Gli eroi del gol: il Rossoverde del secolo

Gli eroi del gol: il Rossoverde del secolo

Dettaglio maglia 2025-2026 Ternana Calcio - Foto Ternana Calcio

Il ruolo dell’attaccante è decisivo e complesso: non significa soltanto segnare, ma assumersi responsabilità che vanno oltre il gol, diventando spesso il primo difensore attraverso il pressing e la partecipazione attiva al gioco. Lo ha ricordato anche Liverani, sottolineando come un’efficace fase offensiva possa influenzare positivamente quella difensiva. Dopo aver presentato i candidati tra portieri, difensori e centrocampisti in vista dell’evento “Rossoverde del Secolo”, è il momento di concentrare l’attenzione sulla punta dell’iceberg di uno sport che vive di collettivo ma che, nel momento decisivo, si affida proprio agli attaccanti.

Tra gli attaccanti non può mancare Mirco Antenucci, molisano d’origine, che nonostante una sola stagione in rossoverde è riuscito a lasciare un segno profondo, indossando anche la fascia di capitano. Cresciuto nel Giulianova Calcio, alterna stagioni da titolare a periodi più complicati, vivendo anche diversi prestiti — come quello all’AC Ancona — sfruttati sempre per crescere. A seguire matura esperienza con Calcio Catania, Venezia FC, Pisa Calcio e soprattutto con l’Ascoli Calcio 1898, dove esplode definitivamente grazie a 24 gol in una stagione, affermandosi come uno dei bomber più prolifici della Serie B. Passa poi da Torino FC e Spezia Calcio, prima di approdare alla Ternana nel 2013 con l’obiettivo di diventare il riferimento offensivo della squadra. E così sarà: nella stagione 2013-2014, con 40 partite e 19 gol, diventa il fulcro dell’attacco rossoverde e capocannoniere della squadra. Nel girone di ritorno, con l’arrivo in panchina di Attilio Tesser, segna 6 gol nelle prime 11 gare e contribuisce alla serie di 12 risultati utili consecutivi che allontanano la Ternana dalla zona retrocessione. L’addio arriva nell’estate 2014, quando viene acquistato dal Leeds United, ma a Terni resta il ricordo di un centravanti tecnico e determinato, capace di segnare reti iconiche come la celebre rovesciata contro lo Spezia.

Massimo Borgobello nasce il 17 maggio 1971 a Sacile. Inizia nel calcio dilettantistico con Conegliano e Caerano, prima di approdare al professionismo in Serie C2. Dopo esperienze al Chievo in Serie B e all’Ischia in Serie C1, arriva alla Ternana nel 1997, voluto da Luigi Delneri. Il suo impatto è immediato: nella prima stagione in Serie C1 contribuisce alla salvezza con numerosi gol. In Serie B conferma il suo valore con 15 reti, aiutando la squadra a mantenere la categoria. Dopo un breve passaggio al Venezia in Serie A, Borgobello torna nel 2000 alla Ternana, diventando un punto di riferimento e consolidandosi come uno dei bomber più importanti della storia rossoverde: nella stagione 2002‑2003 segna 18 gol, piazzandosi tra i migliori realizzatori del campionato, e l’anno successivo realizza altri 11 centri. Con oltre 200 presenze e quasi 80 gol, guadagna l’affetto dei tifosi e il soprannome di “BorgoGol”.

Roberto Borello, nato in Calabria, è diventato una figura iconica nel calcio umbro, in particolare a Terni, non tanto per il numero di reti segnate quanto per la sua abilità tecnica e la capacità di saltare l’uomo, creando occasioni per sé e per i compagni. Dotato di grande fantasia e agilità, Borello rappresentava il giocatore capace di scardinare le difese più organizzate con giocate imprevedibili. La sua carriera inizia al Catanzaro, militando dalla Serie A alla C1, prima di approdare alla Ternana nel corso del campionato di Serie C1 1989‑1990, sotto la guida di Claudio Tobia. Rimane due stagioni, per poi tornare nel 1993‑1994 con la squadra in Serie D, contribuendo alla promozione in C1 sotto Luigi Delneri. Con la maglia rossoverde colleziona complessivamente 169 presenze e 15 reti tra Serie C1, C2 e D, intervallate da una parentesi al Mantova. Dopo il 1997 prosegue la carriera da calciatore con Rieti e Narnese, per poi intraprendere quella da allenatore in diverse squadre. Recentemente è tornato alla guida della panchina del Terni FC in Eccellenza.

