La Reggina viaggia ad un ritmo imbarazzante. Imbattuta, migliore difesa e migliore attacco, Corazza capocannoniere. Sembra inavvicinabile. Ma la Ternana è lì, a cinque punti. Che non sono pochi ma nemmeno tanti. Un passo falso e i rossoverdi gli sono sopra.

Ma è giusto guardare alla Reggina dei miracoli di queste prime tredici giornate? Probabilmente no. Perché il campionato ha vissuto soltanto un quarto (più o meno) della propria vita e perché la Ternana in questo lasso di tempo ha saputo regalare gioie (parecchie), delusioni (poche) e soprattutto continua a dare la sensazione di poter essere migliorabile.

Gli altri, forse, hanno già raggiunto il top e devono mantenere quella velocità di crociera altissima. I nostri invece debbono ancora aggiungere qualcosa al loro meccanismo. Un po’ come un’auto di Formula 1 debbono lavorare sui dettagli per migliorarsi ancora.

Intanto però con la vittoria sul Picerno, tanto faticata quanto foriera di soddisfazioni, hanno fatto capire al resto della comitiva di esserci con sempre maggiore convinzione.

Però Mammarella e soci hanno aggiunto anche altri piccoli aggiustamenti. In avanti ad esempio, oltre a trovare un Ferrante goleador (Dio solo sa quanto serviva) hanno aggiunto un Marilungo in ripresa e un Partipilo che può giostrare con profitto sulla trequarti andando a trovarsi lo spazio giusto per entrare in area.

In mezzo Proietti ha ritrovato il passo giusto con Palumbo in crescita costante e Paghera in grande spolvero (peccato l’espulsione). Dietro invece ancora qualcosa non funziona. Non tanto nei meccanismi visto che il Picerno davanti a Tozzo non c’è mai arrivato e la sua azione offensiva è stata premiata da un tiro scagliato da distanza improbabile che ha trovato la deviazione amica e l’errore di Tozzo. La difesa della Ternana è perfettibile ma intanto i dati dicono che è la quinta meno battuta del campionato, quindi non certo disastrosa. Troppo spesso ha pagato errori dei singoli e causa infortuni o ritardi di condizione non ha ancora trovato il proprio assetto definitivo. Per questo crediamo possa migliorare. Ma intanto si giova di un’organizzazione di gioco, di una identità di squadra che fin qui ha fatto la differenza visto che alla quinta difesa del torneo fa da contraltare il nono attacco per prolificità. Accostati ai numeri della Reggina viene da chiedersi come possa la Ternana essere seconda a cinque punti soltanto.

Bene, la risposta forse sta proprio nelle più spiccate qualità della squadra: identità di gioco, consapevolezza dei propri mezzi, carattere, compattezza del gruppo che anche nei momenti più difficili (vedi domenica dopo il pari del Picerno e il diluvio con terreno ai limiti della praticabilità) ha saputo reagire e trovare il modo di mettere la testa davanti all’avversario.

Considerazioni queste che mi portano a quella conclusiva: questa Ternana può crescere e, magari, potrà farlo ancora di più con eventuali aggiustamenti di mercato (se ritenuti necessari), può incrementare il proprio rendimento già eccellente (2 punti a partita) e rendere la vita complicata a tutte le altre. Se poi ce ne sarà una in capace di fare ancora meglio giù il cappello.

Importante è dare il meglio di se. Sempre e comunque. Perché no, anche in questa Coppa Italia che regala solo un trofeo buono per la bacheca. Il “Capo” d’altro canto ci tiene. Meglio accontentarlo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 novembre 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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