Benny Carbone, per la rubrica I Giganti del Calcio, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Calcio2000 ha parlato anche del suo periodo all'Inter e dell'addio ai nerazzurri.
"In famiglia siamo da sempre tutti interisti? Mio padre era un tifoso nerazzurro sfegatato e ci ha trasmesso questa passione. Per cui giocare nell'Inter, per me che ne sono sempre stato tifoso, è stato qualcosa di speciale. Il pensiero che da un paesino della Calabria fossi riuscito ad arrivare a vestire quella maglia mi metteva i brividi e ancora oggi mi emoziono".
Le cose però non vanno troppo bene a Milano…
"Io stavo bene, ma c'erano incomprensioni con mister Hodgson: ero titolare, sì, ma lui voleva che giocassi sulla fascia, mentre io mi sentivo più un trequartista-seconda punta. In quella posizione, però, non mi vedeva proprio e io ero costretto a sfiancarmi a fare le due fasi. Eravamo io e Bergomi sulla destra e più di una volta mi ritrovavo a fare il terzino. Ero arrivato con grandi aspettative, i tifosi da me si aspettavano la giocata e invece sgobbavo come un mulo e inevitabilmente non ero più lucido in fase offensiva. A fine stagione ho avuto un colloquio col mister e ho chiesto esplicitamente di giocare da seconda punta. Mi rispose che in quel ruolo aveva diverse alternative e che avrebbero comprato anche Djorkaeff. A quel punto ho deciso di andare altrove. Col senno di poi, una delle scelte sbagliate della mia carriera…".
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