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Il mistero del Liberati

L’argomento della settimana emerso prepotentemente nelle discussioni degli sportivi, ma anche negli appuntamenti sportivi televisivi locali, è stato quello di andare alla ricerca delle probabili spiegazioni sulle difficoltà che la Ternana incontra tra le mura amiche, sui cali di concentrazione soprattutto quando ha di fronte avversari alla portata delle sue possibilità.

Di rilievo in trasferta e incerte, non sempre fortunatamente, in casa dove anche sabato scorso ha fallito prestazione e risultato contro un Latina non trascendentale.

Peccato, perché davanti agli occhi avevamo quelle Fere che al Dall’Ara avevano fatto sentire, tutti, orgogliosi di essere tifosi della squadra rossoverde ed, invece, la prestazione contro il Latina ha riportato tutti in terra sollecitando una miriade di domande le cui risposte ( se trovate ) potrebbero aiutare a capire, ad esempio, il perché di uno scadente rendimento interno con appena 16 punti in 14 partite ovvero 1,15 punti a partita.

Sinceramente poco, troppo poco!

Una delle probabili cause ci ha provato ad analizzarla Fausto Forgia nel corso del programma Notte Gol, a Tele Galileo, evidenziando come la Ternana si trovi in difficoltà quando in casa incontra squadre che giocano con il 4-3-3, con uno degli esterni che è più un centrocampista che un esterno offensivo. Come Laverone, nel Vicenza, e Ristovski nel Latina.

Spesso i tre difensori rossoverdi, solitamente stretti tra di loro, si trovano a giocare contro una sola punta ed i due esterni di centrocampo sono costretti a fare tutta la fascia per coprire le avanzate dei due esterni di attacco degli avversari. Nella fattispecie, Giacomelli e Laverone, tra i biancorossi, e Ristovski e Litteri o Paolucci tra i nerazzurri.

Da qui la difficoltà a ripartire e ad affiancare con gli esterni di centrocampo la manovra di riproposizione dell’azione una volta tornati in possesso di palla con il play basso che spesso non riesce a trovare la soluzione giusta.

C’è il fatto, poi, che in trasferta risulta più facile giocare perché la squadra rossoverde riesce a saper gestire la partita, mentre in casa affronta difficoltà nel costruire gioco proprio per una struttura di squadra non in grado di proporre quanto dovrebbe.

Di sicuro, oltre all’aspetto tecnico – tattico, però, c’è anche quello mentale. Non sarà un caso, infatti, che partite delicate in cui c’era in ballo una posizione di classifica precaria la squadra le abbia affrontate con quell’impegno da ultima spiaggia ed altre, invece, in situazione diametralmente opposta, le abbia sbagliate completamente. Giovane età dei calciatori della rosa? Ci può stare!

Mancanza di un leader? Anche anche questa ci può stare!

Mancanza di carattere e personalità? Probabilmente si.

Ecco allora che, messe insieme tutte queste situazioni, può verificarsi, anche se non dovrebbe accadere in un calciatore professionista, che si affronti, magari inconsciamente, una partita con un minor coefficiente di difficoltà con minor concentrazione e con uno spirito agonistico approssimativo.

Perché altrimenti ci resta difficile anche comprendere come mai quando il fallimento è arrivato è stato generale o quasi con pochi che, anche a livello individuale, hanno strappato la sufficienza.

E’ un discorso, comunque, generale. Non ci interessa addossare la responsabilità della sconfitta a questo o a quel giocatore, ma richiamare tutti ad un maggior rispetto di quelli che sono i fondamentali, anche morali, che regnano nello stare in un gruppo ovvero quello di migliorarsi sempre e comunque. Aldilà di quelli che sono gli impegni, facili o impegnativi, che il campionato propone. Ed in una squadra di giovani questo aspetto deve esser sentito di più perché nessuno deve sentirsi arrivato, nessuno può tirare indietro la gamba e nessuno può assurgere al ruolo di protagonista assoluto. Anche per la Ternana il calcio è un gioco di squadra e come tale deve essere trattato.

Ed allora, come dice Tesser, la differenza la fa il cuore, l’attaccamento alla maglia, lo spirito di sacrificio e la volontà di migliorarsi anche durante la settimana. I moduli, poi, passano in secondo piano, anche se costituiscono una parte fondamentale di una squadra e dei risultati che riesce a conseguire.

Ivano Mari

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