Leggendo stamattina la notizia del sequestro di beni per 20 milioni di euro stamattina tutti a Terni sono saltati sulla sedia. Ma cosa è successo? 

Questo provvedimento è stato emesso perché - secondo chi sta conducendo le indagini - Bandecchi avrebbe ricavato attraverso l’Università circa 80 milioni di euro abusando del regime di esenzione delle imposte previsto proprio per l’ente universitario. Sarebbe stato accertato insomma che l’Ateneo avrebbe svolto attività commerciali, investendo circa l’80% del proprio patrimonio in altre attività.

Tra i vari investimenti svolti, l’Università avrebbe acquistato, per finalità non strumentali alla formazione universitaria, un elicottero in leasing e 4 autovetture di lusso (delle quali due sono oggetto del provvedimento di sequestro). E sempre all’Università sarebbero state addebitate le spese personali di Bandecchi (circa 1,9 milioni di euro, sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti)

Il sequestro preventivo è stato autorizzato - secondo la ricostruzione di Repubblica - nei confronti di Stefano Bandecchi, Giovanni Puoti, Stefano Ranucci e Fabio Stefanelli, che dal 2016 lo avevano sostituito come legale rappresentante.

La Guardia di Finanza contesta i mancati tributi dal 2016 al 2020 dell'università, che essendo iscritta alla camera di commercio come "ente pubblico non economico e senza scopo di lucro", esercitava "prevalentemente attività commerciale". Sempre secondo la ricostruzione di Repubblica a partire dal 2011, ci sarebbero state "ripetute emorragie di denaro dai conti correnti a se intestati su disposizione di coloro che erano abilitati ad operarvi per le più svariate causali estranee all'oggetto sociale". Operazioni "autorizzate di fatto dall'amministratore dell'ateneo Bandecchi".

In particolare l'Università avrebbe pagato a Bandecchi viaggi, spostamenti, alloggi (spesso anche ai famigliari) anche quelli per seguire la Ternana. "Complessivamente  - annotano i finanzieri - le spese sostenute dall'Unicusano per le spese personali realizzate da Bandecchi ammontano a 1 milione e 800mila euro".

Bandecchi avrà modo di spiegare agli inquirenti cosa è successo e come intende respingere le accuse. Ha già spiegato, in un’intervista a caldo su Radio e Video Touring di aver “parlato con un finanziere e gli ho detto di fare il proprio lavoro il prima possibile, cosi alla fine del mese riusciremo a pagare tutti gli stipendi. Poi un giorno ci penserà un giudice. Mi è andata bene perché da come erano partiti pensavo volessero arrestarmi. Meno male che, per ora, non mi hanno arrestato!”

Minimizza la vicenda, insomma il presidente. Anche se la questione è seria e ci sarà bisogno anche di tempo per risolvere la questione.

Al momento, chiaramente, la Ternana non è coinvolta. Anche se - si legge nell’informativa - “l’ente ha anche acquisito la gestione di una società calcistica (quest’ultima non oggetto della misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria)”. 

Non è insomma sotto osservazione né l’acquisizione della Ternana, né tantomeno l’operato della stessa società. Bisogna soltanto capire i tempi in cui verrà risolta la situazione e entro quanto tempo - eventualmente - verranno sbloccati i conti per consentire i pagamenti. Al momento non si corre nessun rischio, insomma. Né di gestione ordinaria e programmazione, né a maggior ragione di penalizzazioni legate alla giustizia sportiva o simili.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 gennaio 2023 alle 20:28
Autore: Ternananews Redazione
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