Negli anni a cavallo dei ’60 e ’70 la Ternana aveva un vivaio da cui uscirono moltissimi giovani che poi successivamente avrebbero fatto delle ottime carriere. Molti di costoro provenivano dalla Calabria, spesso da Scalea (CS), e zone limitrofe, o comunque dal sud. Pensiamo a Longobucco, Cardillo, La Torre, Bagnato, Crispino, Garritano, Selvaggi, ecc.
Il motivo è semplicissimo: la Ternana aveva un settore giovanile organizzatissimo, con osservatori competenti che scandagliavano le società minori per trovare i giovani più di qualità, cosa questa che dovrebbero fare, credo, tutte le società di provincia come quella rossoverde.
Abbiamo incontrato un giovane dell’epoca, uscito da quel settore giovanile così illustre ed arrivato fino al massimo del calcio nazionale e non solo, addirittura Campione del Mondo: Franco Selvaggi.
Selvaggi nasce a Pomarico (MT) il 15/05/1953 e cresce calcisticamente nella società del “Gianni Rivera Matera” (poi diventata “Pro Matera”) nel ruolo di attaccante. Nell’estate del 1970 viene acquistato dalla Ternana per la sua formazione “Primavera” e nella stagione 1972-’73, prima in serie A delle Fere, fa l’esordio in campionato, nella partita  contro la Fiorentina. Realizzerà anche la sua unica rete in rossoverde contro la Juventus in una partita che ancora grida vendetta. Nella stagione successiva si trasferisce alla Roma dove però non riuscirà a trovare molto spazio per mettersi in evidenza. Torna quindi alla Ternana per poi essere ceduto definitivamente al Taranto, dove rimarrà per cinque stagioni, quindi la sua carriera proseguirà in società prestigiose di serie A, dove si metterà in evidenza agli occhi di critica e pubblico, fatto questo che comporterà la convocazione in Nazionale per i Campionati del Mondo del 1982 in Spagna, vinti poi dagli azzurri.
La sua carriera di calciatore si chiuderà nella Sambenedettese, in serie B, quindi inizierà la carriera di allenatore in compagini di serie C e B.
Oggi Selvaggi vive nella sua Matera ed è rimasto nel mondo del calcio ricoprendo attualmente la carica di Capo Delegazione Nazionale Italiana Under 16.

1) Signor Selvaggi, ci racconta come è cominciato il suo amore per il calcio giocato?

Era una vera e propria passione! C’è chi è attratto dalla musica, chi dall’arte, chi dal ballo, o da chissà quante altre passioni, io ero assolutamente per il calcio! Giocavo in ogni luogo dove era possibile dare calci ad un pallone: in strada, nei campetti di periferia, ovunque! Non è che la mia generazione avesse tanti altri modi per divertirsi e sfogarsi ed il calcio era sicuramente quello più a portata di mano per chiunque.

2) Il suo approdo in casacca rossoverde, come dicevo in fase di presentazione, rappresentò l’ennesimo caso di giovane del sud che arrivava alla Ternana. Ci racconta i retroscena?

La mia indubbiamente è una storia particolare e curiosa. Io giocavo spesso in un campetto vicino a quello dove si allenava la squadra del Matera. In quella formazione militava anche il compianto Angelino Rosa, il quale nell’estate del 1969 sarebbe poi approdato in maglia rossoverde e fu proprio lui a segnalarmi alla dirigenza della Ternana, la quale poi mi invitò a fare un provino. Venni a Terni così, quasi per scherzo, ed invece il provino andò così bene che i dirigenti rossoverdi mi dissero che dovevo fermarmi subito in città. Per me era il primo provino della mia vita e rimasi stupito da quella proposta, dato che ero poco più di un ragazzino!
Fu veramente la mia fortuna!

3) Nei suoi primi due anni in rossoverde lei militò nella formazione Primavera, anche se si allenava con la prima squadra. Che esperienza fu?

