La Ternana non è guarita. E pensare che non solo il 2-2 con il Bari ma anche un’ora abbondante di partita contro il Bisceglie avevano fatto sperare ben altro. La Ternana vista all’opera oggi pomeriggio è stata a lungo una Ternana solida, sicura di sé, autoritaria ed autorevole. E’ vero i gol erano comunque arrivati su palla inattiva e sempre grazie al piede di Mammarella. Ma poco importa, perché le occasioni la Ternana le ha avute e a un certo punto non importava neanche se avesse segnato o meno perché la Ternana era viva. E stava legittimando la vittoria.
Poi però prima il gol che ha dato speranza al Bisceglie, poi il pastrocchio in occasione del 2-2 all’ultimo secondo di gioco con il Bisceglie in inferiorità numerica.
Se poi ripensi ai miracoli di Casadei su Ferrante, Paghera (due volte), su Partipilo e se volete anche su Vantaggiato, ti vengono i nervi.
Perché questa Ternana è ancora una squadra umorale. Che quasi si “spaventa” a demolire gli avversari quando ne avrebbe l’opportunità e si impaurisce quando gli altri invece prendono coraggio. Non è una questione tecnica, ma di testa. Ecco perché ancora la Ternana non è guarita. Senza contare che fa ancora più male questo ennesimo stop interno (sebbene non sia una sconfitta) contro una squadra delle zone basse della classifica perché le altre (Monopoli compreso, peraltro contro la Reggina, fuori casa) hanno vinto. E la possibilità di prendersi una posizione più nobile della classifica è ancora più dura.
La Ternana deve svegliarsi, il più in fretta possibile. Avere una mentalità da grande per 95 minuti e non per 70. Cercare di essere cinica. Sono tutte banalità lo sappiamo, sono cose ovvie. Ma dopo un campionato in cui cominciano ad essere più le delusioni che le soddisfazioni non abbiamo ancora perso le speranze. Perché la squadra ha dimostrato, anche stasera, di saper giocare a calcio, di avere delle qualità. Non è una squadra allo sbando. E’ - ci è sembrato - una squadra fragile. Convalescente. Pensavamo che la pressione avesse in qualche modo attappato i giocatori, che avesse creato una cappa troppo pesante sulla loro testa. E’ stato bravissimo Bandecchi a toglierla, nonostante la delusione dei risultati. A ridare serenità e fiducia ai suoi giocatori e al suo allenatore. Ma anche in un clima più disteso la Ternana non riesce ad uscire dal tunnel.
C’è tempo, ma non troppo. C’è il potenziale su cui lavorare. C’è materiale ancora da plasmare. Da Mammarella a Partipilo, da Damian a Palumbo. Non vanno perse affatto le speranze. Ma va scoperta al più presto la chiave per sbloccare questa situazione. Altrimenti quella che doveva essere una stagione per sognare, diventa una stagione da dimenticare

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 marzo 2020 alle 20:24
Autore: Ternananews Redazione
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