Il nuovo mantra in casa Ternana è abbassare il monte ingaggi. Continuare ad abbassare il monte ingaggi. Questa nuova impostazione non deve essere messa in discussione: arriva dalla nuova proprietà ed è una (legittima) necessità di Nicola Guida.
Questo però non significa che sia facile e che sia immediato. La “precedente” Ternana aveva altri parametri e altri obiettivi, da perseguire con altre strade. Contratti importanti, giocatori importanti. Investimenti mirati per giovani di proprietà. La Ternana chiaramente si reggeva sulla solidità economica di Bandecchi che aveva dato questo input: seguito da tutti.
Oggi la musica cambia, ci si deve muovere con un altro ritmo. E non c’è tempo per poterlo fare con calma. Il passaggio è brusco. E per questo più complicato.
Quello che era stato prospettato come un “gioco da ragazzi” si sta rivelando una bella salita da affrontare, con tanti rischi da doversi assumere.
Abbassare in brevissimo tempo i costi di gestione significa dover agire in due direzioni: cessioni (preferibilmente remunerative) dei giocatori che guadagnano di più (e quindi presumibilmente più bravi) per prenderne di nuovi che non impoveriscano troppo la squadra. E’ chiaro che sono cambiati anche gli obiettivi, ma la strada rimane comunque difficile.
Oggi - con le difficoltà economiche di un mercato povero, soprattutto in B - difficilmente si trova chi è disposto a spendere per cartellini e anche chi è disposto a prendere dei giocatori con un ingaggio importante, soprattutto se in partenza dalla propria squadra. Oggi dire che Pettinari e Donnarumma non sono al centro del progetto rossoverde, significa dover (90 su 100) contribuire al loro ingaggio una volta ceduti in prestito. E poi contestualmente trovare un alternativa che costi di meno, ma che abbia comunque un rendimento soddisfacente. Rimanendo nell’esempio: se per dar via Donnarumma che costa 100 devo pagare 40, con i rimanenti 60 devo trovare un attaccante che faccia al mio caso e magari pagarlo meno dei 60, per poter risparmiare. Quindi il risparmio dipende dagli accordi presi sia in uscita che in entrata. Ed è quasi ovvio che non sia totale.
Lo stesso vale per tutti gli altri calciatori, in tutti quanti i ruoli.
E’ una situazione con cui la Ternana fa i conti dall’inizio (tardivo) di questo mercato. I conti nel vero senso della parola. E per ogni giocatore preso che comporta un risparmio ci si accolla un margine di rischio (più o meno calcolato). Non abbiamo dubbi sul valore di Distefano o Raimondo: ci fidiamo delle valutazioni della società. Ma il passaggio dalla Primavera al professionismo non è scontato per tutti. E ai giovani bisogna lasciare il tempo di poter sbagliare, di doversi ambientare in una nuova realtà, di fare i conti con delle dinamiche completamente diverse rispetto al calcio a cui erano abituati.
Senza dover entrare nel merito di quanto esposto da Lucarelli dopo l’ultima amichevole del ritiro: il discorso preparazione.
Oggi rivoluzionare la squadra (soprattutto da centrocampo in avanti) ha una chiara matrice economica e il vero conto da fare è quanto il gioco (il risparmio effettivo) valga la candela (centrare l’obiettivo stagionale: la salvezza).
E’ un conto non soltanto economico ma anche di futuro e prospettive, del progetto Ternana stesso. Di calciatori è pieno il mondo, ma la Ternana ha una necessità in più: fare in fretta.
Il contenimento costi, fatto in rapidità, comporta dei rischi. Fatto in un mese, ancora di più. E’ vero che si può fare la serie B spendendo meno di quanto spendeva la Ternana, ma farlo in così poco tempo è ambizioso. Non impossibile, ma difficile. Comporterà certamente dei compromessi (a partire dai contributi sugli ingaggi dei giocatori in uscita).
La Ternana partiva da una base tecnica molto buona, visto che la precedente proprietà ambiva alla promozione. Siamo sempre stati convinti che i rossoverdi avessero una buona rosa, con tanti giocatori di valore e qualità (Palumbo, Partipilo, Falletti, Donnarumma, Pettinari, Favilli, Mantovani, Coulibaly, Diakitè, Corrado giusto per citarne alcuni della passata stagione) con altri giocatori sicuramente validi per la B (Iannarilli, Sorensen, Capuano, Agazzi, Di Tacchio, Defendi). Si sarebbe potuto raccogliere di più, ma questo è un altro discorso.
Oggi molti di loro, per motivi diversi, non fanno o non faranno parte della Ternana. Una rivoluzione appunto. Una volta si storceva il naso se il pedigree non era nobile, cercando di ambire sempre al top. Oggi si deve fare un ragionamento inverso: puntare sui giovani, sul minutaggio, sulla valorizzazione. Puntare sulla voglia di riscatto, sulle potenzialità, sugli esuberi altrui (esattamente come gli altri fanno con te).
Una volta arrivati al 31 agosto, anzi al 1 settembre, sarà ancora più importante il lavoro settimanale, la capacità di costruire da subito identità e gruppo in tempi rapidi (visto anche il ritardo).
Quello che sembrava facile non lo è. Ma forse soltanto gli ingenui pensavano che lo sarebbe stato.
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