Antonio Cardillo, centrocampista calabrese dal piede raffinato, entra nel cuore dei tifosi della Ternana negli anni Sessanta. Dopo i primi passi tra Asti e Torino, e qualche esperienza in Serie B con Venezia e Alessandria, approda a Terni nel 1965 e diventa subito un faro della fase ovvensiva rossoverde. Non è solo la sua capacità di segnare o di costruire gioco a renderlo speciale: è il modo in cui guidava la squadra, con passaggi precisi e una determinazione silenziosa, che faceva alzare il pubblico in piedi. Con 172 presenze e 48 gol con la Ternana, Cardillo resta un simbolo di talento e dedizione, un giocatore che ha saputo incarnare lo spirito del club e la passione dei suoi tifosi. Nel 2023 si congratulò con César Falletti per aver eguagliato il suo record di reti con la maglia della Ternana, fissato a 48, sottolineando il legame storico tra le generazioni di bomber rossoverdi. Cardillo rimane così una figura di riferimento per tifosi e società, esempio di dedizione, tecnica e leadership, e un simbolo della continuità e della tradizione della Ternana.

Paolo Doto iniziò la sua carriera professionistica con la maglia della Milanese in Serie D, prima di compiere il salto al Varese dove debuttò in Serie B. Rimase tre stagioni in biancorosso, mostrando già la sua capacità di incidere nel gioco con costanza e determinazione. Successivamente proseguì la carriera nelle Serie C e C2, vestendo le maglie di Triestina, Casertana, Barletta e Latina, accumulando esperienza e dimostrando grande duttilità in diversi contesti e squadre. Nel 1988 approdò alla Ternana, in un momento in cui la squadra cercava di risalire la piramide del calcio italiano. Doto si impose subito come giocatore fondamentale: nella stagione 1988‑1989 contribuì in modo decisivo alla promozione in Serie C1 e, il 1º aprile 1990, realizzò un gol memorabile nel derby contro il Perugia. La corsa verso la Curva Est e il bacio alla maglia rossoverde al Liberati rimasero scolpiti nella memoria dei tifosi come un simbolo del suo amore per la città. Doto non fu solo un giocatore tecnico e determinato, ma anche un uomo generoso, capace di mantenere vivo il rapporto con la squadra e i tifosi, partecipando alle iniziative della società anche dopo il ritiro, fino alla sua scomparsa nel 2016.

César Falletti, nato il 2 dicembre 1992 in Uruguay, muove i suoi primi passi nel professionismo con il C.A. Cerro, dove nella stagione 2012-2013 colleziona 39 presenze e 5 gol. Nell’agosto del 2013 arriva in Italia e firma con la Ternana: è l’inizio di un legame destinato a lasciare un segno profondo. La sua prima stagione in rossoverde è di adattamento, ma già allora si intravedono la tecnica fine, la rapidità e quella creatività che negli anni successivi lo avrebbero reso uno dei giocatori più amati dai tifosi. Con il tempo, Falletti cresce, prende fiducia e diventa un punto fermo della squadra: nella stagione 2015-16 segna 10 gol e l’anno seguente ne aggiunge 7, confermandosi tra i protagonisti assoluti della Ternana. Alterna con naturalezza il ruolo di trequartista a quello di esterno offensivo, mettendo in mostra duttilità, dribbling, visione di gioco e un fiuto del gol sempre più maturo. Nel corso delle sue esperienze in rossoverde — prima tra il 2013 e il 2017, e poi con i successivi ritorni — Falletti scrive pagine importanti della storia recente del club. Dopo l’addio, prosegue la carriera con Cremonese, Bari e, oggi, Mantova, ma per i tifosi della Ternana resta il ricordo vivo di un attaccante che univa fantasia e concretezza, capace di essere decisivo nei momenti più delicati.

