Sono contento che le mie angosciose paure ante-Como trascritte nell' ultimo editoriale, siano state clamorosamente smentite dalla vittoria delle Fere ottenuta in prossimità di quel ramo del Lago di Como che volge un po' più a ovest rispetto al "mezzogiorno" di Manzoniana memoria citato nell' incipit de " I promessi sposi".
Credo sia superfluo a questo punto ritornare sulla partita contro i Lariani, già abbondantemente ed esaustivamente analizzata da illustri colleghi giornalisti e ritengo ugualmente di scarso interesse generale dilungarmi sulle prossime e del tutto inutili partite (per la Ternana ovviamente...) che ci separano di qui alla fine dell' ennesimo, appena sufficiente campionato.
Motivo per cui, prendendo lo spunto da un interessantissimo topic, da cui ho tratto il titolo del mio intervento, apparso sul muro "rossoverdi.com", che raccoglie i commenti e soprattutto gli sfoghi dell' esausta tifoseria ternana (vero specchio degli umori esacerbati del popolo rossoverde), voglio provare a rispondere all' "utente" (ne cito doverosamente il nickname: Cesenticerqua) che ha provato a tirare un sasso nella piccionaia del giornalismo sportivo ternano.
L' arguto questionatore si rivolge inizialmente ai giornalisti ternani dicendo loro: "non so se vi è chiara la disaffezione della gente, non so se vi è chiaro quello che veramente i Ternani vorrebbero sapere e a cui sono interessati".
Ritenendomi coinvolto nella discussione in quanto operatore dell' informazione da 40 anni giusti-giusti, rispondo che a me personalmente la tragedia (sportiva) che sta vivendo Terni da oltre un decennio è assolutamente ben nota, anche perchè vissuta, purtroppo, nella doppia veste dapprima di "complice" (che Dio mi perdoni!) e poi di "vittima".
Nessuno meglio del sottoscritto può testimoniare sul "curioso" modo di gestire la società rossoverde esercitato tra il 2004 e il 2011, ovvero nel momento i cui il calcio ternano ha toccato uno dei punti più bassi della sua storia recente, quello stesso momento che ha finito col provocare l' attuale totale distacco della società calcistica dalla realtà cittadina.
Ed è ben noto come a quel tempo colleghi coraggiosamente in prima linea abbiano pagato sulla loro pelle (come tanti tifosi. E come chi scrive!) l' aver osato contestare apertamente e polemicamente la gestione del "palazzo di via Aleardi".
Sono portato quindi a trovare una giustificazione per quei giornalisti, specie quelli dell' ultima generazione, che si limitano a riportare soltanto lo scarno resoconto dell' evento calcistico, senza entrare nel merito della "vexata quaestio" societaria.
Del resto, lo "spirito critico", il coraggio di dire le cose come stanno o come la pensi (pur sbagliando) rischiando anche del proprio, o ce l' hai nel DNA...oppure non ce l' hai per niente.
L' acuto utente del topic continua ponendo alla stampa accreditata il seguente quesito:
"Un altro giorno volete provare un po' a spiegare chi comanda adesso in società?" ; e poi tutta un' altra serie di domande circostanziate.
Come se fosse facile...
Perchè in questo contesto TUTTI brancolano nel buio più profondo, data l' assoluta mancanza di informazione, quasi provocatoria, che scaturisce dalla proprietà.
E questo senza nulla voler contestare all' eccellente collega Lorenzo Modestino, addetto stampa della Ternana Calcio, che, in quanto dipendente della stessa, non può certo esimersi dall' obbedire alle direttive che gli vengono imposte dalla società.
Si rende indispensabile quindi ricorrere ai c.d. "informatori" (ognuno ha i suoi personali), sull' attendibilità dei quali va però steso spesso un velo pietoso...
Semmai, ci sarebbe da attendersi una presa di posizione decisa da parte delle istituzioni ternane, le quali tuttavia sembrano colpevolmente disinteressarsi delle vicende calcistiche della città che amministrano, dimenticandosi che la Ternana è da sempre uno dei fiori all' occhiello della comunità cittadina.
Ma tant'è... Aspettiamo fiduciosi le prossime elezioni!
Non posso però non condividere con l' estensore dei quesiti rivolti alla stampa ternana l' impressione che anche nella maggior parte degli addetti ai lavori sia subentrata una sorta di rassegnazione, che poi è la stessa della maggior parte della tifoseria; che non a caso diserta in sempre maggior numero gli spalti del Liberati.
Ma anche volendo fare le Crociate o lo "scontro con i mulini a vento", che cosa si potrebbe ottenere, a parte qualche sgradevole denuncia penale?
Come si potrebbe contenere la società rossoverde di fronte ad un attacco frontale di tutta la stampa o della parte più agguerrita di essa (in questa mi ci metto pure io...)?
Si può ragionevolmente pensare che Edoardo Longarini (o chi per lui) reagirebbe aprendo le porte di casa per fornire le richieste spiegazioni?
Pura illusione.
L' amara realtà e che Terni, i Ternani, la stampa ternana e tutti i tifosi delle Fere sono le vittime conclamate di una vicenda che non ha precedenti in Italia e probabilmente anche in tutto il resto del globo terracqueo.
In ogni caso, debbo onestamente riconoscere che anche tra i colleghi più "conservatori" della mia generazione comincia a serpeggiare un certo malumore, espresso chiaramente e correttamente sia sulla carta stampata, che sui vari media radio-televisivi.
Ma di qui a pensare che il "Palazzo" possa rimanere impressionato dalle polemiche sempre più serpeggianti in ordine al modo di gestire la "cosa rossoverde" (quanto mi ricorda questa mia definizione un celebre film horror del 1982 di John Carpenter, "La cosa - The Thing"...) ce ne passa...
Non resta quindi che concludere nello stesso amaro modo con il quale ha chiosato le sue riflessioni l' ottimo "Cesenticerqua" (che ringrazio per la stimolante conversazione e per lo spunto che mi ha dato):
"Nella speranza che il Dio del Leicester un giorno passi dalle parti di Via dello Stadio"...
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