Gli anni della gestione societaria della famiglia Longarini vengono ricordati dall’ambiente rossoverde come uno dei periodi più tristi della Storia della Ternana. Questo non tanto per i risultati sportivi, che comunque non sono stati certo favolosi, ma piuttosto per la gestione vera e propria della Società, caratterizzata spesso da apparente inadeguatezza, pressapochismo e caos. Chi dimentica ad esempio le convocazioni per i ritiri estivi spesso all’ultimo momento, addirittura con la scelta dell’allenatore anche dopo l’inizio della convocazione stessa? Oppure il cambio continuo di allenatori, un via vai che lasciava interdetti i tifosi ma soprattutto i giocatori della rosa. Con Direttori Sportivi che arrivavano e ripartivano di continuo, o ancora, chi può dimenticare i tanti giocatori fatti partire in regime di svincolati, quando poi magari lontano dalla Conca hanno successivamente fatto carriere straordinarie, qualcuno arrivando addirittura anche in Nazionale?
Per non parlare poi dei rapporti con la città, intesa come Istituzioni, stampa, tifoseria, ecc. Meglio soprassedere…
E’ ovvio che in questa determinata situazione i risultati sul campo inevitabilmente non potevano essere che deludenti, con piazzamenti in classifica finale spesso nella parte bassa o bassissima, quasi sempre con salvezza acquisita solo all’ultima partita di campionato.
Tutto questo purtroppo, insieme ad altre problematiche generali del mondo del calcio e del tifo, hanno inevitabilmente fatto allontanare tanti tifosi dagli spalti del Liberati, perdendo così un potenziale enorme che era una caratteristica del tifo rossoverde.
In questo triste contesto nell’estate del 2015, con la squadra che milita in serie B, arriva a difendere la porta della Ternana un giocatore che lascerà comunque un ottimo ricordo nella tifoseria delle Fere: Luca Mazzoni.
Mazzoni nasce a Livorno il 29/03/1984 e cresce calcisticamente nelle fila del Livorno e la sua carriera si sviluppa maggiormente in società di serie C e B, compreso più volte il “suo” Livorno.
Come detto arriva alla Ternana nell’estate del 2015, proveniente proprio dal Livorno, e rimarrà in rossoverde una sola stagione, per poi far ritorno alla squadra labronica nella stagione successiva dove terminerà la sua carriera di calciatore.

1) Da dove viene il suo amore per il calcio, quando cominciò da bambino?

Sono nato in una città dove il calcio era lo sport più praticato; in pratica o giocavi al calcio o a basket e siccome mi veniva abbastanza bene diciamo che è stato praticamente inevitabile.
Con i miei amici dell’epoca giocavamo tutto il giorno, spesso fino a che non si faceva notte.

2) In genere, da bambini, il ruolo di portiere viene assegnato dai compagni di gioco a quello più “scarso” con i piedi. Capitò così anche a lei?

Di solito è proprio così però per me è stato esattamente il contrario. Infatti ho iniziato come attaccante, poi dopo aver subito un’operazione al setto nasale che mi impediva di respirare bene nella corsa, sono stato “trasferito” tra i pali. Inizialmente non l’ho presa benissimo, anche perché ero costretto ad allenarmi da solo ed il resto della squadra la vedevo solo nel fine settimana, ma poi vedendo che riuscivo abbastanza bene mi sono appassionato al ruolo.

3) Si dice anche che per giocare nel ruolo di portiere bisogna essere un po’ pazzi. Lei ci si riconosce in questa definizione?

Per quanto riguarda il campo questa è una definizione in cui mi ci riconosco sicuramente. Detto questo aggiungo anche che onestamente non si capisce perché ad un ragazzo debba venire in mente di fare il portiere! Un ruolo dove quasi mai hai i meriti e spesso hai le colpe, le soddisfazioni sul campo sono molte meno di qualunque altro ruolo e, a livello professionistico, i posti sono di meno perché in una rosa ci sono normalmente due soli posti per ogni squadra.
Inoltre in uno sport dove si gioca con i piedi il portiere deve giocare con tutte le parti del corpo e gli allenamenti prevedono che tutti i giorni ci si debba tuffare su una superfice abbastanza dura, quindi è un ruolo dove si deve avere necessariamente coraggio e questo ti forma anche un po’ il carattere.

4) Ricorda il suo esordio in una partita professionistica?

