Il centrocampista del secolo: le leggende rossoverdi del cuore del campo
Dettaglio maglia 2025-2026 Ternana Calcio - Foto Ternana Calcio
Da quella posizione centrale, dove il campo si apre a trecentosessanta gradi e dove si creano idee e si spezzano le trame avversarie, nascono i giocatori più duttili del calcio: artisti e operai allo stesso tempo, capaci di trasformarsi da motore offensivo a scudo difensivo in un istante.In vista dell’evento del 5 dicembre per “Il Rossoverde del secolo”, ripercorriamo le storie di chi, dopo portieri e difensori, al centro del campo ha lasciato un segno profondo al Liberati.
Daniele Bellotto è uno di questi. Cresciuto nei pulcini della Lamonese e poi nella Feltrese, arrivò alla Pievigina in Interregionale prima di passare per diverse squadre di Serie C2 e C1, accumulando esperienza e visibilità. Era un centrocampista di personalità, pronto al salto di qualità quando nel 1996 arrivò alla Ternana in Serie C2. Qui si impose subito: 8 gol in 32 presenze furono decisivi per la promozione. L’anno successivo contribuì con 6 reti alla buona stagione in C1 e prese parte alla scalata verso la Serie B nel 1998-1999, annata in cui collezionò 34 presenze. Con oltre 100 gare e 15 gol complessivi, Bellotto divenne una figura centrale del centrocampo rossoverde, vivendo la Ternana come un vero trampolino di lancio per la sua carriera.
Un percorso diverso ma altrettanto significativo è quello di Ezio Brevi, romano classe 1970, che iniziò tra dilettanti come Trezzano sul Naviglio e Corsico prima di emergere alla Pro Sesto in Serie C1. Dopo le esperienze a Fiorenzuola e Triestina, nel 1997 giunse alla Ternana, dove divenne subito fondamentale nel ruolo di mediano incontrista, contribuendo alla promozione in Serie B e indossando anche la fascia di capitano grazie alle sue qualità di leadership. Dopo un passaggio alla Reggina e l’esordio in Serie A, tornò a Terni nel 2002 per altre due stagioni solide in cadetteria, chiudendo la sua avventura rossoverde con 137 presenze e 14 gol. A fine carriera intraprese la via dell’allenatore, guidando anche le formazioni U17 e U18 della Ternana.
La storia di Antonio Candreva, nato a Roma nel 1987, si intreccia con quella rossoverde sin da giovanissimo: dopo gli inizi alla Lodigiani, arrivò nel settore giovanile della Ternana nel 2002, debuttando in Serie B l’anno dopo nella partita contro l’Empoli (1-1). Con i rossoverdi, tra il 2004 e il 2007, giocò 49 partite e servì 2 assist, mostrando già le qualità che lo avrebbero portato lontano: corsa, tecnica, duttilità. L’Udinese lo acquistò nel 2007 e da lì iniziò un lungo percorso tra prestiti (Livorno, Juventus, Parma, Cesena) e grandi palcoscenici come Lazio, Inter (con cui segna il suo unico gol in Champions League), Sampdoria e Salernitana, fino al ritiro annunciato il 18 marzo 2025.
Diverso il cammino di Piero Cucchi, cresciuto nel Torino prima di trasferirsi al Piacenza, dove si affermò conquistando un ruolo da titolare. La sua grinta e e le ottime prestazioni lo portarono al passaggio al Varese, con cui raggiunse la Serie A. Nel 1969 giunse alla Ternana, diventando un elemento prezioso del centrocampo: serio, generoso, equilibratore di gioco, capace di segnare 9 gol in 73 partite. Rimase per tre stagioni, lasciando un ricordo di affidabilità assoluta, prima di chiudere la carriera tra Arezzo e Savona. La passione per il calcio lo portò poi a una lunga carriera da allenatore in piazze come Arezzo, Potenza, Turris e Juve Stabia.
Di talento e qualità è anche Vincenzo D’Amico, centrocampista offensivo raffinato, abile sui calci piazzati e uomo-assist naturale. Dopo una lunga e significativa carriera nella Lazio, con cui vinse lo scudetto nel 1974, arrivò alla Ternana tra il 1986 e il 1988. Anche in Serie C2 continuò a mostrare tutta la sua classe: 13 gol in 27 partite nella prima stagione e 7 reti in 29 nella seconda. In quegli anni fu non solo un giocatore determinante, ma anche un punto di riferimento tecnico ed emotivo per la squadra.
