Manca un giorno solo al giorno che potrebbe decidere il futuro della Ternana (e della Pro Vercelli, del Siena, del Novara e del Catania): domani mattina, negli uffici del Tar del Lazio, si discuterà della competenza a decidere il format della Serie B, attualmente a 19 squadre. 

Mentre la Ternana presiederà, come vi abbiamo raccontato ieri, come comprimaria che può presentare interventi additivi, la Pro Vercelli agirà da protagonista e, nel suo ruolo di società alla quale è stato accolto il ricorso, sta cercando di tutelarsi contro possibili ingerenze esterne. Le ingerenze, ovviamente, si riferiscono alla presenza, come presidente della camera collegiale, del giudice Germana Panzironi, colei che ha sospeso il decreto con cui lo stesso Tar aveva messo in pausa le partite delle ripescabili e aveva stabilito che il Collegio di Garanzia del Coni fosse organo adibile per risolvere la questione composizione della Serie B. Quello che, però, ha spinto la Pro Vercelli a presentare istanza di astensione nei confronti del presidente del collegio di domani è la sua parentela, seppure ancora presunta e non provata, con un membro dell'ufficio legale del CONI, il cui presidente è Roberto Fabbricini.

La fattispecie nel caso è contemplata nell'articolo 51 del Codice di Procedura Civile, ed è valido anche per il diritto amministrativo. Al suddetto articolo si legge che "il giudice ha l'obbligo di astenersi... se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado o legato da vincoli di affiliazione, o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 25 settembre 2018 alle 15:00
Autore: Marina Ferretti
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