Certamente si! Accadde in un Messina-Livorno, nel nuovo stadio della squadra siciliana, in serie A (Messina-Livorno 1-1, 29/05/2005), con Donadoni allenatore del “mio” Livorno e con goal di Zampagna per il Messina e Cristiano Lucarelli per noi.
Ricordo che il Messina non riusciva a segnare, pur attaccando, e ad un certo punto Zampagna fece un goal dei suoi in rovesciata. Un gran gesto tecnico ed un bel goal.

5) Arrivò a Terni, come detto, nell’estate del 2015. Lei si era svincolato dal Livorno, quali furono i retroscena di questa operazione di mercato?

Prima di tutto c’è da dire che io già precedentemente avevo “rischiato” di venire a Terni, con il D.S. Mascella che mi avrebbe voluto in maglia rossoverde, ma purtroppo non c’ero mai riuscito.
Nell’estate del 2015 io mi ero svincolato dal Livorno dato che avevo litigato pesantemente con il Presidente Spinelli, ed avevo quindi rescisso il contratto andando ad allenarmi con il Tuttocuoio dove il mister era il mio amico Cristiano Lucarelli ed Igor Protti D.S. i quali ad un certo punto mi chiesero di firmare per loro. Il mio procuratore mi stoppò dicendomi che il D.S della Ternana Acri mi avrebbe voluto in rossoverde, quindi venni a Terni a parlare con il D.S. e con Mister Toscano. Mi proposero un contratto con delle penalità per ogni ammonizione ed espulsione ma io decisi di firmare senza nessun rimpianto, e così divenni un giocatore delle Fere!
C’è da dire che poco tempo prima anche il D.S. Cozzella mi aveva cercato poi però non se ne fece più nulla, con l’arrivo di Acri cambiò tutta la scena.

6) Fece il suo esordio tra i pali della Ternana, scherzi del destino, proprio contro il “suo” Livorno (Ternana-Livorno 2-3, il 21-09-2015). Quali furono le sue sensazioni al momento di scendere in campo?

Sicuramente fu la peggiore partita giocata dal sottoscritto con la maglia della Ternana!
In verità quella partita non l’avrei dovuta giocare dato che ero ancora in fase di preparazione ed avevo appena scontato la squalifica di tre giornate che mi portavo dietro dalla stagione precedente. Parlai con il Mister dicendogli che preferivo aspettare, sia perché ancora non pronto al 100% e sia perché esordire contro la squadra della mia città e dove avevo militato fino a poco tempo prima avrebbe significato rischiare di fare delle figuracce, ma lui mi rispose che aveva bisogno di me e per tale motivo accettai. Purtroppo quella partita segnò poi l’esonero di Mister Toscano e di questo ancora me ne dispiaccio.

7) Come abbiamo detto proprio quella sconfitta gli costò l’esonero. Lo conosceva già? Che allenatore era?

Non lo conoscevo ed all’inizio il rapporto non è stato semplicissimo. Lui era un mister che voleva far vedere di essere un duro ma secondo me non era proprio così, e lo dico in senso positivo. C’è anche da dire che il campionato di serie B è molto complicato.
Dopo quella partita io rilasciai un’intervista dove sostenevo che le colpe della situazione che si era creata non erano perlopiù le sue e questa cosa la gradì molto.
Oggi lo sento spesso e tra noi c’è una grande stima reciproca.

8) Mister Toscano quindi fu esonerato ed al suo posto venne scelto Mister Breda. Che rapporto ha avuto Mazzoni con il nuovo mister?

Un rapporto veramente ottimo! Caratterialmente agli antipodi con Toscano, anche se c’è da dire che questo non significa assolutamente che non avesse polso. Nelle situazioni di difficoltà ha la capacità di non fartele pesare perché riesce sempre a creare un ottimo rapporto con il gruppo.

9) Quella stagione i tifosi la ricordano con amarezza per le sconfitte, obiettivamente immeritate, in entrambi i derby con il Perugia (Ternana-Perugia 0-1, il 24/10/2015 e Perugia-Ternana 1-0, il 05/03/2016). Che ricordi ha di quelle due partite?

Due sconfitte del tutto immeritate arrivate da degli episodi singoli, ma c’è anche da dire che proprio quello era il limite di quella squadra perché era si di buona qualità tecnica ma molto carente dal punto di vista caratteriale.
Due partite a cui tenevamo in modo particolare perché sentivamo che dovevamo qualcosa alla tifoseria, purtroppo entrambe arrivate in momenti particolari, di difficoltà, dove una vittoria avrebbe riscattato in parte la stagione mediocre che stavamo vivendo. Purtroppo però quando si creano queste situazioni se non hai grande personalità c’è il rischio di sovraccaricare l’importanza della sfida.
Questo purtroppo credo è ciò che sia capitato a noi.

