Ternana prenditi il derby, per te, per i tifosi, per la classifica

Ternana prenditi il derby, per te, per i tifosi, per la classifica

Nel vocabolario calcistico più usato, anzi abusato, al termine derby corrisponde una massima inviolabile “il derby non si gioca, si vince”. Sciocchezza clamorosa perché per vincerlo prima di tutto devi giocarlo. Però, nell’immaginario quel dover vincere vuol dire che tutto va bene per una partita, importante portarla a casa, mettere sotto i rivali più acerrimi. Rivalità che va oltre la sfera calcistica, come nel nostro caso. Perché nella regione delle due province, quella che non è capoluogo pensa automaticamente di esse svantaggiata mentre l’altra gonfia il petto con la propria presunta superiorità. Storie antiche che si rinnovano nella “singolar tenzone” tra undici ragazzi che in pantaloncini rincorrono un pallone.

Siamo arrivati al derby, al Perugia-Ternana del girone di andata che concede alle due squadre un’opportunità enorme. La Ternana che viaggia veloce in classifica e somma il doppio dei punti dei rivali (28 contro 14) ha l’occasione ghiotta di assestare un colpo terribile ai cugini relegandoli in seconda linea per un bel po’ di tempo, forse per un campionato intero. Ma soprattutto la Ternana, vincendo, manderebbe un altro segnale forte al campionato e al Pescara capolista. Un “noi siamo qui e vogliamo restarci” tanto più importante perché arriverebbe nel giorno in cui squalifiche e infortuni stanno falcidiando l’organico di Abate.

Il Perugia, di contro, vincendo il derby ridarebbe un senso ad una stagione nata male. Ma questa è una questione che lasciamo all’analisi altrui. Qui c’interessa soprattutto la Ternana che a questa sfida avrebbe voluto arrivarci con l’intero organico, ponendo Abate di fronte ai dubbi di scelta legati all’abbondanza. Invece stavolta la storia è diversa. Il tecnico avrà i suoi dubbi perché deve giocare di fantasia per proporre una squadra in grado di fare la voce grossa al Curi.

Un problema per lui, una chance per chi fin qui ha giocato meno degli altri, la possibilità di dimostrare di valere quanto i titolari. Ma per chiunque sarà a Perugia, in campo e in panchina, sarà indispensabile mettere nella contesa ambizione, cuore, voglia feroce di prevalere. Perché i derby (sempre il vocabolario calcistico lo sostiene) sfuggono al pronostico e spesso lo sovvertono. Per questo la vigilia è caratterizzata dal balletto dialettico “favoriti noi? Nemmeno per idea, favoriti loro” e via di seguito.

Poi magari succede il contrario perché nel calcio, di solito, che propone la prestazione migliore ha più probabilità di vincere. Prestazione, attenzione, non classifica. Perché nel calcio quello che è successo ieri non conta. E’ l’oggi che fa la storia. Quindi, partita aperta, tutta da vivere che la Ternana ha una gran voglia di vincere anche per regalare una gioia ad una tifoseria che le sta accanto con passione sin dai primi passi, nonostante le mille vicissitudini societarie, i ribaltoni, le penalizzazioni.

Per questo stavolta a Capuano e compagni si chiede uno sforzo più: prendersi il derby per i tifosi, per la classifica, per nobilitare la loro stagione, per attaccarsi al petto una medaglia che resterà lì, in bella vista, per un’intera vita. Oltre il calcio. Perché il derby… è il derby. E allora buon derby a tutti, che sia impregnato di buon calcio, dell’indispensabile goliardia e della necessaria civiltà.