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Aria da derby: la Curva Nord Perugia diserterà l’appuntamento

COMUNICATO DEL 06/09/2017

L’identità del movimento ultras sta lentamente scomparendo, cadendo sotto i colpi della repressione e delle nuove logiche del calcio moderno. Quello che però, ad oggi, non è ancora andato perduto è il legame tra il tifoso e lo stretto vincolo di appartenenza; l’attaccamento ai simboli della propria città, ai colori della maglia e al nome della squadra che sostiene e rappresenta. 

Gli ultras e I tifosi tutti devono difendere questi valori o non possono definirsi tali, l’orgoglio e l’istinto di conservazione per la propria storia non può essere messo sul piatto di nessuna bilancia. Quello che è successo a terni all’inizio dell’estate è una pratica già adottata da alcune società delle categorie minori ma mai aveva trovato terreno fertile in una piazza del “calcio che conta”.

Accostare il nome della squadra (e della città) ad uno sponsor, per favorire gli interessi di marketing della società, barattando la storia con interessi economici e pubblicità , è la massima espressione di un calcio moderno a cui niente importa della passione ma che guarda soltanto al businnes, quello stesso calcio moderno al qual il movimento ultras ha da sempre dichiarato guerra. 

Molte piazze, anche storiche, hanno attraversato e stanno ancora attraversando momenti bui, legati alla gestione indegna di presidenti-imprenditori, che hanno lucrato su questa realtà a discapito della passione dei tifosi, ma che proprio grazie agli stessi tifosi si sono rialzate senza mai svendersi, trovandosi anche a dover ripartire dall’inter-regionale ma conservando storia e onore del proprio club.

Abbiamo noi stessi vissuto sulla pelle due fallimenti che ci hanno riportato in pochi anni dalla serie A al dilettantismo, ma MAI avremmo potuto immaginare di svendere il nostro nome per salvare una categoria. Con qualsiasi tifoseria avremmo avuto la stessa riluttanza ma, a maggior ragione, proprio verso i nostri più acerrimi rivali, pionieri almeno fino al decennio scorso di uno stile ultras ribelle e antagonista, manifestiamo il più completo sdegno e disappunto per aver lasciato che il nome della propria squadra divenisse uno sponsor, pur di restare nel calcio marcio che conta, senza impegnarsi minimamente affinché questo scempio non venisse compiuto. Nessuna presa di posizione e nessuna contrapposizione al nuovo che avanza, come se diventare dall’oggi al domani “UNICUSANO ternana” fosse poca cosa. Di certo non per noi… per tutto quello che questa partita ha sempre rappresentato sul campo e fuori e che oggi non sentiamo più come il nostro derby, unita alla già ridicola atmosfera maturata negli ultimi anni intorno a queste evento, per volontà delle forze dell’ordine e della stessa pochezza dimostrata dai nostri avversari, abbiamo deciso che non prenderemo parte all’ennesima pagliacciata che niente ha che vedere con le sfide del passato. Per questo comunichiamo, con ampio preavviso, che QUESTA STAGIONE NON SAREMO PRESENTI al Liberati, diserteremo la trasferta contro l’Unicusano perché non abbiamo nulla a che fare con questa rivalità, seppur, dopo questa vicenda, il disprezzo per terni e la sua gente sia più forte che mai!!

La storia, il blasone, la dignità di una tifoseria, o quello che ne resta, non si vendono al miglior offerente, neanche se arriva in elicottero e promette anni di gloria. Questo derby ha definitivamente perso il suo fascino, quel poco che era rimasto se l’è comprato l’Unicusano.

I GRUPPI DELLA NORD e LA TIFOSERIA ORGANIZZATA TUTTA.

Marina Ferretti

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Marina Ferretti

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