10) In quel campionato in rossoverde si tolse la soddisfazione di giocare quasi tutte le partite. Quali ricordi ha di quella stagione?

A livello personale posso dire che è stata la migliore della mia carriera perché io a Terni ci stavo benissimo! Dopo appena un paio di mesi avevo trovato tutto ciò che cercavo: la gente, il modo di vivere, la città, la maglia che mi piaceva tantissimo, però le prime 3-4 partite è stata dura perché ero irriconoscibile, per mille motivi, poi però ad un certo punto, al ritorno dalla trasferta di Salerno (Salernitana-Ternana 2-1, il 26/09/2021) incontrammo i tifosi all’autogrill e due/tre di loro mi affrontarono duramente. Io mi sentivo uno di loro perché sono cresciuto in curva e questo mi ha dato la scossa giusta perché in quel momento gli promisi che le cose sarebbero presto cambiate, come poi in effetti avvenne. Questo episodio mi servì tantissimo da stimolo, cosa che non mi capitava più da diversi anni.

11) C’è una partita che ricorda particolarmente? Per quale motivo?

Sicuramente la vittoria ad Avellino (Avellino-Ternana 0-2, il 21/03/2016) perché ci permise di uscire definitivamente dai bassifondi della classifica, ed anzi, a quel punto cominciammo a credere a qualcosa di meglio che alla salvezza.
Un’altra partita che ricordo con orgoglio è quella di Chiavari, dove si perdeva 2-0 e riuscimmo a pareggiare (Entella-Ternana 2-2, il 02/04/2016), con un rigore parato dal sottoscritto negli ultimi minuti; una vittoria determinante ai fini della salvezza finale.

12) Direttore Sportivo di quella Ternana era Acri, sostituito a metà stagione con Siviglia. Che rapporti avevate con loro voi giocatori?

Con Acri ho avuto un rapporto eccezionale perché forse è stato l’unico che mi ha detto le cose come stavano. Per fare il D.S. credo che devi avere un carattere particolare però lui con me è stato sempre sincero.
Con Siviglia il rapporto è stato completamente diverso e fin dall’inizio non c’è stato un gran feeling con il gruppo, probabilmente perché quel gruppo non era stato creato da lui ma dal suo predecessore, poi però il rapporto è cambiato nel tempo e lui si è schierato dalla nostra parte quando ci sono stati dei problemi da chiarire nei confronti della Società.

13) E con il Presidente Longarini Simone?

Personalmente nessun tipo di rapporto perché ho evitato anche di averne. Il motivo? Semplice: secondo me non ne indovinava una! Quando cominciò a fare le riunioni con la squadra ebbi una discussione abbastanza accesa perché gli dissi che se parlava solo lui e noi dovevamo solo ascoltare, era del tutto inutile e non serviva certo a risolvere i problemi.
Ovviamente questo mio atteggiamento alla fine l’ho pagato, però pazienza!

14) Chi erano i leader di quella squadra?

C’è da dire innanzitutto che in quella squadra si era creato un gruppo stupendo e secondo me questo è il segreto del successo, tanto è vero che con molti di loro ancora ci sentiamo spesso.

Io dividerei in due gruppi, quello dell’aspetto tecnico e quello della personalità. Nel secondo gruppo ci metto senz’altro Zanon, Coppola, Ceravolo, ed il sottoscritto, dove abbiamo dato tutto per arrivare alla meta.

15) Dei suoi ex-compagni, con chi legò maggiormente? E con chi, se ci fu, ebbe maggiori problemi? E perché?

Con molti di quella squadra  ho avuto un rapporto molto forte e sincero, anche con quelli con cui apparentemente c’era qualche difficoltà in più. Però con alcuni il rapporto è stato di vera amicizia, tanto è vero che ancora ci sentiamo spesso. Con Coppola ad esempio siamo ancora molto legati, ci sentiamo praticamente tutti i giorni, per me è un vero fratello. Poi ti faccio senz’altro i nomi di Zanon, Ceravolo, Masi, Falletti, Palumbo, Furlan.
Tra coloro con cui ho legato un po’ meno, ma semplicemente perché magari avevamo una visione della vita, e del calcio in particolare, un po’ diversa, posso fare il nome di Vitale, anche se non c’è mai stato nulla di eclatante tra noi. (minuto 60,55)

16) Si dice che l’ambiente rossoverde sia molto passionale, e c’è chi sostiene che i risultati in parte arrivino anche per questo. Secondo lei corrisponde a verità questa teoria? Quali le differenze con l’ambiente livornese?