Chi ha lasciato un ricordo indelebile è anche Roberto D’Ermilio, giovane centrocampista abruzzese arrivato a Terni nel 1990 dopo essersi messo in luce tra Bari e Potenza. In tre stagioni collezionò 67 presenze tra Serie C1, Coppa Italia e Serie B e oltre 5 gol, ma uno su tutti rimase scolpito nella memoria dei tifosi: un tiro da 30 metri che decise il derby fermo sullo 0-0 contro il Perugia, lanciando la squadra verso la Serie B.
Fabrizio Fabris, cresciuto nel vivaio del Napoli e poi protagonista in C1 e C2 con Turris, Cuoiopelli e Ischia, arrivò a Terni nel 1997 dopo varie esperienze tra Monopoli, Cosenza, Ravenna e Nocerina. Qui divenne rapidamente un punto fermo e in seguito capitano, disputando 184 partite e segnando 16 gol tra Serie B, C1 e Coppa Italia. Giocatore costante e uomo squadra, incarnò un ruolo di leadership che proseguì anche a fine carriera, quando divenne responsabile del settore giovanile rossoverde e tecnico in vari club, oltre a tornare a Terni con incarichi anche nell’eccellenza ternana.
Houssine Kharja, nato in Francia e cresciuto tra PSG e Sporting Lisbona, arrivò a Terni nel 2001. Il suo esordio tra i professionisti fu proprio in rossoverde, dove rimase quattro anni in Serie B, mostrando qualità tecniche superiori e una grande capacità di inserimento: 23 presenze il primo anno, poi 28, 35 e 33 con un totale di 10 gol. Le sue prestazioni gli aprirono le porte della nazionale marocchina e della Roma, dove segnò anche un gol in Serie A. Dopo il rientro alla Ternana, rifiutò di giocare in C1 e iniziò una lunga carriera in Italia e all’estero tra Siena, Genoa, Inter, Fiorentina, Al-Arabi, Sochaux e Steaua Bucarest.
Un’altra figura rimasta nel cuore dei tifosi è quella di Francesco “Franco” Liguori, talento napoletano cresciuto a Terni. Dal 1965 al 1970 collezionò 130 presenze e 13 gol tra Serie C e B, imponendosi per visione di gioco ed eleganza, un vero fuoriclasse. La sua carriera venne però segnata da un grave infortunio al ginocchio dopo il trasferimento al Bologna in uno scontro con il giocatore del Milan Romeo Benetti. Il grave infortunio lo limitò pesantemente anche nelle esperienze successive al Foggia e al Brindisi. Dopo il ritiro affrettato a trent’anni a causa delle condizioni di salute, intraprese la carriera da allenatore passando per Ternana, Bologna, Sambenedettese, Cavese, Palermo e Monopoli, fondando anche una scuola calcio a Terni che porta il suo nome.
Tra i più iconici della storia rossoverde c’è poi Romano Marinai, che dopo gli inizi in Toscana e l’esordio in Serie A con il Lecco nel 1962, arrivò alla Ternana nel 1965 trovando la sua vera casa calcistica. Divenne capitano e simbolo del club, protagonista della scalata dalla Serie C alla Serie A e autore di 7 gol nella storica stagione 1971-72. Indimenticabile la sua rovesciata nel derby contro il Perugia. Con oltre 250 presenze e 21 gol, rimane uno dei capitani più rappresentativi della storia rossoverde. La sua presenza costante, la leadership e la professionalità lo resero uno dei capitani più amati della storia rossoverde, e ancora oggi è ricordato come simbolo di dedizione e attaccamento alla squadra.
Giulio Migliaccio, centrocampista noto per grinta e temperamento, ha svolto per gran parte della carriera il ruolo di interditore, più che di finalizzatore, distinguendosi per contrasti, corsa e colpo di testa. iniziò nel Savoia prima di passare alla Puteolana e poi al Bari, che lo mandò al Giugliano in C2. Nel 2003 arrivò alla Ternana in Serie B, dove ebbe finalmente l’opportunità di dimostrare le sue qualità di mediano generoso e instancabile. In poco più di una stagione diventò un punto di riferimento grazie al suo carattere, tanto da conquistare anche la fascia da capitano. Durante la sua permanenza a Terni, si costruì una reputazione di centrocampista combattivo, capace di legare la fase offensiva e difensiva, lasciando un segno di serietà, affidabilità e spirito di sacrificio. Nel 2005 passò all’Atalanta, che lo acquistò in comproprietà, ma i rossoverdi vinsero le buste e ne mantennero il cartellino, confermando la fiducia in lui. In poco più di una stagione lasciò un’impronta forte, costruendosi la fama di giocatore combattivo e affidabile. Dopo Terni, completò una brillante carriera tra Atalanta, Palermo e Fiorentina.
