Liverani sbotta dopo il ko: “Manca cattiveria. Così non si percepisce il pericolo e non si vince”

Fabio Liverani analizza la sconfitta con durezza: buona partenza ma troppi cali di concentrazione, errori evitabili e mancanza di cattiveria nelle zone decisive del campo.
Fabio Liverani non le manda a dire. Dopo il ko con il Guidonia, l‘allenatore rossoverde ha offerto una lettura lucida ma severa delle cause che hanno condannato la sua squadra, puntando il dito non contro l’impegno, quanto contro la mancanza di quella feroce determinazione che in certe partite fa la differenza.
Liverani parte dall’inizio gara, quando la squadra era sembrata entrare in campo con l’atteggiamento giusto: “Siamo partiti bene”, riconosce. Ma l’illusione è durata poco, perché il primo gol subito ha spazzato via ogni buona impressione. Un gol evitabile, arrivato secondo Liverani in un modo che ha “dato fastidio”, perché sintomo di un approccio mentale incompleto nelle situazioni delicate.
Liverani parla di veemenza assente, di quella cattiveria agonistica che permette di leggere il pericolo un attimo prima, di intervenire con decisione nelle zone che contano. “È come se fosse mancata la cattiveria nelle situazioni pericolose”, spiega, evidenziando come gli avversari abbiano sfruttato ogni minima indecisione.
Eppure, la volontà non è mancata. La squadra ha reagito, ha trovato il pareggio e ha persino costruito occasioni per ribaltarla. Ma ogni volta che serviva un dettaglio preciso, un ultimo passaggio pulito, un gesto di qualità nel momento decisivo, tutto si inceppava. Il pallone “arrivava sempre male”, come sottolinea Liverani, segno di una lucidità mancata nei momenti più delicati.
Il vero nodo, secondo Liverani, non è tanto la prestazione complessiva quanto l’aspetto mentale: una squadra che vuole salvarsi, crescere o competere davvero non può permettersi di non percepire il pericolo, di non capire l’importanza di un contrasto o di una marcatura nei momenti chiave. La cattiveria agonistica, quella che si traduce in determinazione feroce nei pressi della propria area o in precisione chirurgica negli ultimi metri, è stata assente.
Ora la sfida è ribaltare questa tendenza. Liverani sa che la squadra è viva e che le occasioni non sono mancate, ma senza la giusta ferocia — mentale ancora più che fisica — ogni partita rischia di diventare una salita troppo ripida. Il tempo per correggere il percorso c’è, ma serve un cambio di marcia deciso nell’atteggiamento, già nell’attesissimo derby di domenica.