Io all’epoca dimostravo fisicamente meno anni di quelli che avevo e dissi una bugia quando dichiarai di essere del 1952. Questo fece arrabbiare non poco i dirigenti rossoverdi al punto tale che stavano per rinunciare a farmi firmare il cartellino. Furono poi Cardillo e Marinai che, passando in sede, convinsero i dirigenti a farmi firmare, perché convinti delle mie qualità. Non posso fare a meno di ringraziarli ancora oggi!
Il settore giovanile della Ternana era veramente di primo ordine, organizzatissimo. Ricordo il dirigente responsabile Laureti: un grande! Ovviamente anche Mister Andreani che, insieme a Mister Viciani, sono stati fondamentali per la mia carriera calcistica.
Secondo me Mister Andreani è stato il più grande istruttore di calcio per i giovani che ho conosciuto nella mia carriera, compreso le società più importanti in cui ho militato, come Roma, Inter, Torino, ecc.
Viciani sicuramente un precursore del calcio moderno.
In Primavera feci due bei campionati, dove ho vinto il titolo di  capocannoniere, con la squadra spesso in prima posizione. Insomma la chiamata in prima squadra non è arrivata per caso,  credo sinceramente di essermela meritata.
Infatti nella stagione 1971-’72, quella della vittoria del campionato di serie B, Mister Viciani, che mi chiamava con l’appellativo di “il bimbo”, mi convocò un paio di volte, portandomi in panchina ma non riuscii ancora a fare l’esordio in prima squadra.

4) Nella stagione successiva la Ternana partecipava al campionato di serie A. Lei faceva parte ancora della rosa della “Primavera”, o da subito partì con la prima squadra?

In quella stagione feci tutta la preparazione con la prima squadra e pure successivamente, durante il campionato, mi allenavo con loro, poi però la domenica venivo mandato a giocare con la formazione Primavera. A dicembre, la domenica successiva dopo la sconfitta di Torino contro la Juve (Juventus-Ternana 2-0, il 24-12-1972), Viciani, dopo un allenamento del mercoledì dove mi ero messo bene in mostra, sorprendendomi non poco, negli spogliatoi  mi disse che nella partita successiva avrei giocato titolare.

5) Fa l’esordio in maglia rossoverde il giorno prima di San Silvestro del 1972, contro la Fiorentina (Fiorentina-Ternana 2-1). Ricorda se le tremarono le gambe quando Mister Viciani le comunicò che sarebbe sceso in campo da titolare?

Devo raccontare  un aneddoto a proposito di quella partita. Io sarei dovuto andare a casa per le vacanze di Natale ma pochi giorni prima incontrai Mister Meregalli, il secondo di Viciani, e Mastropasqua, i quali mi chiesero se avessi intenzione di andare con la prima squadra nella doppia trasferta di Torino (contro la Juventus) e Firenze. Inizialmente ero più propenso all’idea di andare a trovare i miei, visto che erano mesi che non li vedevo, poi però mi feci convincere ed accettai, ma non pensavo certo di fare l’esordio in serie A!
In quella partita contro i Viola nei primi cinque minuti mi sentivo le gambe bloccate dall’emozione, poi cominciai a giocare come sapevo fare ed alla fine feci una buona prestazione, nonostante la sconfitta della squadra. Tanto è vero che poi Mister Viciani, nel nostro ritiro di Coverciano, per premio volle pagarmi….un gelato! Proprio come ai bambini (ride, n.d.r.).

6) Cosa ha rappresentato per lei e per la sua carriera Mister Viciani?

Come ho già detto Mister Viciani è stato fondamentale per la mia carriera, dato che fu lui a darmi fiducia e farmi esordire in serie A, da dove poi ho spiccato il volo per arrivare dove sono arrivato.
Mi ha saputo ben gestire, facendomi giocare quando capiva che potevo dare qualcosa alla squadra e facendomi riposare quando capiva che non ero al massimo della condizione.

7) Il suo primo goal con la maglia rossoverde arrivò proprio contro la squadra che poi avrebbe vinto lo scudetto in quella stagione (Ternana-Juventus 2-3, il 29/04/1973). Ricorda le sue emozioni di quel giorno?

