Luci e ombre nella Ternana alla prima uscita ufficiale con il risultato che conta davvero. Tutto nella norma stante il periodo. Perché il 4 di agosto una squadra non può (non deve ?) essere perfetta e in condizione visto che il campionato comincerà tra venti giorni e vivrà momenti decisivi in altri mesi.

Così la Ternana vista all’opera contro l’Olbia è materiale di studio e di lavoro per Fabio Gallo che avrà a disposizione altre settimane per aggiustare la situazione, potendo contare (è l’auspicio) anche su qualche altro elemento da aggiungere ad un organico buono ma non certo completo.

Cercando di essere estremamente sintetici vediamo cosa è piaciuto e cosa invece non ha convinto nei novanta minuti contro la squadra sarda.

Cominciamo dalle note positive. Buon secondo tempo al netto di quei cinque o sei minuti di follia collettiva che hanno portato all’inaspettato pareggio ospite favorito peraltro dalla grossa svista del direttore di gara in occasione del rigore del 2-2. La squadra nella ripresa ha cominciato a spingere con continuità sugli esterni e così è emersa la gamba di Nesta sul quale Gallo sta facendo un ottimo lavoro. Si è potuto ammirare poi il piede educato di Mammarella (due assist) ma anche l’intraprendenza di Furlan che ha cominciato a fare il trequartista d’inserimento come piace al tecnico. E siccome sono aumentati anche i ritmi l’Olbia è andato in grosso affanno. Ancora più importante la reazione che ha portato al definitivo vantaggio. Fatta di orgoglio ma anche di qualità di calcio con occasioni generate da manovre organizzate e non da palloni buttati in mezzo. Protagonisti assoluti Paghera e il baby Niosi entrati in corsa.

Tanti aspetti positivi dunque ma altrettanti sono stati quelli negativi a cominciare dall’inizio sotto tono o troppo morbido (fate voi) al cospetto di un avversario giovanissimo (il più anziano era il portiere 24enne). La Ternana ha rischiato grosso in difesa dove troppe sono state le sviste dei due centrali in entrambi i tempi, ha tenuto discretamente in mezzo al campo e ha segnato un bel gol nell’unica azione ben congegnata. Detto delle incertezze di Suagher e Sini non si può non rilevare la scarsa prestazione di Vantaggiato che non ha certo aiutato il volenteroso Ferrari com’era lecito aspettarsi. Proprio in avanti la Ternana dovrà crescere più che negli altri reparti e potrà farlo soltanto completando l’organico con un elemento in grado di sfruttare al meglio il lavoro degli altri. Serve un finalizzatore insomma, uno capace di buttarla dentro. Perché è vero che il ritorno di elementi come Palumbo a centrocampo e Marilungo in avanti potranno aggiungere qualità ma, è altrettanto vero che la qualità complessiva del gioco di una squadra è data dagli attaccanti che dettano la manovra e la chiudono al meglio.

Da ultimo, ma non certo per importanza, il calo di concentrazione che ha permesso all’Olbia, ormai al tappeto, di rialzarsi e mettere in dubbio l’esito del confronto. Inammissibile perché per qualità ed esperienza la Ternana deve saper gestire le partite, specie sul 2-0 contro un avversario che le era palesemente inferiore. Non a caso il patron Bandecchi non ha digerito affatto quei cinque o sei minuti e alla fine ha espresso senza mezzi termini il proprio disappunto pur nella soddisfazione della vittoria che pone la Ternana ad un passo dal passaggio del turno. Bandecchi non fa proclami ma è chiaro che vuole risultati. Non lo dice apertamente ma non ha cancellato dalla sua testa la possibilità di arrivare al massimo risultato stagionale: una ricompensa dopo i patimenti delle due prime stagioni. Anche perché ci sono quei 12mila abbonati cui rendere conto.

A proposito di tifosi. L’altra sera ce n’erano oltre duemila se non tremila per una partita di Coppa Italia senza alcun fascino. Un bel segnale senza dubbio considerato che si trattava di una serata caldissima del 4 agosto. La conferma che i 12mila sono pronti a riempire il Liberati se la squadra saprà convincerli con prestazioni serie, fatte di cuore e qualità. Prestazioni alle quali la Ternana dovrà avvicinarsi con l’inizio del campionato. Venti giorni di tempo per lavorarci sul campo e sul mercato potrebbero bastare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 agosto 2019 alle 00:49
Autore: Massimo Laureti
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