Il presidente della Ternana, Stefano Bandecchi è stato protagonista dell'ultima puntata di B Magazine il programma della Serie B con i protagonisti del campionato.
Presidente, non è contento del campionato disputato dalla Ternana?
“Le cose che dovevo mettere in chiaro già l’ho messe in chiaro. Avevamo ambizioni diverse poi ci siamo resi conto che era il primo anno di B. abbiamo cambiato 16 giocatori rispetto alla squadra che avevamo avuto in serie c. abbiamo fatto un girone di ritorno decisamente superiore a quello dell’andata. Almeno siamo stati più continui. Abbiamo bisogno di mettere a fuoco alcune cose. Siamo in una fase in cui possiamo iniziare a lavorare sul serio.
Quali sono gli obiettivi per il prossimo campionato?
“Sono abbastanza chiari e delineati. Sono obiettivi di una partecipazione della Ternana al campionato di serie b speriamo ai massimi livelli. Vogliamo tentare di andare in serie a. inizieremo a pensarci quest’anno. Se non ci riusciremo vuol dire che ci proveremo l’anno dopo. Il nostro obiettivo fin quando staremo in B sarà andare in A. D’altronde quando eravamo in C volevamo andare in A. so che sono molto criticato perché dico questa cosa ma con molta onestà ho sentito dire ai grandi club di A che giocavano per salvarsi. Arriverà il giorno in cui la Ternana combatterà con Milan, Inter, Lazio, Roma e via dicendo. Succederà questo così come succederà che grandi club possano tornare in B”.
Si è parlato molto della lettera che ha fatto firmare a Lucarelli. Nella mia esperienza, parla Italo Cucci, quelle lettere sono del direttore. Il potere all’allenatore glielo lascia…
“Lei ha citato un’esperienza che ha avuto in grandi aziende. Le cose sono andate bene o male ma erano molto chiare. Sono abituato a gestire aziende, a creare aziende. Ogni mese pago 1500 stipendi. Per me non esistono i se e i ma. La mia azienda non può retrocedere oddmani in serie C. lo stesso vale nel calcio. Ho portato la mentalità di una persona che crea impresa. Ho fatto soltanto un accordo che stabilisce in linea di massima con il mio allenatore. E’ la stessa linea che stabilirò con l’allenatore che guiderà le ragazze in serie B. Chi verrà avrà un accordo con la società. Quale accordo? Di fare un campionato ai massimi livelli. La società metterà tutto quello che servirà a sua disposizione e lui dovrà fare il massimo. Tornando ai maschi, Lucarelli ha tutta la libertà di fare quello che vuole. Potevamo fare una lista a 6 mesi. Ho solo detto una cosa per me incomprensibile. C’è Leone che deve finire di fare la squadra. Dicci come vuoi giocare così Leone va a cercare i calciatori che servono. Se vuoi giocare con 16 portieri ne dobbiamo prendere 15 perché ne abbiamo solo uno”.
Lei parla da uomo d’impresa…
“Parliamo di Spa ma è una grande impresa che è peggio della sanità italiana ed è sempre in rimessa. Tutta la filosofia che si fa intorno al mondo del calcio se non mi porta soldi in tasca parliamo di elemosina. La Juventus ha sanato un miliardo di debiti. Gli operai che lavorano tutti i giorni un milione di euro quando li vedono? Non mi sembra un impresa il calcio ma una comica”.
Che campionato è stato?
“Molto bello, combattuto fino alla fine. Soltanto all’ultima giornata si è saputo chi sarebbe andato in A e chi avrebbe lottato per non retrocedere. Anche nei playoff i risultati sono cambiati di continuo. Un campionato dal grande pubblico. Sono stati venduti diritti televisivi in varie parti del mondo e questo ha fatto sì che il campionato diventasse più interessante. Per quanto riguarda le squadre chi ha combattuto per la serie A con anima e cuore sta ancora andando avanti al pari di chi sta cercando di non retrocedere. Il Vicenza ha cambiato marcia. Era una squadra retrocessa fino a poche giornate dalla fine. Oggi si sta giocando i playout con grande forza. Se la Ternana avesse voluto partecipare al campionato sarebbe stato un campionato più bello”.