Anche in questo caso una bella emozione iniziale ma una volta in campo cercai di dare tutto quello che potevo e feci veramente una grande partita, poi quel goal ovviamente mi diede una grande gioia e mi spinse a fare sempre meglio. Ricordo che in quella partita mi marcava Furino, che non era certo l’ultimo arrivato, ma quel giorno non gli feci vedere palla!
Quando all’inizio del secondo tempo Mister Viciani mi sostituì, il pubblico lo contestò fischiando sonoramente, però onestamente credo avesse ragione lui perché, nonostante avessi già giocato altre partite, io non avevo ancora i 90 minuti nelle gambe. Questo nonostante il fatto che in quella squadra ero l’unico ad essere esentato dal Mister a correre ininterrottamente per tutto il tempo che si era in campo, dato che a me chiedeva piuttosto l’estro e la fantasia.
A quella partita assistette, come inviato del suo giornale, Mister Scopigno, l’allenatore del Cagliari Campione d’Italia, il quale scrisse un articolo dove parlò benissimo del sottoscritto e questo fece si probabilmente che si accorgessero di me anche i dirigenti della Roma, società nella quale  mi sarei poi trasferito nell’estate successiva.

8) In quella squadra c’erano, oltre lei, giocatori, giovani e di esperienza. Che rapporto aveva con loro?

Ho un avuto un buon rapporto con tutti perché quella squadra era costituita da uomini veri e da giovani seri, senza tanti grilli per la testa. Eravamo veramente un bel gruppo di amici.

9) Quella Ternana, con il “gioco corto” di Mister Viciani, pur arrivando ultima in classifica, spesso usciva tra gli applausi del pubblico, compreso quello non di fede rossoverde. Secondo lei quali furono gli errori che portarono a quella stagione fallimentare, almeno nei risultati, con conseguente immediata retrocessione?

Secondo me l’errore madornale lo fece la Società con una campagna acquisti, non gestita dal Mister, veramente disastrosa! Acquistarono dei giocatori, non perchè di poco valore, ma sicuramente assolutamente non adatti al gioco di Mister Viciani. Sono convinto che con due/tre giocatori di categoria e con le caratteristiche richieste dal gioco del Mister, la Ternana sarebbe arrivata tranquillamente a metà classifica.

10) Nell’estate del 1973 lei si trasferisce alla Roma e per lei che aveva solo 20 anni immagino sia stata una grandissima soddisfazione professionale. Purtroppo le cose non andarono come probabilmente aveva sperato e lei scese in campo due sole volte. Che esperienza fu per il giovane Selvaggi?

Nel ritiro estivo con la squadra i tifosi giallorossi incitavano il mio nome perché credevano in me, poi però purtroppo ebbi un infortunio serio, uno strappo muscolare che mi condizionò per tutto il resto della stagione, tanto è vero che dovetti stare fermo per ben quattro mesi. Inoltre Mister Scopigno, che mi aveva voluto nella Roma, si dimise dopo solo sei giornate. In quella rosa c’erano giocatori di grande esperienza, del calibro di Domenghini, Prati, ecc.
Se a tutto questo si aggiunge anche il fatto che ero giovane, solo venti anni, e quindi sicuramente inesperto, si spiegano i motivi di quella stagione fallimentare.

11) Nell’estate del 1974 fa ritorno in casacca rossoverde e scende in campo prima in Coppa Italia (Fiorentina-Ternana 1-1, il 14/09/1974) e poi nella prima partita di campionato (Ternana-Fiorentina 0-1, 06/10/1974: una costante!!!) ma nei giorni successivi viene ceduto al Taranto in serie B, insieme al suo compagno di squadra Jacomuzzi. Sperava di poter giocare ancora in serie A o la scelta di Taranto fu per lei soddisfacente?

Io ero in comproprietà di Ternana e Roma, quest’ultima non mi riscattò e quindi tornai a Terni, dove trovai un allenatore, Mister Riccomini, con cui non scattò mai il feeling necessario.
A quel punto, nonostante la stima che avevo da parte dei tifosi rossoverdi, mi accordai con la Società per il mio trasferimento in Puglia, dove rimasi per cinque splendide stagioni.

12) Tornerà a calcare lo splendido terreno di gioco del Liberati da avversario proprio con la maglia del Taranto (Ternana-Taranto 0-0, il 14/05/1978  e 1-1, il 25/02/1979). Ricorda quale fu la sua sensazione in quel momento e che accoglienza le riservò il pubblico ternano?

