Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata.

La Ternana doveva cambiare. E così dopo aver cambiato proprietà, direzione sportiva, quadri dirigenziali ha cambiato anche i giocatori. 

Capozucca doveva muoversi all’interno di un recinto sicuramente più stretto rispetto al precedente e con due parole d’ordine: salari contenuti e giovani.

Da questo punto di vista l’obiettivo è centrato in pieno.

La Ternana, rispetto alla rosa della passata stagione, ha tenuto soltanto 10 giocatori, di cui uno tornato da un prestito (Celli). Anzi al momento i giocatori rimasti sono 12 ma Paghera e Proietti sono ancora in trattativa per trasferirsi a Brescia nell’ottica di scambio con Viviani. Fra questi 12 ci sono anche i due portieri naturalmente.

I volti nuovi in casa rossoverde sono 13. Più Viviani e un altro svincolato che dovrebbero arrivare nelle prossime ore. Diciamo 15. Il 66% della rosa non è quello della passata stagione.

I nuovi arrivati a titolo definitivo sono 6 su 15: gli altri 9 sono prestiti che arrivano da società di serie A (Inter, Fiorentina, Cagliari, Bologna, Sassuolo, addirittura Barcellona). E’ cambiata proprio la filosofia del prestito: la scorsa stagione i giocatori in prestito erano giocatori importanti che arrivavano a Terni per riscattarsi (Favilli, Cassata, Mantovani e Coulibaly) più due giovani in avanti (Raul Moro e Spalluto) peraltro ceduti a gennaio. Quest’anno i prestiti non solo sono molti di più ma sono tutti giovani, nessun over. E nessuno con possibilità (almeno sulla carta) di poter essere riscattati dalla Ternana.

L’età media dei prestiti infatti è calata drasticamente: di addirittura 3 anni. Facendo calare di un anno e mezzo proprio l’età media della rosa. Quindi come dicevamo obiettivo raggiunto. I giovani ci sono. E da quello che abbiamo potuto vedere molti sono anche giovani di qualità.

Rispetto alla passata stagione la rivoluzione totale è stata a centrocampo. Se dovessero partire Proietti e Paghera nessuno di quelli della passata stagione sarebbe a Terni anche quest’anno. In attacco solo Falletti e Favilli (peraltro riacquistato). Da centrocampo in su una rivoluzione totale.

In difesa invece i volti nuovi sono pochissimi (Lucchesi più i due esterni Casasola e Travaglini). Anche qui in teoria Mantovani lo consideriamo un “vecchio”, anche se in realtà è un nuovo arrivo. Sono rimasti i due gioiellini: Corrado e Diakité. La Ternana non ha trovato le condizioni giuste per la vendita nonostante i tanti tentativi di acquisto dei due. E’ come se fossero degli acquisti.

A proposito di cessioni quelle più importanti sono state quelle di Palumbo e Partipilo: 2 milioni incassati (1,5 per l’attaccante 0,5 per il centrocampista) e due stipendi di un certo livello completamente risparmiati dalla Ternana. Probabilmente le uniche due operazioni del mercato in uscita in cui la Ternana non ha dovuto contribuire. Su tutte le altre (eccezion fatta per i giovani e per le scadenze naturali di prestito o di contratto) la Ternana in qualche modo ha contribuito. Ma era ovvio.

E quindi a livello economico la Ternana ha risparmiato? Qui bisogna essere onesti. Se guardiamo il monte salari certamente si. Sono andati via giocatori importanti che avevano salari altrettanto importanti. Soprattutto sono andati via perché la Ternana voleva che andassero. E sono stati sostituiti con giocatori giovani e in prestito che quindi hanno un ingaggio inferiore (o comunque coperto per larga parte dalla società di appartenenza). Ma chi è andato via ha lasciato sì lo stipendio (pesante) da pagare mese per mese ma in più di un’occasione (praticamente in tutte tranne le cessioni di Palumbo e Partipilo, come dicevamo) la Ternana è stata costretta a dare delle buoneuscite. Queste buoneuscite sicuramente pesano nell’economia rossoverde: si sapeva che sarebbe successo così e lo avevamo ripetuto anche noi diverse volte. 

Per quest’anno i costi della Ternana, la spesa dei salari della Ternana, sarà inferiore a quella della passata stagione, ma non come se fosse già a regime il nuovo corso.

Per quello ci vorrà ancora un anno sportivo, quando molti dei contratti della Ternana targata Bandecchi, saranno scaduti. Per il momento il risparmio (andiamo a spanne) non sarà superiore al 30%. E immaginiamo che Guida l’abbia già messo in conto.

Anche questo però possiamo considerarlo un obiettivo raggiunto: difficile poter fare di meglio, difficile poter cedere senza gli incentivi all’esodo. E se c’era la necessità di cambiare era l’unica strada da percorrere.

Si poteva risparmiare ancora di più: può darsi. Difficile, ma possibile. Ma si sarebbe ulteriormente messa in difficoltà la squadra e resa ancor più incerta la possibilità di salvezza.

L’obiettivo della squadra low cost con risultati sportivi all’altezza è come la ricerca del santo Graal: tutti ci provano ma nessuno (o quasi) ci riesce. Abbattere i costi non è possibile farlo in un mese, con dei contratti in essere. Lavorare per arrivare a farlo sì: e questo la Ternana lo ha fatto.

Ora c’è il terzo giudizio: quello del campo. Dove non conta soltanto quello che arriva dal mercato, ma anche quello che si riesce a tirar fuori da questo gruppo con il lavoro quotidiano, con gli allenamenti, con le idee, con l’applicazione.

La squadra - almeno sulla carta - è sicuramente adatta per l’obiettivo della salvezza. E può ancora cambiare qualcosa.

Ma da ora inizia la fase più delicata: quella della costituzione dello spirito giusto, dell’identità della squadra. O come diceva qualcuno l’ “amalgama”: che non si compra sul mercato…

Sezione: Editoriale / Data: Sab 02 settembre 2023 alle 16:31
Autore: Ternananews Redazione
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