Secondo me ci sono delle piazze dove oltre alla qualità tecnica conta molto la personalità, l’uomo, dove necessariamente devi essere in grado di calarti in quella realtà, dove la squadra è importante per la gente perché rappresenta una rivincita sociale.
Una di queste è sicuramente Terni, città operaia, così come Livorno è una città portuale, per molti aspetti simile. E se giochi in queste piazze non conta solo il risultato sportivo in se perché devi riuscire a dare le soddisfazioni ad una città che magari non è ricca e per questo devi essere disposto a combattere una battaglia. Non conta quindi solo la qualità tecnica perché la gente capisce se sei “uno di loro” o meno.
Questo aspetto è ciò che fa la differenza!

17) Nell’estate successiva lei torna al Livorno. Quali i motivi di questo addio?

E’ stata un’esperienza tremenda, che mi ha fatto conoscere le persone peggiori di tutta la mia esperienza nel mondo del calcio professionistico!
Al termine di quel campionato mi era stato detto che mi avrebbero rinnovato il contratto, ed infatti durante la vacanza estiva ricevetti una telefonata dal neo-allenatore Mister Panucci il quale mi diceva che sarebbe arrivato alla Ternana, cosa che mi rendeva felice della scelta. A quel punto mi chiamò il D.S. Larini per gli accordi da prendere e quindi partii per il ritiro ma all’improvviso, prima dell’inizio del campionato, cambiò tutto: al posto di Mister Panucci arrivò Mister Carbone, il quale mi disse che non aveva più bisogno di me e che avrebbe preso un altro portiere più giovane. Rimasi sconcertato!!! Avevo fatto un buon campionato e mi avevano cercato 2/3 squadre ma io al mio procuratore gli avevo confermato la mia volontà di rimanere a Terni. A quel punto al Mister dissi che io non avevo intenzione di andarmene e che mi sarei giocato il posto con Di Gennaro, il nuovo portiere. Questa mia risposta lo fece andare su tutte le furie!
Successivamente presero anche un secondo portiere, Aresti, e quindi io avrei dovuto fare il terzo.
A quel punto mi ha cercato Protti, il quale era diventato un dirigente del Livorno, e dopo una attenta valutazione ho deciso di salutare tutti ed ho accettato di trasferirmi nella squadra della mia amata città.

18) Cosa ha rappresentato per la sua vita il calcio?

Il 90% del bello e del brutto che fino ad ora è capitato nella mia vita!
Intanto perché ha rappresentato la possibilità di dire sempre quello che pensavo, anche se questo a volte mi è costato, anche in termini economici. Rispetto a tante altre realtà della vita questo l’ho sempre considerato una grande fortuna.
Tutto questo mio modo di essere l’ho sempre portato anche in campo e di questo ne sono orgoglioso.

19) Ha qualche rimpianto per quanto riguarda la sua carriera?

Ovviamente si! Perché se è vero quello che ho appena detto, cioè che sia sempre giusto dire ciò che si pensa, magari soprattutto relativamente ai primi anni di carriera, forse potevo cambiare il modo di dirlo, perché farlo come invece l’ho fatto poi l’ho pagato.
Un’altra cosa che rimpiango è il fatto di essere andato via sia da Livorno che da Terni nella maniera in cui sono andato via, sicuramente non bella da ricordare.

La carriera di Mazzoni in rossoverde:

2015-‘16 (Serie B):Presenze in campionato: 37, Goal subiti: 48                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 0, Goal subiti: 0

La carriera di Luca Mazzoni:

1989-’04: Giovanili Livorno                                          
2004-’05: Livorno   (serie A)      presenze: 1; goal subiti: 1
2005-’06: Pavia   (serie C1)        presenze: 3; goal subiti: 2
2006-’08: Lecco   (serie C2 e C1) presenze: 57; goal subiti 65
2008-’09: Livorno   (serie B)      presenze: 2; goal subiti 3
2009-’10: Arezzo   (serie C1)     presenze: 28; goal subiti 27
2010-’13: Livorno   (serie B)      presenze: 29; goal subiti 40
2013-’14: Padova   (serie B)       presenze: 27; goal subiti 38
2014-’15: Livorno   (serie B)      presenze: 41; goal subiti 47
2015-’16: Ternana   (serie B)      presenze: 37; goal subiti 48
2016-’19: Livorno   (serie C e B) presenze: 80; goal subiti 75
 

                                                                        Marco Barcarotti

(intervista realizzata nel Febbraio 2021)

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Sezione: News / Data: Gio 15 aprile 2021 alle 20:00
Autore: Ternananews Redazione
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