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CdU – Errore fatale poco prima di Catania-Ternana

“Questo lo impolpamo. Trenta e te e venti a me”. Succede qualcosa prima di Catania-Ternana che spacca la banda dei catanesi. Lo svela l'edizione on line del Corriere dell'Umbria. Tanto che, nella ricostruzione degli inquirenti, delle quattro persone coinvolte, in tre decidono di dividersi la “torta”, a poche ore dall’inizio della sfida tra i siciliani e la Ternana. Emergono nuovi particolari dalle 310 pagine dell'inchiesta “I treni del gol”, che in queste ore sta scuotendo il mondo del calcio. Il tutto mentre Jens Janse, il difensore olandese delle Fere indagato per frode, torna in città e si difende, dichiarandosi “sereno ed estraneo ai fatti”. 

Lo impolpamo Nel preparare il match Latina-Catania, secondo gli inquirenti, i catanesi commettono un errore che poi qualcuno pagherà: "In particolare – si legge nelle carte dell’inchiesta – Di Luzio raccontava che Arbotti si era assunto ancora una volta la responsabilità per il suo errore di comunicazione in occasione della partita col Latina, in quanto il calciatore da lui “contattato” era il numero 3 Matteo Bruscagin (che è indagato) sostituito all'inizio del secondo tempo. I due discutevano a lungo su come dovevano dividersi la somma”. Gli inquirenti si riferiscono a una circostanza particolare: per la sfida Latina-Catania Arbotti aveva comunicato un “treno” sbagliato, cioè il numero di maglia di un giocatore. Non solo quel giocatore non giocò il match, ma il numero poi indicato da Arbotti come “sostituto”, ossia Bruscagin, giocò solo il primo tempo. Ci fu in sostanza quello che nelle carte viene definito un “errore di comunicazione”. A quel punto, secondo gli inquirenti, sfruttando il passo falso gli altri si dividono la posta in palio. “La mattina del 23 aprile – si legge nelle carte – Milozzi e Di Luzio, i quali, come concordato con Delli Carri, si erano appropriati di tutto il denaro senza dividerlo con Arbotti sfruttando l’errore di comunicazione compiuto da quest’ultimo nella partita Latina-Catania (“lo impolpamo”), versano il contante che risulta suddiviso in banconote da 50 e 20 euro”. 

Riccardo Fidenzi

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