Ternana, metti le mani sulla Serie B

Massimo Laureti
Va in scena la prima finale promozione, obiettivo vittoria. Si gioca in casa, la necessità di vincere, di solito, è di chi ospita nel proprio salotto buono anche un avversario ostico, difficile, forte. Però questa volta è diverso, proprio come diverso lo è stato nelle precedenti sfide play off nelle quali sono stati impegnati i rossoverdi. Si gioca su due partite, serviranno 180 minuti per conoscere il verdetto della finale.
In ogni caso il prodotto è stato lo stesso, tutte e due le squadre si sono ampiamente meritate la finale anche se battendo piste diverse. Non hanno trovato avversari facili, però sono sempre riuscite a prevalere in virtù di una manovra organizzata, di una freschezza che nel Pescara del finale di campionato si poteva intuire, che la Ternana invece ha riscoperto strada facendo.
Il primo atto al Liberati, ma serviranno due partite
Si comincia stasera al “Liberati” ma è difficile se non impossibile immaginare che la questione si risolva nella prima metà della finale. Ci sarà un ritorno utile a tutti, a chi uscirà vincitore stasera e nel ritorno dovrà confermarsi. Ancora di più lo sarà per chi vedrà nell’appello di sabato l’occasione per ribaltare un destino avverso. Insomma, siamo al primo atto, ma la commedia sarà da gustare fino all’ultima battuta.
Squadre diverse ma entrambe nel segno del gol
Due squadre per concezione tattica diversa ma entrambe costruite per offendere. Lo dimostrano il bottino di gol realizzati: 70 il Pescara, uno in meno la Ternana che nel finale di campionato si è vista scippare per responsabilità proprie un primato che aveva detenuto a lungo. I play off hanno confermato certe caratteristiche. Consolidate da Baldini che guida la squadra dall’inizio, rinnovate da Liverani arrivato da poco.
Due squadre che risulta difficile immaginare in versione sparagnina, del tipo “mi tengo il pari poi vediamo come risolverla al ritorno”, oppure votate al “prima non prenderle”. Sono nate per attaccare, per imporre il proprio gioco anche se entrambe hanno dimostrato di saper essere letali nella fase di ripartenza figlia di un’aggressione alta, di un recupero palla rapido nella metà campo opposta.
Il pubblico non sarà soltanto cornice coreografica
Sold out al Liberati, parliamo di circa 12mila presenti annunciati. Dati sempre ballerini visto che negli anni la capienza dello storico impianto è stata taglieggiata per questioni legate alla sicurezza. Ma cento o mille persone in più o in meno non cambiano la sostanza: la città si è stretta intorno alla propria squadra di calcio nella speranza che possa tornare ad essere fiore all’occhiello dopo la scivolata di un anno fa.
Sabato sera sarà la stessa cosa. Replica per fetta con l’aggiunta di qualche migliaio di tifosi perché l’Adriatico è stato rinnovato qualche anno fa e può contenere anche ventimila anime. L’unica nota stonata (come al solito) le limitazioni imposte dai provvedimenti di prefetture e questure. Scelte applicate da anni ma che non sembrano funzionare come deterrente. La sicurezza resta legata al rispetto alla cultura sportiva di ogni popolo. Per questo sogniamo due belle serate di sport e… un trionfo rossoverde.