Vacanze in America (senza neanche una stretta di mano)

Vacanze in America (senza neanche una stretta di mano)

Rabona Mobile Usa - Foto Rabona Mobile

La famiglia D’Alessandro esce allo scoperto e dichiara di voler vendere la Ternana. Dopo addirittura 14 conferenze stampa (le abbiamo contate) e 2 interviste per strada fuori dallo stadio (legate ovviamente ai due esoneri di Abate) più qualche ospitata in tv in 8 mesi abbondanti, le ultime dichiarazioni sono solo un comunicato stampa. Black out. Esattamente come era successo subito dopo la vicenda Abate quando era rimasto in silenzio, salvo poi tornare al ritmo di una conferenza o intervista a settimana.

Ora uno scarno comunicato: Ternana in vendita a causa di “impegni aziendali sempre più rilevanti, anche negli Stati Uniti, che non consentono alla proprietà di dedicare al club l’attenzione e le energie che la Ternana merita”.

Davvero ci meritavamo questa bugia?

Andatevi a rivedere le conferenze di D’Alessandro in queste settimane, tutte e 14. Non avete voglia? Lo abbiamo fatto noi per voi, GUARDA QUI

A risentirle ora il sapore diventa di beffa. E quindi – in tutta sincerità – come possiamo credere ora agli impegni americani?

Come è possibile che siano diventati improvvisamente talmente importanti da non poter più permettere l’impegno con la Ternana? Non è più una ragione di vita? L’unico pensiero dalla mattina alla sera? La progettazione, la solidità finanziaria, le competenze da imprenditore che fine hanno fatto?

Forse quello che qualcuno aveva ipotizzato e che era stato rispedito al mittente con forza, era vero: è stato tutto un bluff.

Non abbiamo mai voluto giudicare le parole né utilizzando le nostre sensazioni o impressioni. Abbiamo semplicemente sempre raccontato i fatti. E i fatti ora dicono che dopo 10 mesi il regno dei D’Alessandro è finito nel peggiore dei modi. E forse, nella centenaria storia della Ternana, siamo di fronte a una delle peggiori gestioni mai esistite.

Finiti in prima pagina di tutti i giornali per una gestione sportiva quantomeno discutibile, un rapporto con la piazza contraddittorio, promesse a non finire e neanche minimamente mantenute. Le iniziative per l’anno del centenario, lo stadio, il centro sportivo. Tutte chiacchiere. Tutta la prosopopea mostrata in questi 8 mesi è finita in poche righe di comunicato “impegni sempre più rilevanti in America”.

E così D’Alessandro saluta, senza neanche dare la mano. Se ne va senza farsi più rivedere a Terni, senza più metterci la faccia (come orgogliosamente aveva sempre ribadito di fare). Ora nessuna corsa sotto la curva, nessun applauso da tributare. Ora solo un silenzio definito d’oro, ma che forse sarebbe stato meglio definire imbarazzante.

E la Ternana si trova ora esattamente come l’hanno trovata loro, qualche mese fa. Forse ancora peggio, perché sono aumentati i debiti. Con una penalizzazione (che se dovesse arrivare sarebbe certamente più importante di quella che aveva incassato Guida) e con una squadra reduce da una delusione importantissima come la sconfitta contro i Pescara ai rigori.

Ah un ultima annotazione di cronaca: D’Alessandro non vende la Ternana perché la Ternana non è riuscita ad andare in B. Perché le difficoltà finanziarie ci risulta siano iniziate pochi giorni prima della finale quando soltanto all’ultimo minuto (e soltanto grazie all’intervento di Bandecchi, come lui stesso ha lasciato sottintendere) sono stati pagati gli stipendi dei calciatori. La Ternana è andata a giocare la finale con il Pescara non sapendo se sarebbe sopravvissuta. Quindi con la B la mensilità dovuta a luglio non sarebbe stata pagata lo stesso, dai D’Alessandro.

Gli impegni in America evidentemente erano già troppo pressanti all’inizio di giugno. B, C o A, poco sarebbe cambiato, sempre in America i D’Alessandro sarebbero stati costretti ad andare (per seguire i propri interessi, s’intende).