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La presentazione della nuova Ternana: io l’ho vista così

Giovedì pomeriggio è andata in scena all'Hotel Garden la presentazione della nuova proprietà della Ternana, quella che vede come patron Stefano Bandecchi, fondatore della Unicusano, e come presidente Stefano Ranucci, che si è occupato di portare avanti la trattativa per conto dell'ateneo telematico. 

Una conferenza lunga, densa e durante la quale sono stati affrontati moltissimi aspetti che riguardano e riguarderanno la vita di questa nuova Ternana; si è parlato di ambizioni, di programmazione, di progetti e del tempo che sarà necessario per metterli in atto. Il nuovo presidente si dimostra molto a suo agio nel suo nuovo ruolo, non si nasconde mai, nemmeno quando viene affrontato il tema delicato del cambio di denominazione: la sensazione è che ancora non ci sia la certezza del fatto che questa strada sia percorribile, ma certamente la volontà dell'Unicusano è di provare fino a quando sarà possibile. Apprezzabile il fatto che Ranucci sia stato chiaro e fermo anche nel suo esporre le linee guida della società, ovvero la necessità di creare una squadra che sia un gruppo, composta da giovani ed esperti che possa già da questa stagione puntare ai playoff e che partecipi alla vita della città, che interagisca anche coi tifosi, che li riporti allo stadio. Quello che ha sorpreso è la politica della nuova proprietà che addirittura “vieta” che si mettano sotto contratto giocatori che non siano italiani. Sia chiaro, non si tratta di tacciare l'Unicusano di razzismo, ma quello che fa pensare è il rischio che in futuro ci si possa tagliare le gambe da soli: mentre le altre squadre potranno, volendo, attingere anche al mercato degli stranieri per rinforzarsi, la Ternana dovrà "limitarsi" a quello italiano che, per forza di cose, crea un bacino di utenza ridotto. Alla base c’è la volontà di contribuire a migliorare il calcio italiano, di valorizzare i talenti “nostrani”. E’ una scelta singolare, di controtendenza. Originale: vedremo se e quanto sostenibile.

Il primo “problema” da risolvere quindi sarà il contratto di Martin Valjent, che a questo punto verrà ceduto, e la possibilità di rinnovare alcuni giocatori fondamentali nel passato campionato come Ledesma e Diakité, diventati due pilastri per la squadra rossoverde.

Forse questo l’unico dubbio o meglio dire l’unica stranezza. In un contesto di grande entusiasmo e di idee chiare. E con la forte volontà di ricostruire quel rapporto perso con la città che dovrà diventare il motore della nuova squadra e della nuova proprietà.

Marina Ferretti

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