“Il campo di Foggia era pieno di buche, quando l’ho visto tutto potevo pensare che venisse fuori una partita come quella che, invece abbiamo disputato”.

Carlo Mammarella è stato l’ospite del live del lunedì sera di Ternana Time.

Resta in rossoverde, non smettere a fine stagione, ripensaci…
“Non ci sto pensando per il semplice motivo che mi sto godendo quello che stiamo facendo. È un aspetto secondario in questo momento. Voglio godermi ogni minuto dell’allenamento, della partita. Su di me c’è la mano del mister. Ad inizio anno è stato chiaro. Voleva da me un tot di partite. Peccato per l’infortunio altrimenti lo avrei accontentato con il numero. Credo però di aver dato un buon apporto dal punto di vista qualitativo. Con questa gestione si può pensare di essere utile anche alla mia età. Ora sono concentrato a dare tutto. Alla fine dell’annata farò le valutazioni. Dentro sono ancora il ragazzino che ha iniziato a giocare”.

Sei pentito di aver fatto quella dichiarazione?
“Avevo un contratto in essere alla Pro Vercelli dove non mi mancava nulla se non lo stimolo di provare un ultimo colpo. Firmai quei due anni di contratto con la Ternana perché affascinato dall’obiettivo. In una piazza così bella, difficile, in un campionato ancora più difficile di quello degli anni passati vincere una sfida del genere e scegliere, senza farlo fare agli altri, di attaccare le scarpette al chiodo è un vantaggio che voglio prendermi. In questi ultimi mesi non ci voglio pensare”.

Il tuo futuro sarà dietro la scrivania a Terni o hai in mente altro?
“La vita una volta smesso di giocare è fatta di opportunità. Non so cosa farò. So di avere davanti persone vere, stupende e che mi hanno apprezzato soprattutto come uomo. Per me sarebbe un orgoglio intraprendere un discorso diverso anche all’interno della società”.

Trovi delle somiglianze tra il tuo Lanciano e la tua Ternana?
“Di simile la delusione per i risultati negativi degli anni precedenti. Quel Lanciano fu più una scommessa con tanti giocatori che avevano voglia di rivincita. Pure quest’anno ne abbiamo tanti ma poi possiamo contare su Falletti che sposta gli equilibri. A Lanciano avevamo Gautieri con un 4-3-3 innovativo. Lucarelli ha principi di gioco diversi. Nella bellezza e nel vedere giocare la squadra questa Ternana però mi ricorda quel Lanciano”.

Quando i tuoi compagni ci hanno detto “viviamo alla giornata” tutti ci abbiamo creduto. È tutt’ora vero? Oppure si può iniziare a fare qualche valutazione sui numeri?
“Sarei un ipocrita se dicessi che la squadra non guarda questo aspetto. Fino adesso c’è stata grande spensieratezza. Io stesso non ho mai visto una partita dell’Avellino o del Bari. Così come non ho mai letto un’intervista di qualcuno esterno a noi. Il mister il venerdì ci porta le informazioni sull’avversario e basta. Adesso stiamo iniziando a toccare con mano quanto fatto fino ad ora e magari possiamo pure incominciare a guardare i numeri. All’interno dello spogliatoio non ho mai sentito parlare di numeri. Dal punto di vista mentale la forza di questa squadra è stata sempre preparare la partita per vincerla. Questa è una mentalità che ci poteremo dietro”.

Il gol al Catania è il tuo più bello?
“Per difficoltà del gesto tecnico sì. È partita di collo esterno, viaggiando sempre alla stessa altezza, arrivando in porta ad una velocità importante”.

Quando è arrivato quel pallone cosa hai pensato?
“Adesso spazziamo e via. Venivamo da una bella azione. Tutti gli allenatori ti insegnano che quando esce un pallone con la squadra in attacco devi chiudere l’azione per non rischiare contropiedi pericolosissimi. Il mio era un chiudi l’azione…”.

Tra Bari e Avellino come va a finire?
“Forse in un’intervista di tre mesi fa parlai dell’Avellino perché per me è stato costruito nel modo giusto con un grandissimo allenatore. Per me era quella squadra che poteva fare quello che sta facendo ora. Non dimentichiamoci che è stata vittima del Covid con tanti calciatori contagiati. Magari ha pagato in quel periodo. Tra qualche settimana ti saprò rispondere”.

