Quel pizzico di coraggio in più…

Quel pizzico di coraggio in più…

Fabio Liverani Ph. A.Mirimao

Non è certamente un caso che il Ravenna (in attesa dell’Arezzo) sia prima in classifica. E quindi da un certo punto di vista è assolutamente legittimo l’atteggiamento della Ternana che ha preferito scendere in campo per chiudere, in maniera intelligente, tutti gli spazi all’avversario e cercare in qualche modo di anestetizzarlo. Ne è venuta fuori quindi una partita con pochissime emozioni (anche il Ravenna aveva “paura” della Ternana) con il Ravenna che però ne ha approfittato. Sia del pizzico di coraggio in più che ha avuto, sia della fortuna, visto che il gol è arrivato grazie a una deviazione.
Un solo tiro in porta, in tutta la partita. Quello che ha permesso al Ravenna di portarsi a casa tutti e tre i punti. La fortuna però in qualche modo va accompagnata. E sebbene non sia stata una partita eccezionale, neanche da parte degli avversari, almeno i giallorossi qualche tiro verso la porta lo hanno tentato. Qualche velleità in più, insomma, rispetto ai ragazzi di Liverani. Che finché non si sono trovati sotto nel punteggio hanno preferito una tattica attendista. Poi dopo – probabilmente – era troppo tardi. E nonostante l’ingresso di Brignola e Leonardi è semplicemente avanzato il baricentro e aumentata un po’ la pressione, ma senza creare veri pericoli dalle parti di Anacoura.
Questo è stato il grande difetto della Ternana di oggi pomeriggio. Non averci creduto davvero fino in fondo, aver aspettato l’avversario. Preferendo non rischiare neanche di scoprirsi, per non mettere nelle condizioni il Ravenna di fare male.
La strategia era togliere il campo e la velocità agli avversari, ma – per il gioco della coperta – anche la manovra della Ternana ne ha risentito. I due esterni (Balcot e Ndrecka) sono stati bravi a contenere ma certamente meno efficaci nel ribaltare l’azione. Orellana e McJannet (o Garetto) non hanno avuto la possibilità di legare bene i reparti e di innescare Dubickas. Come detto si è provato a chiudere gli spazi per il Ravenna e lo si è fatto in maniera efficace, anche abbassando molto i ritmi della gara. Poi la deviazione ha fatto il resto, rompendo l’equilibrio e non concedendo più alla Ternana di poter rientrare in partita.
Quello che ci vuole, soprattutto se si vuole recuperare terreno e autostima, è dimostrare di avere un po’ più di coraggio, senza necessariamente aspettare che arrivi lo schiaffo in faccia per svegliarsi. Questa Ternana ha – nelle sue corde – la possibilità anche di essere dominante se vuole. Sicuramente ci sono degli elementi in grado di poter trascinare, anche in campo (quindi tecnicamente) la squadra. Ora che la base è stata fatta è il momento di tirare fuori qeuste caratteristiche e andare ad impreziosire le giocate in campo.
Non ci voleva questo passaggio a vuoto, proprio ora che era tornato il sereno (in società) e ora che cominciavano ad esserci i primi segnali di una squadra che stava seguendo la propria strada. Tenere aperta la striscia positiva avrebbe aiutato ovviamente lo spirito di questo gruppo.
Ci sarebbe voluto un pizzico di coraggio in più, da parte di tutti. Quel coraggio necessario per fare le imprese. Per colmare dei gap (non necessariamente tecnici, anzi) con le avversarie. Quel coraggio che rende più vividi i colori e più esaltanti le prestazioni. Quel coraggio di rischiare la giocata, al costo di fare una brutta figura.
Le partite hanno sempre due lati della medaglia: e la parte difensiva invece ha funzionato bene. Ma anche qui la squadra sembra avere una sorta di maledizione. Almeno la metà dei gol presi dalla squadra sono frutto o di gravi errori individuali (vedi inizio campionato) o di episodi molto fortunosi (come quello di oggi pomeriggio, con la deviazione decisiva assolutamente involontaria). Non basta dunque essere accorti, attenti e ben messi in campo. E probabilmente anche qui torna il concetto di coraggio, in senso lato. Avere più convinzione potrebbe aiutare anche la difesa: anche perché la Ternana deve cercare l’equilibrio e la continuità.