La prima trance di campionato se n’è andata lasciandoci una Ternana in zona salvezza, ricca di tanta sperimentazione, di delusioni cocenti e di soddisfazioni anche inaspettate. Proprio quello che ci voleva per mettere sul tavolo di Lucarelli e del suo staff tante opzioni per allestire la Ternana più vicina a quella definitiva quando il campionato tornerà con la trasferta di Pordenone (però si giocherà a Lignano Sabbiadoro).

La fase di sperimentazione, di valutazione della forza e delle attitudini della squadra credo sia conclusa per cui mi aspetto da Cristiano Lucarelli scelte decise, magari non definitive, ma chiare, leggibili, questo si. Perché in effetti qualcosa queste prime sette classifiche l’hanno detta. Decodificare i messaggi proposti dal campionato spetta al tecnico e ai suoi collaboratori.

Noi possiamo limitarci ad affermare che quella di Cremona, insieme a quella ammirata col Parma, è stata, pur perdendo, la Ternana più vicina a quella che conosciamo. Poi ne abbiamo conosciuta un’altra, più sparagnina ma comunque vincente. Ma abbiamo anche visto all’opera la Ternana balbettante o bloccata dalla tensione (paura per l’esordio col Brescia o per l’importanza del match a Monza) che in Brianza però il punto è riuscita comunque a tirarlo fuori.

Poi c’è stata quella distratta col Pisa e quella derubata di Reggio Calabria: il pedaggio agli errori arbitrali ha già un importo pesante.

Di materiale ce n’è tanto. Manca soltanto la valutazione di giocatori mai utilizzati (Salim Diakitè, Capanni) per infortunio. Ma il quadro è piuttosto definito e, per quanto mi riguarda, è ben lontano dalla diatriba (inutile) che si è aperta sul sistema da adottare. Ero e resto convinto che la differenza la fanno i giocatori, la loro disponibilità al sacrificio (anche tattico) fermo restando che ce ne sono alcuni, di peso tecnico elevato, che inevitabilmente rendono più e meglio in un ruolo piuttosto che in un altro.

Personalmente sono convinto che la Ternana non può prescindere dalla qualità dei suoi interpreti migliori. Nomi? Palumbo e Falletti (ma dentro al gioco, alla partita), Partipilo per quel che riguarda la fase offensiva. Martella e Capuano per la fase difensiva. Gli altri possono ruotare anche se la fisicità di Sorensen è un fattore in difesa al pari della velocità di Boben che pure col fisico non scherza.

Dal mio ragionamento restano scoperti ruoli non meno importanti, a cominciare dalla scelta della punta centrale. Donnarumma e Pettinari hanno caratteristiche differenti ma nessuno dei due fin qui ha fornito prestazioni entusiasmanti. E soprattutto sono mancati nella continuità.

Eccolo uno dei must del calcio: la continuità che sommata all’equilibrio e all’intensità sono gli ingredienti che qualsiasi allenatore vuol vedere nelle partite della propria squadra. Lucarelli li ha ritrovati a tratti ma probabilmente ha ricevuto le indicazioni giuste, anche a livello fisico, per puntare deciso nella direzione giusta. L’anno scorso è parso tutto semplice con il mix trovato nel giro di tre o quattro partite. Quest’anno, vuoi anche per la diversa competitività delle squadre e di un calendario terribile, c’è voluto un po’ più di tempo. Però sono convinto che la strada è stata tracciata e che Lucarelli saprà percorrerla per intero con i suoi dentro al famoso carrarmato.

Fondamentale per lui sarà fare scelte precise, non definitive, ma che diano il senso della direzione imboccata, del gruppo dei titolari (13-14) e di quelli che dovranno fargli cambiare idea o che si proporranno come pedine essenziali a partita in corso. Proprio com’è stato l’anno passato in C. Senza pressioni eccessive, senza nervosismi deleteri perché la città è con la Ternana e con il suo condottiero al quale rinnovo i miei auguri di buon compleanno che, sia chiaro, valgono per un anno intero non per un solo giorno.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 ottobre 2021 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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