Tre risultati utili, due vittorie consecutive, Ternana a braccetto con la Spal che ha appena battuto: sette punti danno respiro alla classifica e tranquillità alla squadra. Insomma, la Ternana con un bel colpo di reni s’è tirata fuori dai guai. Benissimo.

Però alla chiusura del trittico mi rimane dentro un interrogativo. Qual è la Ternana di questa stagione? Nelle tre partite chiuse positivamente l’ho vista giocare con sistemi di gioco e interpreti diversi. Il file rouge che ha legato le tre prestazioni è un mix di voglia di reagire, carattere, aggressività.

La conseguenza di questa riflessione mi porta ad un Cristiano Lucarelli non certo integralista nell’atteggiamento tattico, capace quindi di proporre la squadra con moduli diversi, traendone comunque benefici considerevoli.

Ma io ero abituato a vedere una Ternana che, pur cambiando uomini, non abbandonava mai la propria identità, convinta, almeno dopo Caserta, delle proprie possibilità, qualunque fosse l’avversario che mai però affrontava con sufficienza.

Tutti dentro il carrarmato forti del proprio essere. La Ternana che ho visto in queste ultime tre uscite è qualcosa di diverso. Forte e aggressiva ma con una identità non definita.

Le dichiarazioni del tecnico negli ultimi giorni hanno amplificato, se possibile, questa mia incertezza (se volete chiamatela confusione) perché se l’allenatore si sente solo dopo tre sconfitte consecutive affrontate con lo stesso sistema tattico del trionfale campionato di serie C, la questione si fa complessa.

Chi ha lasciato solo Lucarelli? Non certo la società, non certo i giocatori che magari hanno avuto difficoltà di adattamento alla categoria per i vecchi o di adeguamento ai metodi di lavoro per i nuovi arrivati peraltro a scaglioni durante l’estate. E allora chi lo ha abbandonato, una tifoseria che parlando qua e là o scorrendo i social è dalla sua parte nella stragrande maggioranza? Restano i giornalisti ai quali spesso si attribuisce un “potere di convincimento della folla” milioni di volte superiore alla realtà. Ma i giornalisti non hanno abbandonato Lucarelli, casomai hanno proposto ragionamenti, considerazioni, posto elementi di discussione. Nessuno ha rinnegato la qualità della Ternana di serie C né di questa tornata in B né tantomeno è stato posto in discussione Cristiano Lucarelli.

Da qui le mie domande alle quali soltanto Lucarelli può dare risposte, se e quando lo riterrà opportuno. E una certezza. Per quanto mi riguarda la Ternana che sa essere camaleontica non deve abbandonare la propria identità. E comunque non è il modulo a fare la differenza ma la mentalità, il modo in cui si approcciano le partite a far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra. Ritengo quindi che la squadra possa tornare ad essere dominante, o quantomeno provare ad esserlo nel rispetto degli avversari, dopo questa specie di bagno d’umiltà che ha prodotto punti ma, specie con la Spal, non lo spettacolo che è solito chiedere Lucarelli ai suoi.

Insomma, la Ternana ha un gruppo che può giocare in modi diversi ma che mai e poi mai deve mettere da parte la voglia di essere aggressivo di andare ad affrontare l’avversario quei famosi quaranta metri più avanti. Perché farlo quaranta metri più indietro, com’è successo contro la Spal, può andare bene una volta, due o tre. Ma alla lunga è il bel gioco che paga e Lucarelli sa che questa piazza, oltre alla voglia e all’abnegazione apprezza molto la qualità della squadra. La squadra operaia con qualità che ha dominato a suon di record non può essere cancellata da tre sconfitte in serie B.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 settembre 2021 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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