E’ arrivato a Terni per sostituire il capitano. E’ arrivato dopo che ha rischiato di saltare almeno un paio di volte. E’ arrivato solo perché considera il Capozucca un “papà”, altrimenti in B non sarebbe mai sceso. E’ arrivato in una squadra che stava ritrovando le proprie certezze, arrivato con la numero 10 addosso. E si è presentato con una partita sontuosa, contro il Cittadella, che ha fatto rimanere tutti a bocca aperta. 

E’ arrivato con un obiettivo: salvare la Ternana. E dopo quell’inizio con il botto ha avuto bisogno di tempo per rimettersi in vera forma. Un conto allenarsi, un conto giocare. E poi lui aveva sempre avuto il problema della continuità: lo fosse stato, giocherebbe in A, con la sigaretta. Per cui - prendere o lasciare - era questo Pereiro. Uno straordinario giocatore con dei lampi di classe eccezionali, dei lampi a illuminare letteralmente la scena, ma che poteva anche avere dei momenti di pausa. L’imprevedibilità del campione.

Ora però Gaston Pereiro sembra che ci ha preso gusto ad avere la maglia rossoverde addosso. Le ultime partite le sta giocando con un’eleganza, qualità e intensità straordinarie. Tutte le imprese dei rossoverdi nella seconda parte della stagione portano la sua firma: o per gol o per assist. Nei momenti decisivi c’è sempre stato. Quello che gli si chiedeva: vincere qualche partita.

Sta facendo anche di più. Ne ha vinta più di qualche. Ne ha ripresa una fondamentale, dopo aver giocato una grande gara. Ma soprattutto ha dato alla squadra personalità. Forse non se n’è accorto fino in fondo neanche lui, ma Gaston Pereiro è certamente il leader tecnico di questa squadra. Il mago, vero e proprio. Quello a cui passi il pallone quando sei in difficoltà. Lui non sappiamo quanto consapevolmente ha accettato questo ruolo, ma non si è mai nascosto.

E ha portato le Fere a un nuovo livello di consapevolezza.

Sarà difficile che lui rimanga a Terni, anche in caso di salvezza. Guadagna tantissimo, avrà - immaginiamo - anche altre offerte ora che ha mostrato le sue qualità di nuovo al mondo. Ma Terni gli ha restituito il sorriso, la voglia di giocare, la gioia di stare in gruppo con un ruolo da protagonista.

Le sue firme sono state tutte di livello: Cittadella (per il 3-1), contro il Cosenza con una sbotta incredibile da fuori area, contro il Palermo per la prima vera grande impresa rossoverde, ieri sera a Bari. E poi i gol delle illusioni a Genova contro la Samp o a Bolzano contro il Sudtirol. E poi ancora il rigore sbagliato contro lo Spezia (eh si perché anche lui - incredibilmente - fa parte della lista dei giocatori che dagli 11 metri non sono riusciti a segnare) gli assist, le giocate a campo aperto, i falli presi.

Gaston Pereiro ha messo la sua faccia per cercare l’impresa. E ci sta provando fino alla fine. In quattro mesi abbondanti è diventato il giocatore al quale la piazza si aggrappa per sperare. Il prestigiatore. Più dei tanti ragazzi - bravissimi - che hanno dato tutto per la Ternana e che avranno un futuro davanti a loro di grande livello. Più anche dei “reduci” delle passate stagioni che hanno messo sul piatto la loro esperienza, anche in città.

La Ternana aveva bisogno di un giocatore del genere. Anche a costo di cambiare il proprio abito. Per migliorarlo. Aveva bisogno di Gaston. Gaston Pereiro. Anzi Gaston FEREiro.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 maggio 2024 alle 10:00
Autore: Stefano Bentivogli
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