Ternana U17 campione di Serie C: trionfo storico del settore giovanile

La festa della Ternana U17 campione d'Italia di Serie C - Foto Lega Pro
Una stagione da record per la Ternana Under 17. La Ternana ha vinto il campionato U17 di Serie C. I ragazzi hanno compiuto un’impresa straordinaria, mai successa nella storia rossoverde. Dopo una stagione praticamente sempre in testa alla classifica nel girone (con 65 punti) è arrivata anche la vittoria nella finale contro il Benevento, per i ragazzi di Marco Di Loreto.
Un’annata da incorniciare per tutto il vivaio
Ma nel complesso, a livello sportivo, è stata un’ottima annata per il settore giovanile rossoverde. Ottimi campionati anche per l’U15 e l’U16, compresa la Primavera 2 che sorprendentemente (e con assoluto merito) si è classificata quarta in campionato, partecipando ai playoff e uscendo soltanto ai rigori contro l’Entella.
Il bilancio sportivo della Ternana Calcio
Se a questo sommiamo anche la finale persa dalla prima squadra, e togliamo la componente “tifo”, non possiamo che giudicare positivo il lavoro svolto quest’anno sul campo da tutta la Ternana Calcio.
Il ruolo strategico di Carlo Mammarella nel progetto Ternana
Un direttore sportivo con visione
Pochi giorni fa parlavamo dell’importanza di avere un direttore sportivo: uno che conoscesse bene determinate dinamiche, che fosse inserito nell’ambiente, con esperienza e che potesse mettere delle idee costruttive all’interno della crescita del club. E i risultati di questi mesi vanno a sottolineare proprio questo.
Le scelte iniziali nel settore giovanile sono infatti opera di Carlo Mammarella, poi passato a fare il DS della prima squadra dopo l’allontanamento di Capozucca prima e Foresti dopo.
Il binomio Mammarella-Paolucci
Ma sin dallo scorso anno il progetto della Ternana prevedeva la figura centrale proprio di Mammarella che avrebbe dovuto affiancare Silvio Paolucci, da anni responsabile del settore giovanile rossoverde, per poter armonizzare al meglio tutto il lavoro.
Competenze, appartenenza e risultati
Grazie alla sua esperienza da giocatore, al fatto di aver potuto studiare meglio determinate dinamiche dall’interno (è entrato subito nei quadri dirigenziali, appena dopo la vittoria del campionato con Lucarelli e con la fascia sul braccio), grazie all’apprendistato sul campo e ai corsi seguiti, Mammarella si era ritagliato un ruolo chiave. Che andava oltre il rapporto personale.
Aveva resistito ai cambi proprietari (2) e proprio la scorsa estate aveva scelto Morrone come allenatore della Primavera e ripescato Di Loreto, che era stato allontanato, affidandogli l’U17 (oggi campione). Ha privilegiato la territorialità e l’appartenenza alla Ternana, ha voluto puntare – sempre insieme a Paolucci – principalmente su ternani, creando così uno spirito di appartenenza che a Terni non si era mai visto. E questo alla fine è il risultato.
Un risultato vissuto da lontano
Un risultato che ora Mammarella si gode lontano, visto che non fa più parte della Ternana, esonerato insieme ad Abate.
Forse l’avrebbe vissuto comunque con distacco, visto che nel frattempo era stato promosso sul campo in una stagione complessa e complicata, cercando di aiutare un allenatore tanto bravo quanto esordiente: proprio come lui.
Ma anche la prima squadra, su cui ha inciso in maniera determinante sin dalla costruzione iniziale, ha fatto il suo percorso.
Il valore di un direttore sportivo nel medio-lungo termine
Il giudizio sui dirigenti non può essere ovviamente determinato soltanto dai risultati immediati. È un percorso che deve essere giudicato nel suo complesso: cercando di andare anche oltre.
Ecco perché non solo è giusto rendere merito a chi ha lavorato con passione, competenza ed onestà nei mesi che gli sono stati messi a disposizione. Ed ecco perché l’augurio è di trovare delle figure analoghe: in grado di poter gestire annate difficili con la massima professionalità possibile.
Conclusione: cosa serve ora alla Ternana
Il lavoro del direttore non è soltanto la scelta o la cessione di giocatori: è la capacità di scegliere le persone giuste, di interpretare al meglio il calcio del proprio allenatore, di metterlo nelle condizioni migliori di poter lavorare, di creare identità, di gestire un gruppo e di sapersi relazionare anche con tutte le componenti della società.
Questo è ciò che serve ora, di nuovo, alla Ternana.