Fui accolto con un applauso al momento dell’ingresso in campo e questo mi fece molto piacere. D’altra parte io ero andato via dalla Ternana quando ero un beniamino del pubblico ternano e quindi non ci sarebbe stato nessun motivo per contestarmi perché tornavo da avversario.
La passione che hanno per la loro squadra i tifosi rossoverdi raramente l’ho trovata in altre piazze.
Inoltre tengo a sottolineare che io Terni la porto ancora nel cuore perché nella vostra città sono arrivato che ero poco più di un bambino e le esperienze fatte mi hanno trasformato in un uomo. E se professionalmente ho poi avuto delle soddisfazioni, sicuramente molto lo devo alla Ternana.

13) Proprio nell’incontro della stagione 1978/’79 accadde un po’ di tutto. Infatti ci fu prima un’invasione solitaria di campo da parte di un tifoso rossoverde con una tentata aggressione all’arbitro e poi incidenti al termine della partita. Ricorda questi episodi?

Non ricordo precisamente questi episodi però sicuramente noi del Taranto quel giorno non avemmo nessun tipo di problema e lasciammo il Liberati regolarmente e tranquillamente al termine dell’incontro.

14) Nei suoi anni alla Ternana, quale giovane giocatore uscito dal settore giovanile ritiene che poteva far di più in carriera?

In quegli anni uscirono fior fiori di giocatori dal settore giovanile rossoverde! Ricordiamo i vari Longobucco, La Torre, Garritano, De Luca, Bagnato, ecc. Credo che proprio Bagnato, nonostante che abbia avuto una buona carriera, per le sue qualità tecniche forse avrebbe potuto fare ancora meglio.

15) Sempre relativamente agli anni in rossoverde, ricorda quale fu l’avversario che gli creò più problemi in campo, quello che potrebbe definirsi senza nessuna ombra di dubbio la sua “bestia nera”?

No, sinceramente non ricordo nessun avversario “impossibile” da affrontare. Per un motivo molto semplice: io giocavo da mezzala ed il Mister mi dava l’autorizzazione a svariare in tutto il campo, così facendo non davo punti di riferimento all’avversario.

16) C’è una maglia della Ternana che avrebbe voluto conservare per tutta la vita, magari per farla vedere agli amici e raccontargli di quella volta che…?

In modo particolare sono due le partite: ovviamente quella contro la Juventus (Ternana-Juventus 2-3, il 29-04-1973) e contro la Samp (Ternana-Sampdoria 0-2, il 18-03-1973), dove in entrambi i casi, nonostante le sconfitte, feci delle buonissime prestazioni.
Tra i ricordi meno piacevoli invece ricordo la partita al Bentegodi (Hellas Verona-Ternana 1-0, il 25-03-1973) dove giocai, forse anche a causa del campo molto pesante per la pioggia, veramente malissimo, sbagliando tutto ciò che era possibile sbagliare.

17) Come ha vissuto la convocazione ai Mondiali del 1982 al posto di Pruzzo, capocannoniere delle due stagioni precedenti?

Questa è una “leggenda metropolitana”, creata da qualche giornalista dell’epoca e che va avanti da allora ma che non è assolutamente vera!
La verità è che io ero entrato nel giro della Nazionale dall’anno precedente ed avevo esordito nella partita amichevole contro la Germania dell’Est (Italia-DDR 0-0, 19-04-1981), poi giocai contro la Bulgaria, sempre in amichevole (Italia-Bulgaria 3-2, il 23-09-1981). Successivamente il C.T. mi convocò nelle partite di qualificazione per i Mondiali contro la Jugoslavia, a Belgrado davanti a 100.000 spettatori (Jugoslavia-Italia 0-0, 17-10-1981) e scesi in campo contro la Grecia (Italia-Grecia 1-1, il 14-11-1981).
Quindi la convocazione per il Mondiale in Spagna fu semplicemente una conseguenza delle scelte effettuate in precedenza dal C.T. Bearzot.

18) Risultato che forse è quello che ancora inorgoglisce gli italiani  più di altri per come è arrivato.
Cosa ha provato lei ad alzare la Coppa più bella, considerando che è sogno di tutti i tifosi poterla soltanto osservare?  Quanta amarezza però per non essere riuscito a scendere in campo neanche per un minuto?

