Sono convinto che in un momento come questo, così difficile, quasi al limite del tracollo, ci sia tutto da fare meno che sparare sulla Croce Rossa...
Del resto i problemi della Ternana, clamorosamente emersi anche in occasione della più che mediocre partita di San Benedetto del Tronto, sono ormai sotto gli occhi di tutti.
E credo che sia anche inutile prendersela con chicchessia, società, allenatori vari o giocatori che dir si voglia, abbandonando squadra e  società al proprio destino.
Ormai la frittata è bella che fatta e quindi bisogna solo cercare di salvare il salvabile, nel contesto di una stagione che definire deludente è fin troppo poca cosa.
Il destino futuro della Ternana, è inutile nasconderlo, è nelle esclusive mani, anzi, nei piedi dei giocatori e nella testa dell'attuale allenatore che li guida.
Se costoro non riusciranno a ritrovare se stessi, se non troveranno il modo di tirare fuori una volta per tutte i famosi attributi, se non dimostreranno di avere quell' "anima" al momento attuale del tutto latitante, il destino della gloriosa società rossoverde è bello che segnato; e non ci vuole molta immaginazione per capire che la sua lettera identificativa è la consonante dentale "D"...
Quando una squadra, oltre ad aver smarrito completamente se stessa (compreso quel poco di positivo che si intravedeva prima, per lo meno a livello di risultati), quando ci si permette di collezionare 7 sconfitte nel corso delle ultime 10 partite (Coppa Italia compresa), quando nella classifica del girone di ritorno si finisce con l' occupare un solitario è più che meritato ultimo posto, credo ragionevolmente che ci sia ben poco da sperare per il futuro, se non l'ottenimento di una salvezza sia pure rimediata in extremis.
E, come se tutto questo non bastasse, a completare questo quadro decisamente nero per i colori rossoverdi, ora sono anche arrivate le dimissioni del presidente Stefano Ranucci.
La motivazione ufficiale del conferimento dell'incarico a Ranucci della Presidenza del Consiglio di Amministrazione di Unicusano e della conseguente impossibilità per lo stesso di ricoprire nello stesso tempo il ruolo di massimo dirigente della Ternana Calcio, almeno a modesto avviso di chi scrive non deve trarre in inganno.
Perché tutti ben conosciamo il significato del detto latino " promoveatur ut amoveatur " (lat. "sia promosso affinché si possa allontanarlo"), epressione con cui si allude ad una promozione o ad un avanzamento di grado concessi con lo scopo di rimuovere una persona da una carica evidentemente ricoperta con scarsi risultati.
Quindi è fuori di ogni discussione che quella di  Bandecchi nei confronti di Ranucci sia stata un'autentica bocciatura, quasi a voler indicare nell' ormai ex presidente l' unico capro espiatorio del disastro confezionato anche nella presente stagione.
Ma siamo poi così sicuri che le responsabilità ricadano tutte sulle spalle di Ranucci?
Personalmente ritengo che l'ex presidente, del quale ho sempre apprezzato il notevole spessore manageriale, la totale disponibilità al confronto e la grandissima educazione, sia l'ultimo dei colpevoli dell'attuale e da troppo tempo perdurante "momento no" rossoverde.
Sicuramente Ranucci non avrà dato dimostrazione di grandissime conoscenze a livello calcistico (come tutto l'establishment del resto), ma, al di là di questa censura, rimane il fatto che per lo meno a livello manageriale abbia operato in maniera positiva.
E questo non è merito di poco conto, visto il retaggio lasciato dalla precedente, disgraziata gestione.
Fatto sta che tutto ormai è finito nelle mani di Patron Bandecchi, che ha assunto di fatto la carica di Presidente, con l'ausilio "in loco" di Paolo Tagliavento, cui si richiede però di cominciare a tirare fuori tutto il carisma espresso nella sua luminosa carriera arbitrale e del Direttore Sportivo Leone, sul quale in ogni caso grava un giudizio non del tutto positivo visti gli esiti tutt'altro che straordinari del mercato di riparazione e la scarsa sintonia con l'ambiente ternano.
In conclusione, credo proprio che sia il caso di scomodare Marco Tullio Cicerone e il suo celebre detto "Mala tempora currunt" (lat. "Corrono brutti tempi"), nella viva speranza, però, che il prosieguo della frase non abbia MAI a verificarsi ("Sed peiora parantur" e cioè "Ma se ne preparano di peggiori")...
Fatti tutti i debiti scongiuri, non rimane da fare altro che sperare in quel paio di vittorie consecutive che siano tali - e ne sono convinto- di rimettere in moto come si deve Il carrozzone rossoverde.
E l'occasione per concretizzare questa ottimistica aspettativa si presenta sotto forma dei quattro confronti casalinghi sulle cinque partite da disputare prossimamente.
Proviamoci tutti insieme, dai !
E chi si estranea dalla lotta...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 febbraio 2019 alle 00:01
Autore: Massimo Minciarelli
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