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Il Liberati: perchè il deserto?

Ternana-Como: spettatori 2.988 (1.729 abbonati, 1.259  paganti).

Ternana – Vicenza: Spettatori 2.843 (abbonati 1.729, paganti 1.114).

Questi sono gli sconfortanti dati numerici delle presenze al Liberati nel corso delle ultime due partite casalinghe disputate dalla Ternana in casa, peraltro entrambe vinte nettamente dalle Fere (4-0 e 2-0).

Perchè il Liberati è sempre più deserto?

Da cosa dipende la sempre più consistente emorragia di tifosi da quello che un tempo per i Ternani era un luogo di appuntamento irrinunciabile?

Proviamo ad analizzarne le cause, anche se le risultanze di questa indagine potrebbero essere di difficile digestione.

Le colpe della squadra.

Sinceramente credo che ben difficilmente si possa ricondurre una qualche responsabilità in proposito alla squadra attualmente allenata da Roberto Breda. Lo stanno a testimoniare le 4 brillanti vittorie conseguite dalle Fere tra le mura amiche, con gioco, gol e divertimento. Vero è che ci sono stati anche passi falsi più che sgraditi (vedi sconfitta nel derby con il Perugia), ma va dato atto al tecnico trevigiano di aver ereditato una rosa "in corso d' opera", allestita come sempre con colpevole ritardo dalla società e quindi bisognosa di tempo per poter metabolizzare idee e schemi del nuovo mister. Ed ora ci si augura soltanto che arrivi la tanto attesa continuità di risultati, per poter arrivare ad una salvezza il meno sofferta possibile e per potersi pure togliere qualche soddisfazione (vedi "vendetta" al Curi!).

Le colpe della Società.

E qui il discorso cambia radicalmente.

Perchè non possono essere sottaciuti, nè tanto meno dimenticati, i 10 anni di gestione passati dalla tifoseria ternana "in ostaggio" di dirigenti dall' operato a dir poco discutibile, che non hanno fatto altro che allontanare il più possibile la gente dallo stadio. Nè si possono dimenticare partite tipo Ternana – Foligno (play-out di di Serie C 2 del giugno 2011) o le denunce a raffica sparate contro tifosi e giornalisti o le almeno 5 generazioni di giovani calciatori del vivaio letteralmente bruciate o i "gufi" sui giornali di parte e tante altre "perle" collezionate da personaggi tristemente noti. Ora qualcuno mi rinfaccerà subito che anche il sottoscritto ha partecipato in qualche modo allo scempio perpetrato in quei tempi… Ma a parte le doverose scuse  dignitosamente proferite a più riprese (e di più non potevo fare…), resta il fatto, proprio per il motivo di aver "bazzicato" in quei tristi tempi il Palazzo di Via Aleardi (quello beffardamente definito da quella stessa dirigenza "in provincia di  Perugia"…), che non posso che giustificare il totale disamore degli sportivi ternani per quella società nemmeno lontanissimamente apparentata con i  gloriosi colori rossoverdi, il conseguente abbandono degli spalti dello stadio ed almeno un salto generazionale nella tifoseria.

E, a parte un ritorno di fiamma e di entusiasmo esploso nell' anno dell' inaspettato e sorprendente ritorno in Serie B, non è che poi le cose siano tanto migliorate nei 3 anni successivi trascorsi in Cadetteria, complice soprattutto il perenne distacco della famiglia Longarini dalle vicende societarie, la gestione Zadotti – Cozzella non certo entrata nei cuori della gente ternana, il consueto pressappochismo e ritardo nell' esercizio di attività basilari per una società calcistica degna di questo nome (vedi campagne acquisti / cessioni a dir poco "estemporanee) e il freddo distacco  manifestato quasi sempre dalla dirigenza nei confronti di Terni e dei Ternani.

Ora è arrivato Simone Longarini, espressione diretta della famiglia del Patron, giovane e ambizioso A.U. della Ternana Calcio (ma meglio sarebbe definirlo "Presidente"), il quale sembrerebbe  essere veramente intenzionato a rompere con il passato, a dare una svolta alla gestione dell' "azienda di famiglia", con presenze costanti in sede e allo stadio e con dichiarazioni ed iniziative tese a riavvicinare il pubblico rossoverde alla squadra e, soprattutto, alla società. Ma, dopo tutto quello che è successo prima, ci vorrà veramente tanto tempo e tanto impegno, oltre ovviamente a risultati concreti, per rimettere a posto il rapporto con la città e con la tifoseria.

In bocca al lupo!

Le colpe del pubblico.

Ma ci saranno poi?

Dopo tutto quello che è successo nel corso dei 13 anni di gestione Longarini, con tutti i rospi che la gente ternana è stata costretta ad ingoiare, non credo che si possa imputare alcunchè ai tifosi.

Mattiamoci poi la "crisi" che ha colpito fortemente anche Terni (vedi drammatiche vicissitudini del Polo Industriale), i pochi soldi conseguentemente a disposizione delle famiglie e il cambiamento radicale del calcio, ineludibilmente condizionato, se non addirittura rovinato, dal business televisivo dei network, il quadro è bello che completato.

Semmai si potrebbe sommessamente osservare (e, mi auguro che ciò non infastidisca nessuno) che la spaccatura tra gli sportivi che ha portato alla clamorosa scissione tra la mitica Curva Est (cuore pulsante del tifo ternano per decenni) e la nuova Curva Nord, non è che abbia fatto il bene della Ternana; e questo con tutto il rispetto e la stima per quei ragazzi che ancora hanno voglia di urlare per 90 minuti la loro passione rossoverde, sia pure su "fronti" diversi.

Ma certo che la Curva Est era la Curva Est…e questo nessuno lo può negare.

Non entro nel merito dei motivi che hanno portato a questa scissione, perchè non mi interessa e non mi deve interessare.

Ma resta il fatto che sarebbe auspicabile un' amichevole composizione della vicenda, per far tornare la Curva (Nord? Est? Non ha importanza) quel motore trainante del tifo rossoverde che tanto timore (sportivo) incuteva negli avversari, rendendo il Liberati un fortino difficilmente espugnabile.

E questo per il bene esclusivo della Ternana.

Resterebbe da analizzare le colpe (eventuali) della stampa ternana….

Ma qui mi chiamo fuori, perchè – è noto – io non sono un giornalista, ma un semplice "giornalaro"…

Giudicate voi, cari lettori…

 

Massimo Minciarelli

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