale, cosa cambierà dal punto di vista calcistico?
“Questo campionato era fortemente competitivo perché chi voleva costruire una grande squadra poteva farlo. Adesso questo passo indietro, con limitazioni che piacciono tanto a chi non ha la possibilità di fare calcio a certi livelli, abbasseranno il livello. Non si possono imporre limitazioni agli altri, è vergognoso. Se un presidente vuole regalare ai suoi tifosi una squadra fortissima non potrà più farlo. Tornare alla lista a 22 significa aver messo da parte la competitività. Senza contare che, con così tanti turni infrasettimanali, è un rischio poter tesserare così pochi giocatori. Fossi nei club che investono cifre importanti andrei a reclamare da chi di dovere. Perché se il calcio è meritocrazia questo è l’anticalcio”.
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