Antonio Palumbo è senza ombra di dubbio uno dei diamanti della Ternana. Il numero 5 delle Fere è stato ospite dell’ultima puntata di Luci al Liberati su AmTv canale 84 del digitale terrestre.

Palumbo è cresciuto nel settore giovanile rossoverde e quest’anno ha ricevuto in dote anche la fascia da capitano.
“Mi responsabilizza di più. Ogni tanto ho dei momenti in cui non riesco a controllarmi. Da quando però la porto al braccio riesco a perdere le staffe di meno. Certo che se si aspettano un discorso da me devono aspettare tanto – ride – ma se c’è da dire la parolina in campo ci sono sempre”.

La storia di Antonio Palumbo s’incrocia con quella di un’altra ex Fera come Fabrizio Fabbris. E’ stato proprio lui a segnalare alla Ternana il ragazzo scovato in una squadra di Napoli.
“Fino al giorno della chiamata non mi era mai passato per la testa che sarei andato via da casa. Se ci ripenso mi viene ancora il magone per il giorno che sono andato via. Vengo da un quartiere difficile, per me i sogni sono complicati. Io giocavo per divertirmi con gli amici in strada. Non avrei mai voluto andare via. I primi due anni qui sono stato abbastanza male, non per la città ma perché mi mancava casa, la famiglia e gli amici. I miei genitori mi hanno quasi costretto a stare lontano. Oggi dico: menomale che sono stato lontano”.

Per te dopo la trafila nelle squadre del vivaio è arrivata la prima squadra
“Con Tesser allenatore. Dopo è arrivata la Sampdoria e le esperienze a Trapani e Salerno. Alla fine, però sono tornato a casa, a Terni”.

A proposito di Sampdoria, con la maglia blucerchiata hai anche esordito in Serie A…
“Sì in un Fiorentina-Sampdoria. Ho giocato 15’ ma non me la sono goduta al massimo. Spero di tornarci e di giocarci per bene. Non mi vanto di aver giocato solo 15’ in Serie A. Sono convinto che arriverà il mio momento”.

L’Antonio Palumbo di oggi è ben diverso dal primo in rossoverde così come da quello appena tornato a Terni…
“Si matura piano piano, con le cose che ti succedono nella vita. Sono cresciuto per forza. Tante persone mi hanno aiutato a rialzarmi quando sono caduto”.

Qual è il centrocampista più bravo della Serie B… dopo di te?
“Ma no – ride – a me piace molto Bernabè del Parma”.

Domenica avete regalato una grande gioia alla città. Ma è stato difficile battere il Perugia?
“Il Perugia ti fa giocare male, mettono la partita sullo scontro fisico. Eravamo quasi obbligati a fare il loro stesso gioco. Dovevamo stare stretti, attenti a non scoprirci mai e concentrati. Credo che ci siamo riusciti tranne che per la situazione il rigore”.

Come ti trovi a giocare attaccante esterno?
“A me piace essere più nel vivo del gioco, giocare la palla. Adesso c’è l’esigenza di giocare esterno e gioco esterno. Lo faccio senza problemi. Non è il mio ruolo assolutamente. Però – ride - ho fatto due assist”.

A proposito, ti sei messo d’accordo con Partipilo in occasione del gol?
“So che lui attacca sempre il secondo palo e allora…”

Con Partipilo c’è un grande feeling?
“Stiamo sempre insieme”.

Quindi è finito quello con Proietti?
“Ahahaha ma no. Voglio bene a tutti però ci sono ragazzi come loro e Paghera con i quali abbiamo rischiato di retrocedere in D. Questo ha fortificato il nostro rapporto. Partipilo? Ormai viviamo insieme. E poi c’è Cesar, un fratello”.

Tra le novità di quest’anno c’è la figura del mental coach
“E’ una bravissima persona, un grande professionista. Ci ho parlato qualche volta da solo. Capisco anche che è complicato gestire 40 persone. Il suo lavoro sta dando i suoi frutti. Ha tranquillizzato un po’ tutti”.

Cittadella come il Perugia?
“Adesso bisogna pensare solo a recuperare. Cittadella arriva tra 15 giorni. Se iniziamo a pensarci ora arriviamo morti”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 settembre 2022 alle 14:00 / Fonte: AmTv
Autore: Ternananews Redazione
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