Mario Frick iniziò la sua carriera nella sua Liechtenstein, nel piccolo FC Balzers, dove mosse i primi passi nella Prima Lega svizzera. Da lì passò al FC St. Gallen, club che gli permise di affermarsi come attaccante prolifico, prima di continuare la sua crescita con FC Basel e FC Zürich, consolidando la propria reputazione nel calcio elvetico. Nel 2000 sbarcò in Italia, all’AC Arezzo in Serie C1, e i suoi 16 gol attirarono immediatamente l’attenzione della Serie A. Fu così che nel 1999-2000 venne acquistato dall’Hellas Verona, con cui debuttò nella massima categoria italiana. Ma il vero punto di svolta arrivò nell’estate del 2002, quando scelse la Ternana. In rossoverde Frick visse gli anni più prolifici e intensi della sua carriera: quattro stagioni, circa 133 presenze e 44 gol in campionato, numeri da attaccante vero, da bomber affidabile. La stagione 2004-2005 fu quella della consacrazione, con 16 reti che lo resero capocannoniere della squadra. L’anno seguente, nonostante le difficoltà del gruppo, mantenne lo stesso spirito e la stessa efficacia, firmando 15 gol in 36 partite. Frick diventò così un riferimento sicuro, l’attaccante su cui contare nei momenti complicati, uno degli stranieri più amati della storia rossoverde. Terminata l’esperienza a Terni, proseguì all’AC Siena e poi il ritorno a casa al Balzers, il club dove tutto era iniziato, fino al ritiro nel 2016, a 41 anni.

Salvatore Garritano inizia a dare i primi calci nella squadra dilettantistica della sua città, la Morrone. Il salto nel professionismo arriva con la Ternana, dove nella stagione 1973-74, in Serie B, diventa uno dei protagonisti della storica promozione in Serie A: 7 gol in 19 partite che rivelano subito il talento di un attaccante istintivo, rapido, capace di incidere nei momenti che contano. Nell’annata successiva del 1974-75 debutta in Serie A con la maglia rossoverde, collezionando 18 presenze e 3 gol. È un impatto importante, abbastanza da attirare l’attenzione del Torino, che nel 1975 lo acquista. Da lì in poi la sua carriera prosegue tra Serie A e B, vestendo le maglie di club prestigiosi come Atalanta, Bologna, Sampdoria e altre realtà del panorama nazionale. A fine anni ’80 il cerchio si chiude: Garritano sceglie di tornare a Terni. Nella stagione 1988-89, ormai trentatreenne, indossa di nuovo il rossoverde in Serie C2. L’esperienza e il fiuto del gol sono gli stessi di sempre: segna 9 reti e guida la squadra verso una nuova stagione memorabile. La Ternana conquista infatti la promozione in C1 nello storico spareggio contro il Chieti, e l’attaccante è lì, tra i protagonisti di un’altra pagina importante della storia del club. Per Terni, Garritano rappresenta due epoche diverse ma ugualmente luminose: il giovane degli anni ’70 che accompagna la squadra fino alla Serie A, e il veterano degli anni ’80 che contribuisce alla rinascita rossoverde. Oggi il suo nome appartiene alla memoria più cara della città: il 12 novembre 2025 Garritano ci ha lasciati, e Terni ha salutato uno dei suoi attaccanti più significativi, ricordato con gratitudine, rispetto e affetto.

Corrado Grabbi cresce nelle giovanili della Juventus, con cui debutta in Serie A nella stagione 1994-95, trovando subito il suo primo gol proprio contro la Lazio. Nei primi anni di carriera viene mandato in prestito per crescere: Sparta Novara, Lucchese, ChievoVerona e soprattutto Modena, dove dimostra finalmente il suo fiuto del gol e una naturale predisposizione alla rete. Nel luglio 1998 arriva la chiamata della Ternana, che lo vuole al centro del progetto. Ma l’inizio non è semplice: Grabbi deve affrontare il “morbo di Ledderhose”, una malattia ai piedi che gli rende persino difficile camminare e che lo costringe a diversi interventi chirurgici. In quella prima stagione riesce a giocare solo 14 partite, segnando 2 gol. Nonostante tutto, Grabbi non si spezza. Dopo un anno in prestito al Ravenna, dove ritrova continuità e segna 13 gol, torna a Terni per la stagione 2000-2001. Ed è allora che esplode. Con 20 gol e 15 assist tra campionato e coppe, diventa il trascinatore assoluto di quella Ternana: una squadra offensiva, imprevedibile, entusiasmante. La storia di Grabbi in rossoverde è fatta di ferite e riscatto, di ostacoli e trionfi: un percorso che lo ha reso uno dei protagonisti più intensi e ricordati della Ternana degli anni duemila, lasciando un segno che va oltre i gol, perché parla di carattere, orgoglio e resilienza.

