L'avvocato Cesare Di Cintio, intervistato da tuttocalciopuglia.com, ha dichiarato: "Il futuro dipende dal calo dell'epidemia. Il calcio sta provando in ogni modo a ripartire, ma deve farlo con la massima sicurezza e a differenza di altre discipline sportive sta cercando di terminare i campionati. Tutto, però, è legato a quelle che sono le condizioni sanitarie per poter svolgere ogni tipo di attività. Credo sia necessario tenere ben presente che la priorità è la saluta pubblica. La Federazione Medico Sportiva Italiana ha rilasciato un protocollo ben dettagliato e dovrà essere rispettato. Chi può farlo è la Serie A, per Serie B e C vedo delle difficoltà".
L'esperto di diritto sportivo si focalizza sulla terza serie: "Inizialmente il presidente Ghirelli aveva espresso la volontà di tornare a giocare, poi ha prevalso il desiderio comune emerso nell'assemblea di Serie C, che al momento vuole preservare la salute di dirigenti e calciatori. In C la difficoltà è quella di dover riprendere un'attività quando i presidenti sono dei veri e propri mecenati, che investono denaro proprio e che in questo momento hanno le aziende di riferimento in cassa integrazione. È un problema sanitario, ma anche economico, bisognerà trovare una soluzione alternativa. L'interruzione delle manifestazioni ha fermato la macchina produttiva degli introiti e più si scende di categoria e maggiore è il danno economico. Soltanto alcune realtà in Italia sono aziende, le altre dipendono dal denaro proprio dei presidenti. Bloccandosi l'economia, il mecenatismo ne risente".
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