Stefano Bandecchi tiene tutto e va avanti per la sua strada convinto, più che mai che sia quella corretta.

Il neo sindaco di Terni ha ribadito il suo punto di vista nel corso di una intervista ad Umbria Tv.

“Terrò l’università, la presidenza della Ternana e anche il Comune. Per la Ternana - riporta CalcioFere -, alla fine della stagione avrò speso tra i 27 e i 28 milioni e ne dovrò spendere altrettanti anche nella prossima per restare in Serie B. Abbiamo speso tanto e ottenuto nulla questo a testimonianza di quanto lo spogliatoio e la brillantezza di una squadra contano più dei soldi spesi”.

Bandecchi si è anche tolto un sassolino quando ha affermato che: “Mi hanno detto anche che avrei dovuto vendere l’università. Ho trovato questo molto inopportuno. Io volevo arrivare  a una mediazione”.

Tra i temi caldi dell’intervista non poteva mancare quello della presunta incompatibilità che il primo cittadino di Terni ha prontamente rispedito al mittente: “Ritengo di non avere alcun conflitto di interesse. Mi viene contestato l’utilizzo dello stadio di Terni. Ma la Ternana utilizza da sempre lo stadio di Terni. Tra l’altro mi sono insediato da pochi giorni e quel rapporto tra Comune  e Ternana dura fino a giugno 2024. La Ternana non lo interromperà perché non ha alcun interesse a interromperlo. E io, non lo interromperò nemmeno in quanto sindaco, anche perché la Ternana ne subirebbe un danno da 300 milioni di euro. Io, come presidente della Ternana, pago l’affitto al Comune e tengo lo stadio in ordine, come da contratto stipulato 5 o 6 anni fa tra Comune e Ternana“.

Come sostenuto a più battute da Bandecchi e il suo entourage a difesa della tesi portata avanti dai vertici del club ci sarebbero una serie di documenti a loro disposizione: “Ci sono delle sentenze della Cassazione molto chiare riguardo alla materia. E poi, io che non prendo niente dal Comune, dovrei dimettermi da una carica o dall’altra? Questo, non me lo dovranno certo dire qua dentro. Me lo dirà qualcuno di più importante. C’è un Governo, c’è la magistratura, c’è in Presidente della Repubblica. Se qualcuno vuole dirmi queste cose, me le dirà nella maniera giusta. E mi faranno anche leggere queste leggi di cui mi parlano, perché io non le ho ancora trovate“.

Da qui la volontà di andare fino in fondo e dare battaglia anche in Consiglio comunale: “Io sono tranquillo e so di non avere alcun conflitto d’interesse. Se qualcuno vuole portarmi a interrompere il rapporto tra Comune e Ternana per lo stadio, sappia già che scatterà una causa per 300 milioni di euro a favore della Ternana. Io, oggi, ho due vesti. Come sindaco, non cancellerò il rapporto in essere con la società. Come presidente della Ternana, minaccio il sindaco che, se dovesse farlo, gli farei causa. Il 19 giugno abbiamo la prima seduta del Consiglio comunale. Nel mio gruppo, Alternativa popolare, siamo già tutti convinti nel dire che non ci sono conflitti. Quando ci verranno alzate delle critiche, comincerà un percorso e alla fine arriveremo in fondo a questo, stabilendo se abbiamo ragione o torto“.

Tra gli argomenti caldi a palazzo Spada e in via della Bardesca c’è inevitabilmente l’ambizioso progetto stadio-clinica. Anche qui il neo sindaco non ha risparmiato frecciate: “Riguardo allo stadio e alla clinica, era già finito tutto. Progettare lo stadio e costruire la clinica, era cosa fatta. Ma l’Università di Perugia si è messa a fare le bizze con la Regione. E così, sono stati mandati dei documenti errati allo stato centrale, al Ministero della sanità. Noi aspettiamo una risposta. E’ stato fatto tutto dalla precedente giunta comuale e io sto solo aspettando quello che è mio. Come imprenditore, dico che la Ternana ha diritto a costruire lo stadio che resterà in dono al Comune  di Terni e la clinica che sarà gestita da Unicusano“.

Infine inevitabile il passaggio sull’ipotesi, paventata, di rilevare il Perugia Calcio e l’ammissione importante: “Non ho deciso di uscire dal mondo del calcio. Se fossi costretto a cedere la Ternana, prenderei un’altra squadra. Se mi fanno vendere la Ternana, compro il Perugia. Lo ho già detto. Io anni fa trattai il Livorno, poi trattai anche il Pisa. Le tifoserie, le capisco. Hanno un certo tipo di atteggiamento e fanno bene. Ma gli imprenditori che si occupano di calcio devono ragionare da imprenditori. Sempre in Umbria, resterei.  Entrare anche nel Perugia, pur restando nella Ternana? Non si può fare. Santopadre? Con lui, mi sento spesso. E’ successo che ci siamo scambiati idee, suggerimenti, consigli. Io credo che lui, fino ad oggi, abbia fatto bene il suo lavoro. Ingiusto accusarlo perché è retrocesso. Sono retrocessi anche Spal, Benevento e Brescia, squadre che avrebbero dovuto combattere almeno per i playoff. E’ toccato al Perugia, ma sarebbe potuto toccare anche alla Ternana. E a tutte. Lui ha fatto grandi investimenti sul Perugia e non potrà uscire da questa situazione guadagnando denaro. Il calcio non è un business dove si guadagnano soldi“.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 06 giugno 2023 alle 22:58
Autore: Ternananews Redazione
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