Donne al vertice del calcio: non solo Claudia Rizzo

Claudia Rizzo nuova presidente della Ternana Calcio - Foto TernanaNews
Negli ultimi anni, la presenza femminile nei ruoli dirigenziali del calcio ha smesso di essere un’eccezione e ha iniziato a diventare parte della normalità. Un cambiamento lento, ma concreto, che oggi coinvolge club professionistici, agenzie di mercato, investitori e federazioni.
Con l’arrivo della famiglia Rizzo alla guida della Ternana Calcio, la società rossoverde scrive una pagina significativa della sua lunga storia. Il nome che spicca è quello di Claudia Rizzo, 23 anni, imprenditrice agricola, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del club in 100 anni di storia. Al suo fianco, una figura di esperienza come Tiziana Pucci, già parte dello staff dirigenziale della Sampdoria ai tempi di Ferrero.
Il caso di Claudia Rizzo non è ovviamente il primo e non è neanche isolato.
In Serie A ci sono state già delle presidentesse: la più famosa è certamente Rosella Sensi, a capo della Roma dopo la morte del papà, a lungo ha guidato la società giallorossa diventandone a suo modo un’icona.
E nello stesso periodo un’altra donna ha ricoperto in Serie A il ruolo di presidente: Francesca Menarini a Bologna, per due anni.
Claudia Rizzo e Tiziana Pucci non sono neanche gli unici nomi femminili della categoria.
C’è infatti Patrizia Testa, presidente della Pro Patria dal 2015, ha guidato il club biancoblù con rigore gestionale e discrezione mediatica. La società è stata regolarmente riammessa in Serie C per la stagione in corso.
Un’altra figura chiave è Paola Cavicchi, la prima donna alla presidenza del Latina Calcio, mentre Alessandra Bianchi, alla guida del Padova Calcio dal 2017, ha appena festeggiato la promozione in Serie B, traguardo ottenuto anche grazie alla solidità manageriale costruita nel tempo. Un’esperienza significativa anche quella di Valentina Maio, presidente del Lanciano per diversi anni: sotto la sua guida, il club abruzzese ha conquistato la promozione in Serie B in soli quattro anni.
Anche a livello internazionale non mancano esempi simili. La singaporiana Layhoon Chan, esperta di finanza, ha ricoperto per anni il ruolo di presidente del Valencia CF, uno dei club storici della Liga spagnola.
Nei club di maggior tradizione e con più visibilità, le donne hanno assunto ruoli decisionali di primo piano.
Un esempio significativo è quello di Lina Souloukou, dirigente greca con un profilo internazionale. Dopo un percorso importante all’interno dell’ECA (European Club Association), dove ha promosso attivamente i temi legati alla parità di genere, è stata nominata amministratrice delegata della AS Roma nel 2023. Durante il suo incarico ha avuto un ruolo centrale nella riorganizzazione strategica del club. Oggi ricopre la stessa carica nel calcio inglese, come CEO del Nottingham Forest, uno dei club storici della Premier League.
Carolina Morace, è un’altra voce autorevole in questo contesto. Prima grande attaccante azzurra, è poi diventata la prima donna ad allenare una squadra maschile professionistica, la Viterbese, nel 1999. La sua carriera in panchina è proseguita in ambito femminile, tra Italia e Canada, dove nel 2010 ha vinto il titolo continentale alla guida della nazionale nordamericana.
Al di fuori delle società, ci sono donne che operano nel cuore pulsante del business calcistico. Su tutte Rafaela Pimenta, avvocato e agente sportivo, che ha preso l’eredità lasciata dal più grande procuratore di sempre, Mino Raiola.
Gestisce top player come Erling Haaland (Manchester City), Matthijs de Ligt (Manchester United), trattando direttamente con i club più potenti del mondo.
Non sono tante le donne nel calcio maschile ma storie come quelle di Claudia Rizzo, Patrizia Testa, Lina Souloukou e Rafaela Pimenta raccontano un cambiamento già in atto.
A fare la differenza non è il genere, ma la preparazione, la visione e la capacità di operare in contesti complessi.
E sempre più spesso, anche nel calcio, dirigenti con queste qualità portano anche nomi femminili.