Giacomo Modica, centrocampista di carattere e qualità, arrivò alla Ternana nel 1996 dopo molte esperienze tra Palermo, Licata, Messina, Acireale, Padova e Ancona. Prese rapidamente le redini del centrocampo, diventando un vero leader e guidando la squadra nella stagione 1996-97 alla promozione dalla Serie C2 alla C1, in una combattuta sfida con il Livorno. Il suo gol decisivo contro gli amaranto fu determinante per conquistare lo scontro diretto e vincere il campionato di una lunghezza sopra i labronici. Nella stagione successiva, 1997-98, Modica continuò a garantire continuità e solidità in mezzo al campo, aiutando la squadra a ottenere una seconda promozione consecutiva, stavolta approdando alla Serie B dopo un playoff vittorioso contro la Nocerina. La sua leadership e la sua intelligenza tattica lo resero uno dei motori del centrocampo. Dopo la sua esperienza in Umbria, continuò a giocare con l’Atletico Catania prima di intraprendere la carriera da allenatore, lavorando anche come vice di Zdeněk Zeman per sei anni, lo stesso tecnico che aveva contribuito a far emergere talenti come Capuano, futuro capitano della Ternana.
Antonio Palumbo è uno dei volti più recenti a essere ricordati tra i protagonisti del centrocampo rossoverde. Ha mosso i primi passi nel calcio con le scuole calcio Amici di Mugnano e Mariano Keller, attirando presto l’attenzione della Ternana, che nel 2012 lo accolse nel suo settore giovanile. Con i rossoverdi esordì da professionista in Coppa Italia nel 2014 e poco dopo iniziò anche le sue prime apparizioni in Serie B. Tra il 2014 e il 2017, Palumbo consolidò il suo ruolo di centrocampista creativo e fondamentale nel gioco della squadra, diventando uno dei protagonisti grazie alla sua visione di gioco, agli assist e alla capacità di collegare centrocampo e attacco. Successivamente fu acquistato dalla Sampdoria, ma fece ritorno più volte alla Ternana in prestito, continuando a mostrare continuità, maturità e leadership in campo. Durante il suo periodo in Umbria collezionò quasi 200 presenze, segnò 15 gol e fornì oltre 20 assist, contribuendo in modo decisivo alla promozione della squadra e diventando un punto di riferimento per compagni e tifosi. Chiusa l’esperienza con la Ternana, oggi prosegue la sua carriera al Palermo dopo la parentesi a Modena.
Arcangelo “Lello” Sciannimanico nato a Bari, mosse i primi passi nel calcio nella sua città, debuttando in prima squadra con i biancorossi, dove rimase per cinque stagioni. La sua bravura in mezzo al campo gli permise di giocare in squadre come Sambenedettese, Avellino, Foggia e Reggina, muovendosi tra Serie B e Serie C. Nel 1988 arrivò alla Ternana, in un momento in cui la società puntava su giocatori esperti per risalire. Nella sua prima stagione con i rossoverdi realizzò 10 reti, inclusa quella nel derby contro il Gubbio. A Terni diventò capitano, guadagnandosi il rispetto del gruppo e dei tifosi, e giocò un ruolo determinante nella promozione dalla Serie C2 alla C1, partecipando attivamente a momenti chiave come uno spareggio decisivo. Durante la sua esperienza collezionò più di 70 presenze e 16 gol. Dopo l’addio alla Ternana continuò a giocare per qualche stagione in Serie C, chiudendo infine la carriera all’Altamura nel 1992 e intraprendendo poi la carriera da allenatore in club come Barletta, Fermana, Bari e Matera.
Infine, la storia di Orlando Strinati, uno dei simboli più puri della Ternana. Lanciato da Béla Károly nel 1937-38, ebbe una parentesi al Torino con cui vinse scudetto e Coppa Italia, ma dedicò la maggior parte della carriera alla sua città: 241 presenze ne fanno uno dei più presenti di sempre. Metteva cuore e dedizione in mezzo al campo e contribuì alla rinascita della squadra dopo la Seconda Guerra Mondiale, giocando in Serie B e poi nei campionati inferiori. Verso la fine della carriera, nella stagione 1951-52, assunse anche il ruolo di giocatore-allenatore della Ternana, continuando a trasmettere la sua esperienza ai compagni più giovani. Dopo aver smesso di giocare, Strinati rimase vicino al mondo del calcio, allenando a livello giovanile nella sua città fino agli ultimi anni della vita. L’amministrazione comunale ha deciso di dedicare in suo nome l’impianto sportivo dove gioca il Terni FC, squadra che milita nel torneo di Eccellenza umbra.
Dopo aver ripercorso le gesta di chi ha fatto la storia della Ternana al centro del campo, è ora il momento per i tifosi di avere voce: votate il vostro “centrocampista del secolo” e celebrate chi ha saputo imprimere il proprio talento sul campo del Liberati.
