In questo momento la Ternana sembra guardarsi costantemente allo specchio.
La Ternana si specchia nel suo passato, in questi ultimi giorni.
Fino all’altro ieri pensava al suo passato, a Fabio Gallo. A quello che ha perso e quello che ha guadagnato in questa stagione. Cercando di capire cosa, il nuovo allenatore del Potenza, avrebbe potuto dare alla sua nuova squadra. Se aveva ancora voglia di rivalsa, di far vedere quello che a Terni non aveva potuto dimostrare fino in fondo. Se avremmo rivisto il suo 4312 oppure se invece avesse insistito sul 352, ereditato da Capuano. E magari cercava di capire se quei momenti di amnesia, che comunque avevano caratterizzato l’era Gallo, avevano cominciato a far capolino anche dentro il carroarmato di Lucarelli.
Giusto il tempo di archiviare, non senza polemiche, la trasferta innevata di Potenza, che già tocca a un altro gioco di specchi. Quello di Lucarelli con il suo passato. Con Catania. Con la voglia di rivalsa di chi lo ha succeduto sulla panchina rossoazzurra, mentre lui prendeva il volo non solo in altri lidi ma in altre posizioni di classifica. Lucarelli e Catania è una storia di passione, di grandi speranze, di campionati da incorniciare che però sono finiti proprio sul più bello, di battaglie condotte sul filo del fallimento (fuori dal campo) e sull’onda dell’entusiasmo fuori. E’ la voglia del senso di rivalsa di una città e di un allenatore che ancora non era riuscito a far scoprire le sue doti al “grande pubblico”.
Ora che Lucarelli guida la capoclasse, quegli stessi valori che hanno animato la passata stagione (e quella della rincorsa al Lecce) saranno il motore dei suoi ex giocatori e di chi ha ereditato la sua panchina. E stavolta i riflessi, sullo specchio, saprà interpretarli solo Lucarelli, al contrario di qualche giorno fa, quando magari a guardarsi allo specchio potevano essere proprio i giocatori della Ternana.
E poi il gioco degli specchi di Bari. Ora nello specchietto retrovisore non ci sono più i pugliesi, ma c’è l’Avellino. Grazie a un altro ex, Riccardo Maniero, l’Avellino ha sfruttato lo scorso turno nel modo migliore possibile. Ha vinto, ha sorpassato il Bari, ha accorciato sulla Ternana e si ritrova secondo in classifica, con una responsabilità che non ha mai avuto, finora, in campionato. E non ci si deve fidare di queste nuove prospettive. Intanto perché anche l’Avellino si dimostra essere avversario di un certo livello, da non sottovalutare solo perché finora è stato abbondantemente dietro. E poi perché il Bari, nascosto, ha cambiato tutto. Non c’è più Auteri, c’è un nuovo allenatore, Carrera, che a Bari ha vissuto una delle pagine più importanti della sua carriera da calciatore. Ora davvero in Puglia non hanno più nulla da perdere. Possono giocare con il cuore leggero, cercare l’impresa senza essere tacciati di fallimento. Il fallimento lo hanno già vissuto: quello tecnico con l’esonero di allenatore e direttore sportivo. Per questo avere un’altra squadra nello specchietto è fuorviante e allo stesso tempo è quella che deve spingere la Ternana a dare sempre il meglio di sé.
Ed è proprio quello che la Ternana non deve fare, a proposito di specchi. Specchiarsi per vedere quanto è bella, con questo vestito da festa, che le permette di essere a +14 sul Bari e a +12 sull’Avellino. Deve specchiarsi per capire quali sono i suoi difetti, senza essere ipercritica, ma deve guardare come migliorarsi. Quindi attenzione al gioco di specchi!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 febbraio 2021 alle 15:11
Autore: Ternananews Redazione
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