Lettera poco seria al presidente della Ternana

Massimo Laureti
Putin e Netanyahu, meteo e riscaldamento del pianeta messi in un angolo. Grazie Stefano D’Alessandro. Grazie per averci regalato qualche motivo alternativo di discussione in un’estate che altrimenti si sarebbe aggrovigliata sui problemi del meteo, del caldo afoso, del riscaldamento del pianeta, dei consigli, riservati ovviamente agli anziani, di come affrontare, limitandone le conseguenze, questa fase difficile dell’anno.
Grazie presidente per averci tolto dalla testa per qualche minuto, ora o forse giorno, quel problemaccio provocato da guerre che seppure con nomi diversi (operazioni militari, interventi preventivi per la salvaguardia della democrazia ecc) che ormai da diversi anni ci sta opprimendo, complicandoci l’esistenza.
E grazie anche per aver fatto in modo che le discussioni relative al pianeta Ternana non s’incagliassero nella solita bagarre estiva: “siamo i più forti… vinceremo a mani basse… gli altri li tritiamo” e via dicendo. Senza dimenticare l’ulteriore approfondimento da bar “ci vuole una punta più aggressiva o un centrocampista di qualità o ancora un difensore arcigno”.
Grazie insomma per aver ridotto a qualche giorno quel piccolo dubbio legato all’esistenza della Ternana. Che tra fine maggio e inizio giugno ha soltanto dovuto arrovellarsi il cervello per capire se aveva ancora un futuro tra i professionisti o doveva ricominciare dai dilettanti. Operazione peraltro già ben riuscita un altro paio di volte
Ci vuole riconoscenza
Di tutto questo il popolo rossoverde dovrebbe esserle riconoscente. Averci regalato un’estate diversa non è merito di poco conto. Vuoi mettere la noia di quelli che stanno già lavorando sul mercato alla ricerca dei giocatori migliori, magari per puntare al successo finale? Sarebbe stato fin troppo scontato.
Anche se Lei in un impulso di estrema generosità ci aveva provato a rendere tutto bello e impossibile con quelle note sul casting per il direttore sportivo, sulla voglia di riprovarci alternando qualche bella notizia sullo sbarco della sua Rabona Mobile negli States, immagine di un futuro radioso ben oltre i confini nazionali per una Ternana che si apriva al mondo.
Peccato quel granello di sabbia nell’ingranaggio
Peccato davvero per un epilogo diverso da quello che lei ostinatamente immaginava radioso. Forse perché, distrattamente, aveva dimenticato di togliere del piccolo granello di sabbia da un ingranaggio che, a suo dire, stava marciando in modo perfetto, una specie di orologio svizzero di altissima precisione.
Quel granello che certi soggetti, fin troppo puntigliosi, chiamano bilancio. Quel librone che è fatto di spese e di ricavi. Quel l’ipotetico calcolo che ogni azienda punta a chiudere con il segno positivo. Lei ha dimenticato per un istante che il suo bilancio chiudeva con un segno rosso. Di svariati milioni. Ora a quel granello nell’ingranaggio dovranno pensare altri, quelli che le hanno evitato un finale drammatico. Perché inglorioso lo è già. E tanto.