Luis Jiménez, attaccante nato in Cile, cresce calcisticamente nelle giovanili del Club Deportivo Palestino, la squadra con cui debutta tra i professionisti e con cui comincia a far intravedere quel talento elegante e luminoso che presto attirerà l’attenzione dall’Europa. Nel 2002 arriva la chiamata della Ternana: inizia così un’avventura intensa, ricca di entusiasmo ma anche di momenti complessi, che durerà fino al 2006. Fin dalle prime stagioni in Serie B, Jiménez si mette in mostra come uno dei giocatori più promettenti della rosa. Fantasia, visione di gioco, tecnica sopraffina: un trequartista capace di accendere una partita con una giocata, un’idea, un colpo improvviso. Il suo percorso a Terni, però, non è solo luce. Quando la squadra retrocede in Serie C1, nasce un duro contrasto con la società: Jiménez sente che quella categoria non rispecchia il suo valore e il suo potenziale, e la disputa si trascina fino alla richiesta di intervento della FIFA. Un passaggio doloroso, che segna una rottura difficile da dimenticare. Eppure, nonostante quel finale amaro, la sua esperienza in rossoverde resta centrale nella sua carriera. Con la Ternana colleziona oltre 90 presenze e circa 25 gol, lasciando ricordi vividi in molti tifosi che, al di là delle vicende societarie, non hanno mai smesso di apprezzarne classe e qualità. A 38 anni, Jiménez ha scelto di salutare definitivamente il calcio giocato, entrando nel gruppo delle “Vecchie Glorie”.

Fabrizio Miccoli, il Romário del Salento, nasce il 27 giugno 1979 a Nardò. Fin da giovanissimo mette in mostra il suo talento entrando nel settore giovanile del Milan, dove colpisce per tecnica, velocità e fiuto del gol. Ancora adolescente passa al Casarano, in Serie C1, e a soli 17 anni debutta tra i professionisti: un esordio precoce che conferma quanto fosse speciale il suo potenziale. Nel 1998 arriva il passo decisivo: la Ternana, allora in Serie B, lo ingaggia con la convinzione di poterlo far crescere. E a Terni, Miccoli non delude. Anzi, si trasforma. In quattro stagioni vive un percorso di maturazione tecnica e mentale, convertendo le aspettative in numeri concreti e prestazioni sempre più incisive. Con la maglia rossoverde segna 32 gol, di cui 15 nell’ultima stagione, un dato che racconta la sua crescita. Il suo addio nel 2002, però, lasciò un’ombra: Miccoli scelse di trasferirsi al Perugia, una decisione accolta con amarezza dai tifosi rossoverdi, vista la forte rivalità tra le due piazze. Dopo la parentesi perugina, Miccoli proseguì la sua carriera vestendo le maglie di Juventus, Fiorentina, Benfica, Palermo, Lecce e Birkirkara, arricchendo il proprio palmarès con la Supercoppa italiana 2003, conquistata con la Juventus. Per Miccoli, gli anni alla Ternana rappresentarono una tappa formativa e decisiva per la sua crescita professionale: un periodo in cui migliorò e si mise in luce, costruendo le basi per il prosieguo della sua carriera.

Giuseppe Ostromann arrivò alla Ternana nel 1938 dopo aver già calcato i campi italiani con Savoia, Udinese, Fano e Foggia. Erano state esperienze diverse, maturate in piazze lontane tra loro, che gli avevano permesso di affinare le sue doti di centravanti potente, concreto, capace di imporre la propria presenza in area. Quando nell’estate del 1938 si unì alla Ternana — allora Polisportiva Mario Umberto Borzacchini — iniziò una storia destinata a diventare leggendaria. Fino al 1943 Ostromann fu un cannoniere spietato: 118 presenze e 107 gol in campionato, una media quasi incredibile, vicinissima alla rete a partita. La sua capacità realizzativa toccò vette memorabili. Nella celebre Ternana-Montevarchi 7-0 della stagione 1942-43 segnò cinque gol, una delle prestazioni più iconiche della storia rossoverde. Con lui al centro dell’attacco, la squadra sfiorò per due volte la promozione in Serie B, senza però riuscire a conquistarla. Dopo la sospensione dei campionati causata dalla guerra, Ostromann tornò ancora a vestire il rossoverde. Ancora oggi detiene il primato assoluto di marcature del club: 125 gol complessivi, un record che resiste da decenni.

