E’ la settima sconfitta al Liberati della Ternana. Ha la quartultima difesa casalinga. Ha perso le ultime due di seguito, ha perso le ultime due di fila in casa.  Negli ultimi 3 mesi la Ternana ha vinto (in casa) soltanto una volta contro la Reggina. In 5 partite ne ha perse 4. E questo non può andare bene a prescindere.

Ma stavolta sarebbe davvero ingeneroso (oltre che inutile) soffermarsi su questi numeri qui. Perché se è vero che poi i conti bisogna farli classifica alla mano e che i complimenti, le parole, le considerazioni se le porta via il vento (e con il vento di oggi fa ancora prima…) è anche vero che bisogna essere in grado di giudicare senza farsi trascinare troppo dagli eventi.

La Ternana di oggi in assoluto non meritava di perdere. Perché allora se vogliamo tirare fuori i numeri torna il numero 4: Falletti, Donnarumma, Palumbo, Agazzi. Più Pettinari a mezzo servizio. Quanti potrebbero rinunciare ai loro 4 giocatori (e mezzo) migliori contro la prima della classe senza subire conseguenze. Forse non ci riuscirebbero neanche la grandi, pur abituate a giocare ogni tre giorni e ad avere a che fare con infortuni. La Ternana lo ha fatto. Ha giocato alla pari contro i primi in classifica. Ma se in questi casi la fortuna non ti aiuta allora non puoi fare nient’altro che allargare le braccia e accettare il verdetto. Parlare di sfortuna è da perdenti e allora proviamo e a vedere le cose in maniera oggettiva.

Se volete altri numeri vi possiamo portare quelli dei centimetri. I gol della Cremonese sono arrivati con due tiri da fuori. Bellissimi entrambi che sono finiti a pochi centimetri dai pali (o traverse) della porta difesa da Iannarilli. Saranno stati al massimo 5: sarebbe bastato davvero un soffio di vento per cambiare il destino di almeno una delle due conclusioni. 12 sono invece i centimetri massimi della larghezza di un palo. Quello colpito da Bogdan (dopo peraltro un intervento straordinario di Carnesecchi): la palla poi ha rimbalzato docilmente lungo la linea bianca (a non più di 50 centrimetri) senza che nessuno avesse la possibilità di deviarla. Forse l’unico incastro possibile per non prendere gol: basta un centimetro più dentro la porta per entrare, un centimetro più verso fuori per farla tornare in zona Mazzocchi. Niente. Anche qui neanche il vento.

E poi i 20 centimetri, al massimo, di fuorigioco di Partipilo che aveva fatto impazzire di gioia lo stadio con un gol meraviglioso, per freddezza e tecnica. Il VAR li è andati a scovare (giustamente): nulla da dire. In questo caso neanche il vento avrebbe potuto aiutare la Ternana. E’ una questione di timing, di incroci. A Parma (per Donnarumma) era tutto ok, a Ferrara per il gol di Melchiorri tutto ok, oggi no.

Dire che questa Ternana è in crisi non ce la sentiamo proprio. Perché non lo reputiamo vero. E’ in crisi - se proprio vogliamo utilizzare questa parola - di risultati. Non di prestazioni. Se a Ferrara la prestazione era stata davvero brutta, stavolta no. Stavolta una Ternana in difficoltà numerica ha messo tutto quello che aveva in campo. Nonostante episodi avversi ha cercato comunque di riprendersi. Non avercela fatta non deve essere il nostro unico metro di giudizio. Perché controvento ci si va. E la Ternana ha provato ad andare ed è arrivata fino al traguardo. Ma contro la sfiga difficilmente ci si riesce.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 26 febbraio 2022 alle 16:35
Autore: Ternananews Redazione
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