Casasola, simbolo della Ternana: dal rigore di Bari al dramma di Pescara

Casasola, simbolo della Ternana: dal rigore di Bari al dramma di Pescara

Tiago Casasola difensore della Ternana - Foto Ternana Calcio

Mentre il Pescara esultava per la parata decisiva di Plizzari su Donnarumma, allo stadio Adriatico si consumava una scena emblematica per chi conosce il cuore rossoverde. Ginocchia a terra, pugni sul prato e occhi pieni di lacrime: Tiago Casasola si disperava. Una foto che racchiude il significato di un’intera stagione della Ternana.

Il rigore di Bari: l’inizio di tutto

Per raccontare davvero questa annata, bisogna tornare al 16 maggio 2024. Al San Nicola di Bari si gioca l’andata dei playout di Serie B. Dopo appena nove minuti, Nasti atterra Carboni in area: rigore per la Ternana. Sul dischetto va Casasola, che pur avendo fama di specialista nella precedente esperienza, non aveva mai tirato un rigore con la maglia rossoverde. Tiro alla destra di Pissardo, che para. Finisce 1-1, ma sarà un pareggio amaro. Al ritorno, al Libero Liberati, il Pescara si impone per 3-0: è retrocessione.

Ripartire dalla C: nuove sfide e vecchi cuori

La Ternana Calcio riparte dalla Serie C, tra mille incognite e con un nuovo allenatore: Ignazio Abate. Il ritiro a San Gemini segna l’inizio di una nuova era. Tra gli uomini che decidono di restare ci sono nomi importanti: Capuano, Martella, De Boer e proprio Casasola. La prima giornata di campionato vede i rossoverdi cedere ancora al Pescara, stavolta per un’incertezza del giovane portiere Franchi sulla conclusione di Bentivegna.

Una lunga imbattibilità e i fantasmi societari

Ma la squadra reagisce. Parte una lunga striscia positiva che proietta la Ternana ai vertici della classifica insieme a Entella e Pescara. Nel mezzo, però, arriva il cambio societario tra Nicola Guida e Stefano D’Alessandro, seguito da due punti di penalizzazione che minano il morale del gruppo nel momento cruciale della stagione.

Ad inizio febbraio, Abate viene esonerato e sostituito da Fabio Liverani. Ma nella notte del 6 febbraio, dopo un confronto serrato tra giocatori e dirigenza, si torna indietro: Liverani viene messo in stand-by e Abate resta. È un momento delicato anche per il direttore sportivo Carlo Mammarella, colpito da un malore nei giorni precedenti ma poi determinante nel rinsaldare il gruppo.

Il ritorno di Liverani e la corsa finale

Il primo aprile arriva il ribaltone definitivo: fuori Abate, dentro Liverani per davvero. La squadra ritrova lucidità e compattezza. Le Fere disputano semifinali e finali playoff con determinazione, fino all’atto conclusivo contro il Pescara. Ancora loro. Ancora dal dischetto. Dopo gli errori di Ferrante e Donnarumma, e la parata su Casasola, il verdetto è crudele.

Casasola, simbolo di responsabilità

La scena finale vede Casasola piegato dalla delusione, ma anche elevato come simbolo. Perché in un calcio dove spesso si scappa davanti alla pressione, lui si prende le responsabilità. Fallisce, sì, ma ci mette la faccia. E questo, a Terni, vale più di tante reti segnate.

Come ha detto lo stesso Donnarumma a fine gara: “I rigori sono una lotteria. Ma spesso c’è chi sa reggere quel peso più degli altri”.