Si ferma a 95 partite con la Ternana, Lucarelli. Poco più su ci sarebbe stato Pangrazi, che ha allenato le Fere nel secondo dopoguerra (vincendo anche lui la C) a 97. Poi Toscano, Tobia e Viciani. Insomma è nel gotha del calcio rossoverde. Ma anche se avesse fatto meno partite lo sarebbe stato ugualmente. Perché Lucarelli nella storia della Ternana ci è entrato di prepotenza, come suo costume. Come era da giocatore, che puntava dritto la porta, così è entrato dritto nello spogliatoio. Ha dato una mentalità a una squadra (che era forte va detto). Gli ha dato un anima. E ha costruito una delle squadre più belle della storia.
Di sicuro di quella rossoverde, ma in assoluto della C. Una squadra in grado di disintegrare sul campo e psicologicamente gli avversari, di segnare 100 gol in stagione, di perdere soltanto una volta, di chiudere l’anno con la coppa vinta in faccia al Perugia.
E’ stato uno dei simboli di una Ternana completamente diversa da quella delle stagioni precedenti. Ha ridato lustro alla presidenza Bandecchi che si era presentato con Pochesci e una retrocessione. Ha riportato la Ternana in B dalla porta principale, trionfalmente. Un anno perfetto, un anno di Covid. Era diventato un appuntamento: divertirsi davanti alla tv (grazie a UnicusanoTV) per guardare la Ternana. Allo stadio non si poteva andare, ma si è goduto lo stesso.
E’ stata una Ternana meravigliosa, straordinaria, probabilmente irripetibile.
Poi l’anno di B, finito in crescendo. E questo spezzone. In mezzo - dopo la straordinaria vittoria - un rapporto burrascoso con Bandecchi. Due livornesi sanguigni, di grande personalità, se vogliamo possiamo tornare ancora sulla politica, certamente di segno diverso. Si sono piaciuti da subito, ma allo stesso tempo cominciavano a beccarsi, a prendere le distanze.
Lucarelli lascia la Ternana con dei numeri pazzeschi: il 53% di partite vinte durante la sua gestione. Secondo il sito “database rossoverde” che ha calcolato una sorta di parametro per calcolare il rendimento ha quello più alto di tutti gli allenatori della Ternana (a parte Cioni, che ha allenato in Promozione Regionale Umbra negli anni 50): 65,96%. 
A Terni Lucarelli ha dato il meglio di sé, senza dubbio. Ha allenato le squadre più forti della sua carriera. Ha stretto un legame forte con la città, pur avendo deciso di non vivere in centro e di restare riservato nella vita privata. Livorno gli è sempre rimasto nel cuore, ma Terni è stata la città in cui ha vissuto più a lungo. E’ possibile considerarla la sua seconda casa. 
Se avesse chiuso il suo contratto con la Ternana si sarebbe avvicinato a Viciani, come presenze. E avrebbe voluto anche eguagliarlo nella storia, per essere il terzo allenatore a portare le Fere in A. 
A prescindere da tutto questo, Lucarelli nella storia della Ternana c’è già. Alle volte per rendersi conto delle cose bisogna fare un passo indietro e guardarle da lontano. Da (troppo) vicino si vedono i difetti, fai caso alle imperfezioni. Da lontano lo sguardo d’insieme ti da la giusta dimensione. Ti permette di essere più sereno. 
Cristiano Lucarelli e i colori della Ternana rimarranno legati per sempre. A prescindere da un esonero, improvviso arrivato a pochi chilometri da casa sua, beffa nella beffa, dopo aver perso il suo derby personale.
L’unico vantaggio è che sarà stato corto il suo ritorno a casa. E in mezzo alla sua famiglia. Ma - passata la rabbia per come è andata - siamo convinti che a Terni tornerà volentieri!
Auguri Cristiano: buona strada. Ovunque porti.

Sezione: Copertina / Data: Sab 26 novembre 2022 alle 21:57
Autore: Ternananews Redazione
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