"Io vorrei tornare a giocare anche domani, e questa è la speranza di ognuno di noi, vorrebbe dire che il paese è meno in sofferenza. Mi auguro che le persone che sono andate in giro per l'Italia in questi giorni non abbiano la responsabilità di un nuovo picco nei prossimi giorni, la situazione è in divenire".
Esordisce così, alla trasmissione Zona Cesarini di Rai Radio 1, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, che ha poi ribadito il suo pensiero in merito alla possibilità di riprendere il campionato: "C'è una catena di comando precisa: autorità scientifiche e sanitarie, Governo, CONI, FIGC e in ultimo noi come leghe, ma c'è quel convitato di pietra, silente e subdolo, che è quel maledetto virus che gira per l'Italia. Fin quando non lo avremo sconfitto, e non ci sarà un farmaco che ci aiuterà in questo, non possiamo avere la responsabilità di far tornare in campo i ragazzi".
Conclude poi: "Quando la gente sta male e soffre, è necessario stare in silenzio. Siamo lo sport più popolare che sta nelle pieghe della società, quindi dobbiamo capire il dolore, evitando che ci siano conflitti e discussioni. Quello che abbiamo fatto in queste settimane, come calcio in generale, non ci ha avvicinato troppo alla gente, siamo apparsi spocchiosi: mentre la persone non potevano camminare intorno alle proprie abitazioni noi parlavamo di allenanti".
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