Mammarella si confessa: «La Ternana è la mia vita, tutto il resto passa in secondo piano»

Mammarella si confessa: «La Ternana è la mia vita, tutto il resto passa in secondo piano»

Carlo Mammarella premiato da Stefano Bandecchi per le 500 presenze nei professionisti - Foto Alberto Mirimao

Quella di Carlo Mammarella non è stata una semplice conferenza stampa post calciomercato. È stata una vera e propria dichiarazione d’amore alla Ternana, alla città e a una maglia che per lui significano molto più di calcio. Con voce ferma, ma con gli occhi pieni di emozione, il direttore sportivo rossoverde ha aperto il cuore, raccontando per la prima volta una storia personale rimasta a lungo custodita.

«Bisogna capire cos’è la Ternana per Carlo Mammarella e cos’è Carlo Mammarella per la Ternana» ha esordito, ricordando la stagione 2020-21, quella della storica vittoria del campionato di Serie C. Un anno magico per i tifosi, ma al tempo stesso il più difficile per lui, costretto a convivere per cinque mesi con una malattia grave e debilitante. «Ogni notte vivevo momenti durissimi, ma al mattino mi alzavo, andavo al campo, mi allenavo. Non volevo mollare».

Una forza d’animo incredibile, culminata con la Supercoppa vinta contro il Perugia, alzata al cielo nonostante i 40 di febbre. «Era la stagione della vita, non avrei mai rinunciato. Poi la vita mi ha presentato il conto e ho dovuto affrontare la partita più difficile, in ospedale, sostenuto dai miei compagni».

In quel periodo nacque anche un legame speciale con l’allora presidente e oggi sindaco Stefano Bandecchi, che non lo lasciò mai solo. «Per mesi ogni sera voleva sapere come stessi, non mi ha mai regalato niente ma è stato vicino a me e alla mia famiglia».

Un gesto d’amore per la Ternana

Ad agosto 2021, ancora ricoverato e senza certezze sul futuro, Mammarella prese una decisione che racconta meglio di qualsiasi parola il suo legame con i colori rossoverdi: firmò la risoluzione del contratto dal letto di ospedale per permettere alla società di tesserare Bruno Martella ed evitare ulteriori fideiussioni. «Lo feci per la Ternana. In quel momento contava solo lei».

Un ringraziamento speciale è andato anche a chi lo ha curato e sostenuto nel momento più buio: l’ospedale di Terni con il dottor Stefano Donzelli, definito da Mammarella il suo “angelo custode”, e il professor Mattia Bellani dell’ospedale maggiore di Novara. «Lui mi disse di stare attento allo stress. Ogni tanto sorrido pensando a quelle parole» ha raccontato con un accenno di ironia.

Una vita in rossoverde

Oggi, da direttore sportivo, Mammarella guarda avanti con la stessa passione di sempre. «Questo è per farvi capire cosa rappresenta per me questa maglia e questa città. Tutto il resto passa in secondo piano» ha concluso, ricordando a tutti che la Ternana non è solo una squadra di calcio: è una famiglia, un sentimento che non si spegne mai.