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Allenatore: Lucarelli in pole , difficile limitare i danni provocati dalle nuove orme

Il blitz del presidente di Lega, sostento da una quarantina di società, parecchie malmesse, ha scatenato un vero e proprio putiferio. Liste di 22 giocatori? Un’assurdità. Questo il pensiero generale, e per generale intendiamo dire delle società più importanti (per impegno economico, fatturato, strutture, etc.) della categoria, dell’Associazione calciatori che rischia di dover far fronte ad un pensionamento anticipato di un bel po’ di calciatori. Ma stando alle voci di corridoio (quelli delle leghe) nemmeno i vertici della Serie B e della Lega Dilettanti sarebbero entusiasti di questa ennesima mossa a sorpresa della Lega Pro. Un po’ come quella che voleva chiudere il campionato nel periodo del lockdown assegnando la quarta promozione con una sorta di riffa. Decisioni senza confrontarsi con gli altri vertici del calcio nazionale e soprattutto, una decisione assunta alla vigilia di una stagione che sarà complicata quanto e forse più di quella che sta andando in archivio.

Anche allora, guarda caso, a sostenere la tesi presidenziale erano le società minori, quelle che facevano fatica a pagare gli stipendi e che saltando l’ultima fase della fase regolare hanno risparmiato un bel po’ di denari.

Insomma, la Lega Pro è spinta dalle cosiddette piccole, bacino di voti ormai garantito per il presidente, a discapito di tutte quelle realtà che invece guardano al futuro programmando investimenti sia tecnici che infrastrutturali, che cercano di dare risposte concrete al territorio di pertinenza.

Ma è ancor più incomprensibile la tempistica di questa scelta, comunque sbagliata perché storicamente ogni qualvolta sono stati posti paletti alle società i risultati non sono stati pari alle aspettative; una tempistica dicevamo, che mette in grandissimo imbarazzo le società che hanno organici importanti e che a questi dovranno apportare tagli imprevisti e ingiustificati. Peraltro in un mercato che inizierà il primo settembre, quando le squadre saranno già in ritiro da qualche tempo. Insomma, un blitz deleterio che, se proposto in un qualsiasi partito politico (perdonateci il paragone) avrebbe potuto anche portare ad una scissione.

Operazione che non succederà in Lega Pro ma che, di fatto, provoca una spaccatura enorme, probabilmente insanabile portando così alla convivenza forzata realtà completamente diverse, opposte in tanti casi. Per questo è auspicabile che sulla spinta forte impressa dal presidente Stefano Bandecchi “questa serie C è da cancellare” le sue parole, le forze più importanti della Lega Pro riescano a trovare un programma convergente che possa in qualche modo il Presidente, tramite ovviamente l’assemblea, a rimettere le cose a posto, a rivedere certe decisioni (ovviamente in un futuro prossimo) che non fanno altro che accorciare la vita ad una Lega professionistica che si regge si stampelle malandate e che senza gli aiuti di Stato (questo il pensiero del presidente) difficilmente riuscirà ad andare avanti.

Così per Luca Leone, c’è da chiudere la questione allenatore che sembra ormai ricondotta a due soli nomi (Lucarelli e Caserta) con il primo ampiamente favorito, a meno che non prendano forza nuove idee che comunque albergano nella mente del diesse. Decisione che, d’intesa con il presidente Bandecchi, sarà assunta soltanto dopo la fine del torneo di serie B e magari dopo che la nuova società che gestirà il Catania si sarà confrontata con Lucarelli che, tra l’altro, ha ancora un anno di contratto con gli etnei.

Dall’allenatore e con l’allenatore Leone passerà alla fase più complicata, quella della composizione di un organico che dovrà essere potato di parecchi rami e ulteriormente qualificato. Operazione per niente semplice e comunque onerosa per la società che ha molti dei suoi tesserati legati da contratti pluriennali.

Insomma, estate torrida per la Ternana, resa ancor più rovente dalle decisioni di una Lega fatta in due, dove le scelte importanti vengono assunte a maggioranza anche quando la stessa è risicata e vede tra i cosiddetti perdenti, quelli che generano il maggiore fatturato e che aggiungono storia e blasone. Ma così è, almeno per il momento, nonostante il parere contrario di buona parte degli addetti ai lavori.

Massimo Laureti

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