Il segreto di quella squadra e di quel risultato stava nel fatto che tra noi giocatori c’era un’amicizia vera, era un gruppo nel vero senso della parola. In quella formazione, come poi avremmo potuto tutti costatare, c’erano grandi giocatori.
Ovvio che tutti avremmo voluto giocare quelle partite, io per primo. Chi non l’avrebbe voluto? Però in un Mondiale ogni giocatore rappresenta la propria Nazione e secondo me deve accettare le scelte dell’allenatore e collaborare per ottenere il risultato sperato, anche se va in panchina. Che senso avrebbe contestare le scelte del C.T.? Cosa otterrebbe?

19) Oggi, a tanti anni di distanza da allora, cosa prova quando sente la parola Terni o Ternana o vede in campo una maglia rossoverde?

Per me è sempre un’emozione! Erano sicuramente altri tempi e la società di quegli anni era molto diversa da quella di oggi, dove i giocatori erano molto più vicini alla gente rispetto a quello che accade oggi. Io ho vissuto veramente la città, in tutti i sensi e mi sentivo per certi versi un po’ ternano.
Come ripeto, Terni e la Ternana per me sono state una tappa fondamentale per la mia carriera e per la mia vita dato che quando sono arrivato ero poco più di un bambino, era la prima volta che mi allontanavo dalla mia città e lì sono cresciuto come uomo e come calciatore. Non potrei mai dimenticare i miei compagni di squadra di allora, il tecnico delle Giovanili Andreani, Mister Viciani e tutti i vari componenti della Società.
Devo veramente moltissimo a tutto l’ambiente rossoverde.

20) Oggi lei è sempre nel mondo del calcio rivestendo il ruolo di Capo Delegazione della Nazionale Italiana Under 16. Quanto e come è cambiato secondo lei il calcio rispetto ai suoi tempi?

Oggi si dice sempre che il calcio di oggi è molto più fisico di quello dei miei tempi ma io non sono assolutamente d’accordo! Ricordo gli allenamenti durissimi a cui ci sottoponeva Mister Viciani, erano così duri che a volte quando andavo a casa non riuscivo nemmeno a mangiare per quanto ero stanco!
Io ho giocato negli anni ’70 ed ’80 e, soprattutto nel secondo decennio, nel campionato italiano  c’erano i migliori giocatori al mondo, come Maradona, Platini, Falcao, Van Basten, Gullit, Zico, Rumenigge, Matthàus, Briegel, ecc. Erano giocatori di grande classe ma anche di grande fisicità, molto più dei giocatori di oggi, tipo Insigne, Verratti, Immobile, ecc.
 

La carriera di Selvaggi in rossoverde:

1970-’72: (Giovanili)                                                                                                                                         

1972-’73 (Serie A): Presenze in campionato: 12,
Goal realizzati: 1                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0

1974-‘75 (Serie A): Presenze in campionato: 1,
Goal realizzati: 0                                                                                                                                                           Presenze in Coppa Italia: 1, Goal realizzati: 0

La carriera di Franco Selvaggi (calciatore):                                           
19??-’70: Gianni Rivera Matera (Pro Matera) (giovanili)
1970-’72: Ternana (Primavera)
1972-’73: Ternana                     presenze: 12, goal: 1
1973-’74: Roma (serie A)         presenze: 2, goal: 0
1974-:      Ternana (serie A)      presenze: 1, goal: 0
1974-’79: Taranto (serie B)       presenze: 146, goal:22
1979-’82: Cagliari (serie A)      presenze: 85, goal: 28
1982-’84: Torino (serie A)        presenze: 56, goal: 15
1984-’85: Udinese (serie A)      presenze: 20, goal: 5
1985-’86: Inter (serie A)           presenze: 7, goal: 0
1986-’87: Sambenedettese (serie B)  presenze: 26, goal: 9

Nazionale:
1980:        Italia Under 21         presenze: 2, goal: 2
1981-‘82: Italia                         presenze: 3, goal: 0

La carriera di Franco Selvaggi (allenatore):                                         1992-’93: Catanzaro (serie C2)
1994:        Taranto (serie D)
1996:        Matera (serie C2)
1998:        Castel di Sangro (serie B)
2002:        Crotone (serie B)

Palmares:
1982:        Nazionale: Campione del Mondo

                                                                        Marco Barcarotti

(intervista realizzata nel Maggio 2020)

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Sezione: News / Data: Mer 14 ottobre 2020 alle 20:00
Autore: Ternananews Redazione
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