Quando San Filippo Neri, il protettore della gioventù reietta ed emarginata, riceveva qualche rimbrotto a causa dell' eccessiva esuberanza dei ragazzi del suo oratorio, si limitava a dir loro "state buoni, se potete"... 

Ecco, se ho voluto utilizzare questo curioso aneddoto come incipit delle mie riflessioni in rossoverde è proprio perché sto vedendo un' eccessiva euforia (ancorchè giustificabile) attorno alle Fere di Fabio Gallo. 

Certo, con tutti i rospi che siamo stati costretti ad ingozzare nel corso dell'ultimo biennio, già il fatto che la Ternana sia partita almeno per una volta con il piede giusto, deve essere accolto con moderata gaiezza. 

Ma di qui ad ipotizzare sfracelli in un campionato assolutamente tosto come quello del girone meridionale della serie C, dopo appena un paio di partite di Coppa Italia ed una soltanto di campionato, ce ne passa... 

Lo ha ribadito anche il Patron-Presidente della Ternana Stefano Bandecchi lunedì scorso nel corso di una lunga chiacchierata a cuore aperto nel corso della trasmissione "Palla al centro", in onda su Radio Incontro. 

Ordunque, anche Bandecchi ha cercato di smorzare i toni eccessivamente entusiastici scaturiti dalla vittoriosa trasferta di Rieti, riaffermando a chiare note che, almeno per quest'anno, la Ternana deve puntare soltanto ad un campionato tranquillo, magari regalando anche qualche bella soddisfazione alla ritrovata tifoseria rossoverde, che, come ha ammesso esplicitamente, sabato scorso è riuscita persino ad emozionarlo. 

Perché quando una piazza muove 2.500 persone per seguire in trasferta una formazione che, vuoi o non vuoi, è riuscita in due anni nell'impresa "eroica" di centrare un' invereconda retrocessione e un successivo mortificante undicesimo posto in classifica, significa che tra le genti ternane e le Fere c'è senz' altro vero amore. 

E allora è bastato poco per riaccendere gli antichi entusiasmi. 

O, al contrario, c'è voluto tanto? 

Vediamo di analizzare questo aspetto e di cercare di capire da dove parte il rinnovato amore dei ternani per le Fere. 

Innanzitutto oggi c'è un Presidente "in loco" e costantemente sul pezzo; e questo non accadeva dai tempi di Agarini e della sua pittoresca corte, anche se poi il grosso del lavoro lo faceva un certo Paolo Borea... e scusate se è poco! 

Però il fatto che a far da guardia al gregge ci sia costantemente il pastore in prima persona (o quasi), è sicuramente un elemento molto positivo da tenere in buon conto. Anzi, è un'assoluta novità, data la costante latitanza della famiglia Longarini dalla piazza ternana, protrattasi per ben 14 anni. 

Poi c'è la storia degli abbonamenti. 

Manovra pubblicitaria o ruffiana o disperata che dir si voglia, fatto sta che 12.000 ternani hanno deciso, nonostante tutto, di riavvicinarsi alla propria squadra del cuore. 

Naturalmente, se tutta questa gente verrà o meno allo stadio dipenderà dai risultati che riusciranno a conseguire le Fere; ma intanto è stata firmata una cambiale in bianco in favore del "palazzo" di Via della Bardesca. Particolare questo assolutamente da non trascurare, dati i precedenti.

Terzo elemento da considerare: questa volta la Ternana è partita il 10 di luglio con la squadra giá fatta, a parte  i ritocchi fatti strada facendo (l'ultimo dei quali appena martedì scorso con l'ingaggio di Alessandro Celli); ma soprattutto, con un allenatore e con un direttore sportivo che filano d'amore e d'accordo. 

E, visto quello che è successo l'anno scorso tra De Canio e Pagni, si può dire che questo sia senz'altro un grosso passo in avanti. 

Che poi il feeling tra i due soggetti in questione continuerà o meno, questo è tutto da verificare. Ma intanto,  grazie a questa apprezzabile "liaison", si stanno vedendo dei risultati molto promettenti. 

E da ultimo, ma non per ultimo, c'è una squadra che sembra veramente saper giocare "al calcio", fatta di gente che tira tutta dalla stessa parte e, a tratti, anche bella dal punto di vista squisitamente spettacolare. 

Magari con qualche amnesia difensiva di troppo e con il vizio di specchiarsi sovente su se stessa. 

Ma la "sostanza", almeno per quel poco che si è visto finora, sembra esserci. 

Dunque, riassumendo in un "unicum" le quattro considerazioni di cui sopra, viene naturale un pò a tutti di volare in alto con la fantasia... 

Ma siamo appena alla seconda giornata di campionato, peraltro ancora da disputare; e troppe volte siamo rimasti scottati perché non mi senta di invitare tutti ad una saggia prudenza. 

Per poi, però, contraddirmi puntualmente arrivando a citare le celebri parole di Andrea Agostinelli pronunciate al suo arrivo a Terni: 

"voglio una squadra arrapante"... 

E chi non lo vorrebbe..? 

Perché  in fondo,  dopo tanto pane duro, è bello anche sognare ad occhi aperti. 

Ma, almeno per adesso, proviamo... "a stare buoni. Se possiamo"...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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