Anthony Partipilo cresce nelle giovanili della squadra della sua città, quelle del Bari. Per formarsi e trovare spazio comincia un lungo percorso di prestiti: Carrarese, Cosenza, Savoia, fino alle esperienze nei campionati minori e in Serie C/D, passando anche per il Bisceglie. È un viaggio fatto di sacrificio, chilometri e crescita lenta, che trova finalmente continuità alla Virtus Francavilla: lì Partipilo esplode, diventando un attaccante prolifico e completo, capace di unire tecnica, velocità e senso del gol. È così che, nell’estate 2019, si unisce alla Ternana. A Terni le aspettative sono alte e Partipilo non tarda a rispettarle: già dalle prime gare mostra personalità, corse profonde, dribbling, voglia di incidere. Con il passare del tempo diventa un perno dello scacchiere offensivo rossoverde. La stagione 2020-21 segna il suo punto più alto: Partipilo è protagonista assoluto della cavalcata che porta alla promozione in Serie B e alla conquista della Supercoppa di Lega. Nel complesso, con la maglia della Ternana colleziona circa 145 presenze, 43 gol e 34 assist: numeri che raccontano di un attaccante moderno, incisivo, prezioso in ogni zona dell’attacco. Nell’estate 2023 passa al Parma, salutando pubblicamente la Ternana e riconoscendo l’importanza di quel ciclo nella sua crescita. Oggi, dopo dieci anni, è tornato a casa, indossando di nuovo la maglia del Bari in Serie B: un ritorno dal forte valore simbolico, che chiude idealmente un cerchio iniziato quando era solo un ragazzo delle giovanili.

La storia di Franco Selvaggi sembra uscita da un romanzo calcistico: nasce per strada, a Matera, dove un ragazzino vivace e talentuoso viene notato durante una partitella improvvisata. A scoprirlo è Angelo Rosa, bandiera della Ternana, che intravede in quel giovane dai movimenti rapidi qualcosa di speciale. Attaccante brevilineo, veloce e mobile, Selvaggi è perfetto per un calcio fatto di scambi rapidi, inserimenti e dialoghi continui con i compagni. Nel 1970 approda alla Ternana giovanile, entra nella Primavera e lì, grazie a prestazioni sempre più convincenti, conquista il passaggio tra i professionisti. Il destino bussa presto alla sua porta. Quando la Ternana vola in Serie A, nella stagione 1972-73, Selvaggi esordisce nella massima serie con la maglia rossoverde, in una partita contro la Fiorentina. Poco dopo arriva anche il primo gol, segnato alla Juventus: un momento che lo lancia sotto i riflettori del calcio nazionale. Il suo percorso con la Ternana dura poco, ma pesa moltissimo nella sua crescita: quei primi passi nel calcio dei grandi gli aprono le porte di una carriera importante. Dopo il trasferimento alla Roma e un fugace ritorno a Terni nel 1974, Selvaggi viene ceduto al Taranto, dove disputa cinque campionati cadetti, diventando un punto fermo dei rossoblù. Seguono anni significativi anche al Cagliari di Gigi Riva dirigente, e poi al Torino, all’Udinese e all’Inter, fino alla chiusura della carriera con la Sambenedettese in Serie B, nella stagione 1986-87. Selvaggi porta nella sua storia un primato speciale: è stato il primo calciatore della Basilicata a vestire la maglia della nazionale maggiore, e l’unico fino al 2014, quando debuttò Simone Zaza. E soprattutto, nel 1982, entra per sempre nella leggenda diventando campione del Mondo con l’Italia.

Nicola Traini è uno dei volti più significativi della storia rossoverde: negli anni ’70 e ’80 ha firmato oltre 70 gol e più di 10 assist, diventando protagonista delle stagioni più brillanti della Ternana, comprese quelle in Serie A. La sua carriera inizia alla Sambenedettese, dove muove i primi passi tra i professionisti. Dopo una parentesi in Serie D con la Fabrianese torna alla Sambenedettese con maggiore consapevolezza e continuità e le sue prestazioni attirano l’attenzione del Perugia, che lo porta in Serie B. Nel 1972 arriva il momento decisivo: la Ternana, fresca di promozione in Serie A, lo ingaggia per affrontare il massimo campionato. L’esordio arriva il 26 novembre 1972. La stagione sarà complicata e terminerà con la retrocessione, ma Traini si distingue comunque per determinazione e carattere, qualità che i tifosi non dimenticheranno. Il suo legame con la Ternana si rafforza nelle annate successive. Tornato in rossoverde nelle stagioni 1974–75 e 1975–76, lascia un’impronta chiara: 4 gol in 21 partite nella prima stagione, 6 gol in 22 partite nella seconda. Numeri che lo consacrano come una punta affidabile, capace di dare profondità e gol anche nei momenti più difficili. Dopo il ritiro, Traini intraprende la strada dell’allenatore, lavorando con le giovanili del club, trasmettendo ai più giovani passione, disciplina e appartenenza. Ancora oggi mantiene vivo il rapporto con l’ambiente rossoverde: di recente è stato ospite del programma “Quelli del Martedì”, continuando a offrire consigli, grinta e sostegno alla squadra.