Qualche aneddoto della sua storia da presidente
“La mia storia da presidente non è una grande storia. Ho preso la Ternana da patron e sono retrocesso dalla B alla C. Avevo detto che una squadra di B deve puntare ad andare in A. Mi hanno preso in giro per 5 anni. Quando la mia Ternana stava per retrocedere in Serie D sono diventato presidente. A quel punto ho preso in mano le cose. L’8 marzo 2020 tutto si è fermato con il lockdown. Sono stato il primo a dire che il campionato di C era finito. La Reggina aveva vinto il campionato, chi doveva fare i playoff doveva farli. Arrivammo alla semifinale dei playoff e pareggiammo col Bari venimmo eliminati. L’anno dopo è stato quello dei 18 record. Per un anno le cose non sono andate bene poi sì. Già il 25 febbraio avevamo vinto il campionato. Fino all’ultima partita abbiamo giocato cercando di dare il meglio. Ci sentivamo come se ci avessero amputato una falange se non vincevamo. A campionato finito ci siamo guardati e abbiamo detto che non avevamo fatto nulla perché dovevamo andare in B. Abbiamo cambiato 16 elementi e confesso che eravamo scarichi. Per noi quest’anno non avevamo la forza psicologica dove si deve vincere sempre e lottare sempre. Per gran parte del campionato uscivo dal campo con lo stesso atteggiamento sia quando vincevamo che quando perdevamo che quando pareggiavamo. Non avevo l’atteggiamento dell’uomo che vuole vincere ma dell’uomo che vuole partecipare. Ero io il primo ad essere spento. Fortunatamente gli schiaffi che abbiamo preso quest’anno ci hanno fatto diventare uomini forti.
Lecce e Cremonese potranno avere fortuna?
“Stanno costruendo la squadra della Serie A. obbligatoriamente non tutti quei calciatori possono andare in Serie A. ci sono circa 6/8 componenti che possono giocare in A gli altri devono arrivare nuovi. Sono due squadre ben costruite, che hanno spalle abbastanza grandi specie la Cremonese che ha un grande individuo come direttore sportivo e al cavaliere non bisogna spiegare come si fa il suo mestiere. E’ un uomo di grande esperienza e gli anni li ha spesi tutti bene. Sono un suo tifoso dal punto di vista imprenditoriale. Dal punto di vista calcistico spero di batterlo tra due anni. Credo che ha tutte le carte in regola per restare in Serie A. con il patron della Cremonese condivido la volontà di rilanciare la città di Terni. La parte dell’Umbria che era quella industriale e che ha subito 110 bombardamenti durante la seconda guerra mondiale perché si faceva industria, poi in questa parte d’Italia è stata inventata la plastica e fino a qualche anno fa era invidiata da tutti. Ora forse è caduta un po’ in basso. Sono contento che l’acciaieria sia ora nelle mani del gruppo Arvedi perché è uomo di grande spessore e della grande impresa italiana. Riporterà Terni allo splendore giusto. Io da piccolo imprenditore e allievo cercherò di dargli una mano a far ritornare Terni una città importante se saranno approvati i progetti che abbiamo proposto: la costruzione dello stadio di Terni che non è soltanto uno stadio per giocare al calcio ma un cappello magico dove lì dentro ci si potranno fare tante cose, inoltre se verrà abbinato il progetto di ricerca scientifica internazionale che io intendo portare sarà una rivoluzione per il centro Italia e Terni. Allora riusciremo ad avere un valore importante. Quando arriveremo in serie A con la Ternana io non voglio che nessuna ci venga a dire che ci fate città di Terni in Serie A. la città di Terni quando andrà in Serie A ci resterà., quindi dovrà essere città importante. La provincia di Terni è stupenda ed invito a tutti ad andarla a vedere.
Il compito di un presidente è anche quello di valorizzare il territori
"Su Terni abbiamo creato Terni col Cuore che sta vicino a chi ha problemi. Abbiamo provato ad aiutare il Comune. Abbiamo parlato con il nuovo Vescovo che è persona attiva. Adesso avrò un appuntamento col Prefetto. Io credo che Terni abbia tutte le possibilità di diventare importante e forte. Dobbiamo smettere di fare i campionati per non retrocedere. Voglio tornare a vedere l’Italia quinta potenza del mondo. Io voglio vincere. Sono uno che se lo butti a terra si rialza, magari ammaccato”.
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