La Ternana non vince dal 27 dicembre. Da allora sono passati 58 giorni, 10 partite, 3 allenatori ma la Ternana ha continuato a non vincere. Soltanto 3 punti raccolti per una crisi senza fine e anche stasera, pur subendo di fatto un tiro in porta in 93 minuti (prima del rigore insomma) è riuscita a perdere 2-0, incassando i soliti due gol, che di media comunque prende.
In questi 58 giorni la Ternana ha infatti subito 18 gol e ne ha segnati soltanto 6. E tutto questo si è visto in campo. Anche se si è vista una squadra leggermente diversa, con uno spirito più battagliero, alla ricerca di un’identità. Ha provato a insistere molto sulle fasce ma non sono arrivati comunque i tiri in porta. Ha cercato di essere più aggressiva, ma poi ha sbagliato anche passaggi semplici.
Ha steccato – ancora una volta – su alcuni dei suoi pilastri che non riescono a dare una scossa a questa squadra che è diventata vittima di sé stessa. E non si vede la fine del tunnel.
Sembra di vivere un incubo: ogni partita sembra poter essere quella della svolta. Quella in cui riponi le speranze di una piccola rinascita, per ritrovare un pizzico di serenità e invece ogni partita ti porta ad allontanarti sempre più addirittura dalla zona playoff. Letteralmente impensabile ad inizio campionato. Chiunque se avesse detto: la Ternana non va neanche ai playoff sarebbe stato preso per pazzo.
E invece ora il pazzo sembra essere chi dice che prima o poi la squadra si riprenderà.
Per farvi capire l’entità del momento rossoverde: lo scorso anno Pochesci ad inizio stagione (dopo la partita contro lo Spezia proprio di Fabio Gallo) rimase 10 partite senza vincere: ma ne pareggiò 8. Sempre lo scorso anno (che infatti poi è culminato con la retrocessione) un’altra striscia di 8: qui con 7 sconfitte e un solo pari che segnarono il destino di Pochesci, quello di Mariani e resero il lavoro di De Canio subito in salita. Non vi bastano: l’anno precedente Carbone in panchina stette 9 partite senza vincere, ma soltanto con 3 scontitte. Poi 11 partite con una sola vittoria in mezzo (quindi tecnicamente striscia interrotta) con Carbone, Gautieri e Liverani, che fece il famoso miracolo.
Ecco: la cosa preoccupante è che queste strisce negative sono arrivate in annate maledette. Una finita trionfalmente grazie a un autentico miracolo sportivo, l’altra finita nel peggior modo possibile. Ma comunque con l’acqua alla gola per salvarsi. Per salvarsi. Perché poi non abbiamo fatto i conti con la qualità della rosa rispetto alla categoria. Ma questa squadra ora deve pensare a salvarsi. Deve avere paura di retrocedere. E non è una battuta. Guardate la classifica: è più vicina la zona playout (1 punto) che quella playoff (3 punti). 
La Ternana ha perso ultimamente con tutte le peggiori della classe (Triestina esclusa, ma che ha vinto lo stesso). Stavolta ha perso contro una squadra che non vinceva dal 19 gennaio (ovvero 35 giorni e 6 partite) e che non segnava da 288 minuti e che in 85 minuti ha tirato una sola volta in porta.
Nessuno ha la bacchetta magica, ma qui bisogna salvare la pelle. Immediatamente. E non importa se il prossimo avversario sia il Real Madrid o il Barcellona.
Davvero: per quanto si possa rimproverare agli allenatori, al calciomercato, alla presidenza o alla proprietà, qui sono solo i giocatori che devono guardarsi in faccia e capire come mai in campo non riesce nulla di quello che avrebbero in testa. E se non ci riescono allora chiedano aiuti ai “Mazzarani”

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 febbraio 2019 alle 23:08
Autore: Ternananews Redazione
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