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La lunga notte delle Fere

Ennesima sconfitta, ennesima prestazione tutt'altro che brillante da parte di una Ternana che ha fatto fatica anche a reagire al gol del vantaggio del Latina, ancora una volta ci troviamo a parlare di punti persi, di delusione, di amarezza, solo che questa volta dobbiamo farlo da ultimi in classifica. Già, perchè la Ternana, da oggi, occupa l'ultima posizione, in solitaria, scavalcata anche da un Trapani troppo presto dato per spacciato che, invece, ha saputo ritrovare la tigna e la determinazione per cercare di salvarsi, per non essere la vittima sacrificale di una Serie B che tanto vogliono mantenere. 

La lunga notte delle Fere non è soltanto quella appena iniziata, trascorsa con il magone della sconfitta sullo stomaco, ma è quel periodo buio che i rossoverdi stanno attraversando da mesi ormai, un'assenza di luce che genera mostri, paure e psicosi difficili da tenere sotto controllo. Come quelle ore che sembrano separare chi non riesce a prendere sonno dall'alba, la Ternana vive in uno stato di agitazione e di preoccupazione che non giova a nessuno, ma non sa assolutamente come uscirne fuori, ed ecco che tutto sembra ancor più difficile di quanto già, terribilmente, sia. Eppure la notte sa anche regalare qualche attimo di serenità, insegna a guardare le situazioni da prospettive diverse, anche quando tutto è nero, anche quando tutto quello che si vede è paragonabile ad un tuffo nel nulla più assoluto. Non esistono formule magiche che permettano alla Ternana di risollevarsi, così come non esistono favole che si possano raccontare a chi del buio ha paura, ma forse di questa notte si dovrebbero iniziare a cercare le stelle, anche solo per farsi luce. E allora cerchiamole, queste piccole fiammelle: i rossoverdi sono ultimi in classifica, con un ruolino di marcia che nemmeno vorremmo commentare, ma se si iniziasse a cambiare la prospettiva? Diciamocelo chiaramente, peggio di così sarebbe quasi impossibile fare, e allora perchè non abbandonare la paura che lega le gambe e fa mancare il fiato? Se si parte dal presupposto che si occupa l'ultima posizione in classifica, non sarebbe lecito pensare che non ci sia ormai più molto da perdere? La bacchetta magica non esiste, non ce ne vogliano i sognatori, ma esiste la consapevolezza, ed è quella che adesso dovrebbe parlare alle coscienze suggerendo di lasciare negli spogliatoi la paura, di giocarsela fino all'ultimo, anche col rischio di prenderle e di perdere. Perchè tanto, ormai, da perdere c'è davvero poco.

Marina Ferretti

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