Conoscevi la Ternana prima di arrivare?
“L’anno in cui si è salvata nelle ultime giornate in casa con il Ravenna, siccome avevo qualche amico che giocava qui, mi fermavo a vedere le partite. Tante volte mi è capitato di vedere le interviste del Presidente a fine partita. Mi piangeva il cuore sapendo quanto stava facendo. Un po' è come se già lo avessi vissuto. Sapevo che questa società poteva fare grandi cose. Sono felice di fare parte di questa famiglia. È una società che guarda al sociale in modo particolare. Mi riconosco in queste persone”.

Questa è la squadra più forte nella quale hai giocato?
“Sì, come spessore simile alla salernitana del 2007 dove c’erano i vari Di Napoli e Milanese gente scesa addirittura dalla Serie A”.

C’è stato un momento in cui c’è stata la consapevolezza piena di poter vincere il campionato?
“Sicuramente la partita di Bari, non perché fosse la squadra più forte del campionato ma imporsi come abbiamo fatto in un campo così importante e contro una squadra così forte ha voluto dire tanto. Abbiamo dato un messaggio in primis a noi e poi a tutti gli altri. Anche quella contro l’Avellino. Non nomino queste due perché sono dietro di noi. Potrei citare anche il 5-1 al Catanzaro. Vincere ad Avellino allo scadere vuol dire che puntiamo sempre a fare bottino pieno”.

Dietro questi risultati c’è un gruppo di persone che si è cementato nel corso degli anni.
“Nella chiamata del direttore sapevo che lui è una persona che mette davanti a tutto l’aspetto umano. Partendo da questo sapevo che chi sarebbe rimasto e chi sarebbe arrivato sarebbero state persone con valori veri. Nei momenti di difficoltà sono venuti fuori. Magari non se n’è accorto nessuno perché eravamo intenti a commentare i punti che ci separavano dalla Reggina e dal Bari. Ma in quei momenti si è cementato il gruppo ed oggi ne raccogliamo i frutti. Da inizio anno questo gruppo ha capito cosa voleva. Ed è un grandissimo vantaggio. Una squadra con tanti buonissimi calciatori ma pochi giocatori farà sì risultati importanti ma difficilmente farà quello che sta facendo oggi la Ternana”.

Dal punto di vista dei numeri, cosa ti sta sorprendendo di più di questa Ternana?
“Tante volte mi meraviglio pure io. Ci sono dei momenti in un campionato in cui pensi che può andare qualcosa storto o che quella partita possa essere quella difficile. E invece vengo puntualmente smentito. Quest’anno i ragazzi mi hanno sfatato tanti miti”.

Ci sono maggiori probabilità di centrare la B, magari anche in anticipo. È più complicato mantenere l’imbattibilità. Ci pensate?
“In questo momento non ci penso e non sento discorsi di questo genere. Sicuramente nel momento in cui arriverà l’obiettivo più importante se la squadra sarà ancora imbattuta proveremo a portarlo avanti, perché no”.

Immagini un clima arroventato a Catanzaro oppure no?
“Col fatto del pubblico che non c’è sugli spalti credo ci sia poco da poter infuocare se non l’aspetto agonistico in campo”.

Domenica è stato abbastanza elevato…
“Sapevamo che il Foggia agiva in quel modo. Può essere anche un vantaggio per noi se hai un arbitro che capisce le situazioni ti privi anche di qualche giocatore”.

Chi diventa il capocannoniere della ternana a fine anno?
“Anthony è sulla buona strada. Tra l’altro senza rigori. Scommesse tra di loro? No. Quando ripenso alle parole del mister ad inizio anno quando diceva a voi dell’attacco da 40/50 gol mi viene da sorridere. Anthony quest’anno è maturato tanto soprattutto nell’andare a chiudere l’azione. Questo gli potrà consentire di fare il salto di qualità”.

Chi è migliorato di più?
“Anthony ha raggiunto quella maturità che gli consente di capire dove sta, cosa sta facendo e dove deve arrivare. Lo ripeto a tutti i ragazzi. Oggi basta poco per togliersi delle soddisfazioni. Secondo me qualche ragazzo può riuscirci. Lui mi ha colpito più di tutti. Calcisticamente dico sempre che se un ragazzo non arriva in A giovanissimo la maturità calcistica arriva intono ai 27 anni”.

Carlo Mammarella ospite a Ternana Time
Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 14:30 / Fonte: Ternana Time
Autore: Ternananews Redazione
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