“Non riesco a capire nell'impostazione la riforma di riduzione delle rose (per le squadre di Lega Pro, ndr). Mettere un blocco del genere significa voler far competere chi ha meno mezzi": così Umberto Calcagno dell'Aic a Radio Cusano Campus sulla riduzione delle rose a 22.
"Chi ha meno mezzi va rispettato, ci mancherebbe, viene meno rispettata la voglia di competere con chi ha la possibilità di investire risorse in maniera sana nel nostro sistema. Avere una lista di 22 (è una scelta, ndr) non ha nessun senso, non è legata alla valorizzazione dei giocatori. Sono delle storture che fanno parte di un mondo che probabilmente non ha voglia di migliorarsi e che in questo caso sembra voler tornare indietro a dinamiche che appartenevano a qualche campionato fa. Competere ad armi pari vuol dire che ognuno deve poter competere con i mezzi che ha a disposizione. Non capisco perché bisogna costringere alcune piazze che hanno interessi, possibilità e – permettetemi – anche un blasone a limitarsi nelle loro ambizioni quando immettono risorse ed elevano il livello qualitativo del campionato”.
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