Riccardo Zampagna è il simbolo della “ternanità” autentica, una di quelle storie che ogni bambino sogna di vivere. La sua carriera non è iniziata come quella di tanti giocatori moderni, esplosi subito e riconosciuti immediatamente: Zampagna mosse i primi passi nel calcio con l’Amerina, in Prima Categoria, per poi approdare alla Pontevecchio in Serie D, dove i suoi gol cominciarono a farlo notare. Cresciuto nei settori giovanili locali, giocò fino ai 22 anni in Eccellenza, la quinta serie italiana, seconda tra i dilettanti. Per mantenersi, lavorava come addetto al montaggio e smontaggio di tende in una tappezzeria, mentre nei weekend inseguiva il suo sogno sui campi, mettendo in mostra cuore e un fiuto innato per il gol. La gavetta tra campionati minori e Serie B lo portò alla Triestina, poi ad altre squadre come Arezzo, Catania, Brescello, Cosenza e Siena, dove consolidò le sue qualità. Il vero salto arrivò con il Messina, nella stagione 2002, dove segnò 17 gol in Serie A, consacrandosi come centravanti affidabile e concreto. Nell’estate del 2003 il figlio prodigio tornò a casa, alla Ternana, per una stagione storica: simbolo del cuore operaio della città, contribuì a uno dei migliori campionati degli umbri in Serie B, chiudendo con 21 gol e 41 presenze. Dopo una breve parentesi al Messina, passò all’Atalanta, una seconda casa per i tifosi rossoverdi, viste le strette amicizie tra le due società. Qui contribuì a riportare i bergamaschi in Serie A, realizzando tra le altre due spettacolari reti in rovesciata contro Roma e Fiorentina, che gli valsero l’AIC Oscar del calcio per il miglior gol del 2007. Dopo esperienze a Vicenza e al Sassuolo nel 2010, lasciò il grande calcio, ma restò profondamente legato alla sua città, al suo cuore rossoverde e ai tifosi che lo hanno amato per il suo attaccamento e la sua storia da “figlio della Ternana”.

Bruno Zanolla iniziò la sua carriera da attaccante nelle giovanili della SPAL, squadra con cui esordì da professionista nel 1969. Dopo una serie di esperienze in serie minori e prestiti, si fece notare per il suo fiuto del gol: in un campionato di Serie C realizzò 19 reti, piazzandosi tra i marcatori migliori del girone. Nell’estate del 1975 la Ternana, appena retrocessa dalla Serie A e in cerca di rinforzi, lo accolse con grande fiducia. L’impatto di Zanolla fu immediato: esordì al Liberati contro la sua ex squadra e segnò il gol della vittoria, regalando ai tifosi un debutto indimenticabile. Nel campionato 1975-76 disputò 35 partite (più due in Coppa Italia) e realizzò 11 reti, diventando uno dei protagonisti offensivi della squadra. Dopo due stagioni lasciò temporaneamente la Ternana, giocando con Barletta, Nocerina, Fano e Giulianova, ma il legame con il club non si spezzò mai. Con il Giulianova segnò il classico gol dell’ex prima di tornare in rossoverde nella stagione 1981-82, in Serie C1, deciso a dimostrare ancora il suo valore. In quell’annata giocò 31 partite e segnò 9 gol, confermando di essere sempre un attaccante capace di fare la differenza anche nei momenti più difficili. La carriera di Zanolla si concluse al termine della stagione 1983-84 con la Frattese in C2, quando appese definitivamente le scarpe al chiodo. La sua storia resta quella di un attaccante concreto e generoso, che seppe lasciare un segno indelebile nei tifosi e nella storia della Ternana.

Questi giocatori hanno scritto pagine indimenticabili della storia della Ternana, segnando gol, emozioni e momenti che i tifosi custodiscono nel cuore. Dal talento sul campo alla dedizione per la maglia, ogni storia racconta cosa significhi essere parte di questa squadra. Ora tocca a voi tifosi decidere chi merita il titolo di miglior attaccante del secolo.