Un altro anno ce lo siamo lasciato alle spalle. Difficile definire questo 2023 che se n’è andato. L’unica definizione che viene in mente è l’ottovolante o, perché no, le montagne russe. Tanti sali e scendi per la Ternana. Volti nuovi che si sono mescolati con i vecchi.

Certo, da queste parti c’è un po’ l’abitudine a vivere il calcio sul filo del rasoio. Però, quello che ci ha regalato il 2023 può piazzarsi probabilmente nella top teen di quelli a più alto rischio nella travagliata storia rossoverde.

Sogni di grandezza con una squadra costruita per i play off, vittorie a raffica a inizio stagione poi crollo verticale. Il tecnico della Ternana dei miracoli congedato nonostante quella famosa lettera d’intenti firmata pochi mesi prima. Lucarelli, Andreazzoli, ancora Lucarelli mentre “patron” Bandecchi indirizzava i propri interessi verso la politica e soprattutto, su quella poltrona al primo piano di palazzo Spada che era stata dell’amico Latini, defenestrato dai suoi. Tourbillon di cambiamenti, di pronostici ribaltati, di emozioni vissute con l’adrenalina a palla.

La Ternana, di fatto, coinvolta nella battaglia politica con cambiamenti imposti dalle leggi forse un po’ troppo leggermente trascurate. E così mentre Lucarelli tornava acclamato dal popolo tifoso al quale i “patron” chiedeva voti da candidato Sindaco, la Ternana ha rischiato il collo: salvata per la migliore differenza reti nonostante un filotto di sconfitte da far venire i brividi.

Un futuro da scrivere per Bandecchi sindaco e per la Ternana che non è stata più sua perché così ha imposto la legge dello Stato. Sullo sfondo, ma nemmeno tanto in fondo, la vicenda stadio-clinica. Il colpo di genio di Bandecchi tornato di stretta attualità proprio agli sgoccioli di questo 2023, con la sensazione forte di diventare elemento centrale nella vita politica e calcistica della città nei mesi a venire.

Tutti scesi dall’ottovolante a inizio estate? Nemmeno per idea. Altro giro altra corsa perché sulle cabine dell’ottovolante rossoverde c’è stato l’ennesimo viavai. Giù Bandecchi e Tagliavento per far posto a Nicola Guida e Giuseppe D’Aniello, presidente e braccio destro della nuova Ternana che dall’università telematica è passata ad una azienda farmaceutica.

Giù Andreazzoli che s’è preso la buonuscita e ha tolto il disturbo, maledicendo forse quella scelta fatta in corsa a novembre, di nuovo in sella Lucarelli che aveva già riposto nel baule dei ricordi la maglia rossoverde. E siccome, a volte ritornano, ecco salire sull’ottovolante Stefano Capozucca una quindicina d’anni dopo la sua prima volta con la Ternana. Il posto glielo aveva lasciato Luca Leone che invece aveva un ruolo designato da regista della ricostruzione.

In mezzo, un mezzo giro sulla giostra se l’è garantito pure Massimo Ferrero promesso presidente della nuova Ternana. Per lui un mezzo giro perché tra una lite con Leone e la contestazione dei tifosi, il suo contratto a sei zeri è finito nel cestino.

Finita qui? Nemmeno per idea. Il lunapark rossoverde non ha esaurito i propri giri e all’ennesima fermata novembrina è sceso Lucarelli per far posto a Roberto Breda, altro ritorno. Non certo sul luogo del delitto perché lui aveva salvato una Ternana non proprio trascendentale e l’aveva fatto senza troppi patemi nel mezzo della gestione Longarini. Una conferma meritata ma negata, salvo ripensamento a giochi fatti. In puro stile Ternana dove la normalità non è di casa.

Chiuso l’anno, andata in vacanza anche la giostra. Una vacanza che c’è da sperare duri a lungo perché è forte il bisogno di un po’ di normalità, di serenità almeno calcistica. Quel “Semo nati pe’ tribbolà” è tempo di riporlo in soffitta.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 01 gennaio 2024 alle 10:30
Autore: Massimo Laureti
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