Krapikas, grido dal buio: “Messina lasciata sola”. L’ex Ternana racconta l’incubo siciliano

Titas Krapikas portiere dell'ACR Messina ed ex Ternana - Foto Instagram Krapikas
“Un anno pieno di dolore e buio.” Parole che pesano come macigni, quelle pubblicate da Titas Krapikas, portiere lituano ed ex rossoverde, al termine di una stagione che rischia di diventare l’epitaffio sportivo dell’ACR Messina. Un messaggio straziante affidato ai social, che racconta non solo l’amarezza per la retrocessione in Serie D, ma soprattutto la frustrazione per una stagione vissuta nell’ombra dell’instabilità e dell’abbandono.
“Ci siamo chiesti spesso se tutto quel sacrificio avesse davvero un senso”, scrive Krapikas, lasciando trasparire tutto il peso di mesi logoranti.
Il riferimento è chiaro: la crisi societaria che ha travolto il club siciliano ha lasciato attoniti anche i protagonisti in campo. Un club con una lunga e nobile storia che, secondo il portiere, “è stato lasciato solo”. Eppure, lui e i suoi compagni non si sono arresi: “Ne abbiamo fatto una missione”, ha scritto. Una missione che si è però infranta contro un destino scritto altrove, lontano dai valori del campo.
Messina sull’orlo del baratro: si teme il terzo fallimento in diciotto anni
La retrocessione maturata a Foggia è solo l’ultimo capitolo di un dramma ben più profondo. Come riportato da La Repubblica, la Procura di Messina ha chiesto la liquidazione giudiziale del club: l’udienza è fissata per il 10 giugno. All’orizzonte si profila lo spettro del terzo fallimento in diciotto anni: un colpo durissimo per una città intera.
E pensare che solo poche settimane fa, oltre 8.000 tifosi riempivano il “Franco Scoglio” per i playout contro il Potenza, nel disperato tentativo di spingere la squadra verso la salvezza. Ma la passione, ancora una volta, si è scontrata con una realtà societaria opaca e instabile, precipitata nel caos dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Pietro Sciotto.
La cessione dell’80% delle quote all’AAD InvestGroup, riconducibile a Doudou Cissè, senza esborso economico, ha lasciato più dubbi che certezze. Ora, con Stefano Alaimo come unico volto pubblico della proprietà, il club è al centro di un’inchiesta che coinvolge anche la Guardia di Finanza e la Digos. I debiti stimati superano i 2 milioni di euro. Sciotto si dice truffato e vittima di pressioni, mentre gli inquirenti scavano anche su presunti atti intimidatori.
Il dolore di un ex rossoverde
Il grido di dolore di Krapikas non può lasciare indifferenti. A Terni non ha trovato grande spazio come confermano le sole 3 presenze in due stagioni in Serie B. Oggi, il suo sfogo su Messina assume un valore più ampio: è il manifesto di un calcio malato, in cui troppo spesso chi scende in campo viene lasciato solo ad affrontare i fantasmi di una gestione senza futuro.
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