Ternana: ne hai ancora, di sicuro!

Alexis Ferrante - Foto Ternana Calcio
Non è stata una brutta Ternana, ma non è stata neanche abbastanza bella. E’ stata una Ternana che ha provato a vincere (anche con i cambi dalla panchina), ma che forse per una questione di centimetri (nei passaggi, nei tiri, nei dribbling) non c’è riuscita. Avevamo parlato di coraggio, dopo la prestazione di Ravenna, e ci ripetiamo anche in occasione della partita di oggi contro il Forli. Ci vuole ancora più coraggio, più determinazione (se preferite), più cattiveria (ovviamente sportiva).
La Ternana ti dà sempre la sensazione di essere una buona squadra, ma ti lascia anche la sensazione che avrebbe potuto fare di più se solo avesse voluto. Come quegli studenti che vanno bene sì, ma se studiassero con metodo… chissà cosa ne uscirebbe fuori. Come se si accontentasse. Ecco: non può accontentarsi, non possiamo accontentarci. Questa squadra si salva, senza dubbi. Forse ci potevano essere all’inizio della stagione quando tutto ancora era troppo nebuloso, soprattutto l’approccio che poteva avere la squadra alla stagione. Ora dubbi non ci sono. Quello che chiediamo, in campo, lo abbiamo visto. A sprazzi, magari alla fine, in alcuni frangenti della partita. Sono qualità che la Ternana ha ma che – ancora – non riesce a produrre in maniera frequente.
A questa squadra non mancano esperienza e qualità: pensate soltanto ai nomi. Meccariello, Capuano, Martella, Vallocchia, Brignola, Ferrante e ora anche con Pettinari. Solo per citare i più “noti” anche fuori dalla C. Alcuni di questi sono da “recuperare” ma sulla loro esperienza e qualità non ci sono dubbi. Se tutti fossero nel loro momento migliore non ci sarebbe storia per gli altri (e magari, direte voi, non sarebbero a Terni). E non abbiamo nominato tutti gli altri.
Il pari di Forlì allontana ancora un pochino la Ternana dalle zone nobili della classifica. Ma questa squadra SE fosse partita con questo organico sin dall’inizio, SE non avesse avuto problemi societari che l’hanno certamente distratta fino a poco tempo fa, avrebbe avuto la carte in regola per essere una protagonista del girone. Non per vincerlo, ci mancherebbe. Ma per essere lì insieme ad Arezzo e Ascoli, come minimo. Ora questo non possiamo chiederlo, come l’applicazione mentale è possibile che cambi, quando non c’è lo stesso obiettivo. Ma proprio qui deve lavorare la squadra: cercare di spingere al massimo il proprio motore. Per cercare di dare un sapore diverso alla stagione. Un filotto di vittorie consecutive per poi fare i conti con la classifica. Un’aggressione agli avversari più continua e organica. La voglia di arrivare “primi” nei contrasti e sulle seconde palle. Quella cattiveria che ha messo Ferrante nel suo tiro, che poi ha regalato il pari ai rossoverdi
Con i SE non si possono fare i ragionamenti, qui ce ne sono almeno due. Quindi è un discorso puramente ipotetico, forse campato anche per aria. Ma più ci giriamo intorno e più ci sembra possibile che questa squadra ancora non si sia accesa del tutto. Che abbia ancora bisogno di qualcosa per poter dire: abbiamo fatto tutto quello che è in nostro possesso. Ha ancora margini di miglioramento e quindi margini per poter fare più risultato. O almeno provarci.
Già pensare di poter giocare una stagione pensando totalmente al campo è un regalo quasi inaspettato. Tanto vale onorarlo nel miglior modo possibile. Sganciandosi in fretta di tutte le scorie che ancora possono essere addosso e non pensando alle conseguenze. Quando te la sei vista brutta, da vicino, non puoi aver paura di un pallone che rotola o di avversari che (come te) giocano a pallone. Dopo un periodo di grande apprensione per l’esistenza stessa del club ora la città si merità di poter sognare e divertirsi. E se lo meritano anche i giocatori, lo staff e Liverani. A cuor leggero e con il sorriso in faccia.